La documentazione archeologica dell’immagazzinamento agricolo nella piana della Messarà occidentale è ricca e distribuita lungo un intervallo di più secoli. L’analisi sistematica dei dati relativi all’immagazzinamento intende innanzitutto mostrare come l’abbondanza dei contesti dell’Età del Bronzo identificati renda possibili proposte di ricostruzione delle dinamiche sociali e delle connesse strategie economiche che furono messe in atto grazie alla produzione di eccedenze agricole. Ciò vale soprattutto per il periodo che va dal Medio Minoico IB al Tardo Minoico IIIB (grossomodo sette secoli, tra il 1950 e il 1200 a.C. circa), durante il quale i dati a disposizione si scaglionano con una certa continuità. Alcune osservazioni possono essere avanzate, ad ogni modo, anche per l’Antico Minoico II, grazie soprattutto agli edifici di Haghia Triada. All’origine della proposta di interpretazione sta il ruolo di marker di strutture sociali, strategie economiche e pratiche culturali riconosciuto dagli studiosi alle strategie di immagazzinamento. Come ricordato nell’Introduzione, negli studi egei un simile potenziale informativo è stato tradizionalmente esplorato in chiave sostantivista e neoevoluzionista. Solo in anni recenti, analizzando un contesto in apparenza periferico come la Grecia settentrionale Margomenou e Roumpou hanno rilevato come lo studio delle pratiche di stoccaggio vada contestualizzato entro lo specifico contesto di una data società, confermandone il forte radicamento nelle strategie di affermazione, competizione e controllo sociale da parte dei gruppi emergenti. In tale prospettiva, le strategie concorrenziali, gli strumenti, i materiali e le scelte tecnologiche (anche antieconomiche) possono essere studiati nella dimensione della contingenza storica e del principio di scelta individuale (agency), piuttosto che essere predeterminati sulla base dei principi economici di rischio, scarsità e incertezza. D’altra parte, Manzanilla e Rothman hanno ricordato che l’archeologia non può limitarsi alla descrizione delle pratiche, dato che le scelte umane sono fortemente condizionate da fattori casuali e imprevisti, “like floods, hurricanes, conquests, plagues, droughts, historical animosities, needed cooperation, and anticipated and unanticipated competition”. In archeologia, non diversamente dall’etnografia, dunque, lo studio delle pratiche di immagazzinamento rivela tanto peculiarità culturali, quanto comportamenti ripetuti nel tempo e nello spazio, che permettono di istituire confronti utili a dare ragione dei cambiamenti sociali. Proprio l’immagazzinamento, se inquadrato nell’ambito delle relazioni tra i gruppi e gli individui di una determinata società, può aiutare a indagare la definizione che questa dà ai concetti di ricchezza, valore, status, controllo e potere. Secondo Manzanilla e Rothman, un approccio comparativo permette di identificare le correlazioni ricorrenti tra le pratiche di stoccaggio e le strutture sociali, distinte in egualitarie (orizzontali e verticali), di rango, e stratificate o regolamentate. Può essere interessante notare come i due studiosi sottolineino, sulla scia di Frangipane, la differenza tra le tappe evolutive identificate da Service e questi tipi generali, che non vanno disposti in sequenza e possono ritrovarsi entro uno stesso orizzonte cronologico; in realtà, elementi propri delle società egualitarie e di rango si ritrovano sussunti in quelle stratificate. Valorizzando l’indagine di Manzanilla e Rothman, senza tuttavia applicare in forma predittiva le definizioni astratte dei modelli proposti, può essere interessante rilevare la presenza (come anche l’assenza) nella documentazione analizzata di alcune delle caratteristiche più salienti di questi stessi. La Messarà rappresenta, insomma, un interessante banco di prova per verificare la validità degli schemi proposti in qualità di strumenti euristici, tanto più visto che il punto di arrivo socio-politico, nel Tardo Minoico II-IIIB, è quello di una società pienamente regolamentata e stratificata attestata da fonti scritte di carattere amministrativo, dapprima nell’ambito del regno di Cnosso e successivamente in forma autonoma.

Privitera, S. (2024). Phaestia Tellus. Immagazzinamento, economia e società nella pianura della Messarà a Creta nell'Età del Bronzo. Roma : Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale.

Phaestia Tellus. Immagazzinamento, economia e società nella pianura della Messarà a Creta nell'Età del Bronzo

Santo Privitera
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2024

Abstract

La documentazione archeologica dell’immagazzinamento agricolo nella piana della Messarà occidentale è ricca e distribuita lungo un intervallo di più secoli. L’analisi sistematica dei dati relativi all’immagazzinamento intende innanzitutto mostrare come l’abbondanza dei contesti dell’Età del Bronzo identificati renda possibili proposte di ricostruzione delle dinamiche sociali e delle connesse strategie economiche che furono messe in atto grazie alla produzione di eccedenze agricole. Ciò vale soprattutto per il periodo che va dal Medio Minoico IB al Tardo Minoico IIIB (grossomodo sette secoli, tra il 1950 e il 1200 a.C. circa), durante il quale i dati a disposizione si scaglionano con una certa continuità. Alcune osservazioni possono essere avanzate, ad ogni modo, anche per l’Antico Minoico II, grazie soprattutto agli edifici di Haghia Triada. All’origine della proposta di interpretazione sta il ruolo di marker di strutture sociali, strategie economiche e pratiche culturali riconosciuto dagli studiosi alle strategie di immagazzinamento. Come ricordato nell’Introduzione, negli studi egei un simile potenziale informativo è stato tradizionalmente esplorato in chiave sostantivista e neoevoluzionista. Solo in anni recenti, analizzando un contesto in apparenza periferico come la Grecia settentrionale Margomenou e Roumpou hanno rilevato come lo studio delle pratiche di stoccaggio vada contestualizzato entro lo specifico contesto di una data società, confermandone il forte radicamento nelle strategie di affermazione, competizione e controllo sociale da parte dei gruppi emergenti. In tale prospettiva, le strategie concorrenziali, gli strumenti, i materiali e le scelte tecnologiche (anche antieconomiche) possono essere studiati nella dimensione della contingenza storica e del principio di scelta individuale (agency), piuttosto che essere predeterminati sulla base dei principi economici di rischio, scarsità e incertezza. D’altra parte, Manzanilla e Rothman hanno ricordato che l’archeologia non può limitarsi alla descrizione delle pratiche, dato che le scelte umane sono fortemente condizionate da fattori casuali e imprevisti, “like floods, hurricanes, conquests, plagues, droughts, historical animosities, needed cooperation, and anticipated and unanticipated competition”. In archeologia, non diversamente dall’etnografia, dunque, lo studio delle pratiche di immagazzinamento rivela tanto peculiarità culturali, quanto comportamenti ripetuti nel tempo e nello spazio, che permettono di istituire confronti utili a dare ragione dei cambiamenti sociali. Proprio l’immagazzinamento, se inquadrato nell’ambito delle relazioni tra i gruppi e gli individui di una determinata società, può aiutare a indagare la definizione che questa dà ai concetti di ricchezza, valore, status, controllo e potere. Secondo Manzanilla e Rothman, un approccio comparativo permette di identificare le correlazioni ricorrenti tra le pratiche di stoccaggio e le strutture sociali, distinte in egualitarie (orizzontali e verticali), di rango, e stratificate o regolamentate. Può essere interessante notare come i due studiosi sottolineino, sulla scia di Frangipane, la differenza tra le tappe evolutive identificate da Service e questi tipi generali, che non vanno disposti in sequenza e possono ritrovarsi entro uno stesso orizzonte cronologico; in realtà, elementi propri delle società egualitarie e di rango si ritrovano sussunti in quelle stratificate. Valorizzando l’indagine di Manzanilla e Rothman, senza tuttavia applicare in forma predittiva le definizioni astratte dei modelli proposti, può essere interessante rilevare la presenza (come anche l’assenza) nella documentazione analizzata di alcune delle caratteristiche più salienti di questi stessi. La Messarà rappresenta, insomma, un interessante banco di prova per verificare la validità degli schemi proposti in qualità di strumenti euristici, tanto più visto che il punto di arrivo socio-politico, nel Tardo Minoico II-IIIB, è quello di una società pienamente regolamentata e stratificata attestata da fonti scritte di carattere amministrativo, dapprima nell’ambito del regno di Cnosso e successivamente in forma autonoma.
2024
200
Privitera, S. (2024). Phaestia Tellus. Immagazzinamento, economia e società nella pianura della Messarà a Creta nell'Età del Bronzo. Roma : Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale.
Privitera, Santo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/991238
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