L'intervento discute la progressiva autonomizzazione della sfera estetica nella riflessione di Giovanni Giudici. Conosciuto soprattutto come il poeta della «Vita in versi» (1965), libro dalla forte volontà di intervento storico-politico, da «Autobiologia» in poi Giudici sembra patire gli effetti di una crisi della rappresentazione dell’esperienza. Ciò dà luogo a una frammentazione della lingua e della voce poetica, entro cui la scrittura tende a esprimere autotelicamente la propria operazione. L'intervento, in particolare, si sofferma sulla riflessione diaristico-saggistica che porta, nel 1968, alla composizione della sequenza «La Bovary, c’est moi», messa in scena per «voce» femminile della divaricazione tra io e storia. Attraverso l'analisi di un saggio del 1969 dedicato a «La Sorcière» di Michelet («La moglie del servo»), vengono messi in luce i rapporti tra riflessione politica e prassi letteraria.
Cappello Massimiliano (2022). «La sorcière, c’est moi». Sull’autonomia del poetico in Giudici. Milano : Ledizioni srl.
«La sorcière, c’est moi». Sull’autonomia del poetico in Giudici
Cappello Massimiliano
2022
Abstract
L'intervento discute la progressiva autonomizzazione della sfera estetica nella riflessione di Giovanni Giudici. Conosciuto soprattutto come il poeta della «Vita in versi» (1965), libro dalla forte volontà di intervento storico-politico, da «Autobiologia» in poi Giudici sembra patire gli effetti di una crisi della rappresentazione dell’esperienza. Ciò dà luogo a una frammentazione della lingua e della voce poetica, entro cui la scrittura tende a esprimere autotelicamente la propria operazione. L'intervento, in particolare, si sofferma sulla riflessione diaristico-saggistica che porta, nel 1968, alla composizione della sequenza «La Bovary, c’est moi», messa in scena per «voce» femminile della divaricazione tra io e storia. Attraverso l'analisi di un saggio del 1969 dedicato a «La Sorcière» di Michelet («La moglie del servo»), vengono messi in luce i rapporti tra riflessione politica e prassi letteraria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.