Esiste una frattura territoriale – al di là delle ben note differenze tra macro-aree del paese – che caratterizza il voto degli italiani? Già per le elezioni politiche del 2018 avevamo parlato di una frattura orizzontale, che si aggiungeva a quella verticale tra Nord e Sud e tagliava l’Italia in maniera trasversale, separando i centri dalle periferie, le aree metropolitane dalle zone rurali, le grandi città dai piccoli paesi. Ma che cosa ci dicono ora queste elezioni europee? Esiste ancora questa divisione orizzontale tra le aree di centro e quelle definite o percepite come di periferia, nel comportamento elettorale degli italiani? Per rispondere a questo interrogativo, abbiamo analizzato i risultati delle elezioni europee del 26 maggio individuando tre distinti livelli di analisi: 1) il voto nelle cinque circoscrizioni elettorali in cui era suddiviso il territorio italiano (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud, Isole); 2) il voto nei comuni capoluoghi di provincia; e 3) il voto in tutti gli altri comuni minori non capoluoghi di provincia. I dati di questa analisi sono riportati nella tabella 2.7.1 e mostrano differenze assolutamente rilevanti tra le otto principali liste che abbiamo preso in considerazione (Lega, Pd, M5s, Forza Italia, Fratelli d’Italia, +Europa, Europa verde, La sinistra).
Pritoni, A., Valbruzzi, M. (2019). Le «due Italie» e la nuova geografia elettorale. BOLOGNA : Istituto Cattaneo.
Le «due Italie» e la nuova geografia elettorale
Pritoni, Andrea
;
2019
Abstract
Esiste una frattura territoriale – al di là delle ben note differenze tra macro-aree del paese – che caratterizza il voto degli italiani? Già per le elezioni politiche del 2018 avevamo parlato di una frattura orizzontale, che si aggiungeva a quella verticale tra Nord e Sud e tagliava l’Italia in maniera trasversale, separando i centri dalle periferie, le aree metropolitane dalle zone rurali, le grandi città dai piccoli paesi. Ma che cosa ci dicono ora queste elezioni europee? Esiste ancora questa divisione orizzontale tra le aree di centro e quelle definite o percepite come di periferia, nel comportamento elettorale degli italiani? Per rispondere a questo interrogativo, abbiamo analizzato i risultati delle elezioni europee del 26 maggio individuando tre distinti livelli di analisi: 1) il voto nelle cinque circoscrizioni elettorali in cui era suddiviso il territorio italiano (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud, Isole); 2) il voto nei comuni capoluoghi di provincia; e 3) il voto in tutti gli altri comuni minori non capoluoghi di provincia. I dati di questa analisi sono riportati nella tabella 2.7.1 e mostrano differenze assolutamente rilevanti tra le otto principali liste che abbiamo preso in considerazione (Lega, Pd, M5s, Forza Italia, Fratelli d’Italia, +Europa, Europa verde, La sinistra).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.