Drammaturgie originali per il teatro di figura contemporaneo. Il Macbeth all'improvviso di Gigio Brunello e Gyula Molnàr

It is not uncommon for puppet theater, especially the traditional form with glove puppets, to be subject to certain stereotypes. In the popular imagination, it is often considered a "minor" form of theater, made up of short, unharmonized scenes, filled with easy or crude jokes, where the protagonists are the traditional masks of the Commedia dell’Arte or popular types, from whom the audience expects a certain behavior. The plays by Gigio Brunello, a Venetian author and puppeteer, combined with the directorial insights of Gyula Molnàr—a director, actor, and explorer of object theater—stand far from this image of puppet theater. Never separating textual practice from scenic experimentation, the authors use traditional conventions to reinvent and revitalize them. Brunello’s texts create complex structures, carefully designed dramaturgical mechanisms, in which the stories lived by the puppets offer them the opportunity to break away from their canonical roles. This is the case with the performance "Macbeth all’improvviso" (2002), which, drawing on Pirandello’s "Six Characters in Search of an Author", frees the puppets from being confined to their traditional traits, allowing them to become protagonists of events seemingly driven by their own will. Here, the puppet Arlecchino manages to convince all his companions to rebel against the puppeteer, who lacks the courage to make them perform the tragedy of Macbeth. Arlecchino finally becomes the lead actor, but he encounters inevitable consequences that will put an end to the rebellious ambitions and restore (perhaps) the order of the puppet stage—where a puppet repeatedly bangs its head against the wall for the audience's amusement.

Non è difficile che il teatro di figura, e in particolare quello di burattini, subisca alcuni stereotipi. Nell'immaginario comune è considerato come un teatro “minore”, composto di brevi scene che si susseguono in modo non armonizzato, animato da battute facili o volgari, i cui protagonisti sono le maschere tradizionali della Commedia dell’Arte o i tipi popolari, da cui lo spettatore attende un certo tipo di atteggiamento. Le drammaturgie di Gigio Brunello, autore e burattinaio di origini venete, accompagnate dalle intuizioni registiche di Gyula Molnàr, regista, attore ed esploratore del teatro d’oggetti, si situano lontano da questa immagine del teatro di burattini: non dissociando mai la pratica testuale dalla verifica scenica, gli autori utilizzano i canoni della tradizione per reinventarli e renderli nuovamente originali. I testi di Brunello formano architetture complesse, meccanismi drammaturgici ragionati nei quali le storie vissute dai burattini determinano una possibilità, per i burattini stessi, di allontanarsi dai loro ruoli canonici. È il caso dello spettacolo "Macbeth all’improvviso" (2002) che, avendo fatta propria la lezione pirandelliana dei "Sei personaggi", emancipa i burattini da ruoli appiattiti sui caratteri tradizionali delle maschere per renderli protagonisti di vicende che sembrano mosse dalla loro stessa volontà. Qui, il burattino Arlecchino riesce a convincere tutti i suoi compagni a rivoltarsi contro il burattinaio, a cui manca il coraggio di far loro recitare la tragedia Macbeth. Arlecchino diviene finalmente primo attore, ma lo attendono inesorabili conseguenze che porranno fine alle velleità rivoltose e ristabiliranno (forse) l’ordine delle baracche: quello in cui un burattino sbatte tante volte la testa contro il muro per il lieto intrattenimento del pubblico.