Etruschi prima e romani in seguito, stando alle indicazioni dei topo-nimi, sembrano essere le popolazioni che hanno lasciato il segno più deciso del loro passaggio nella storia antica di Vergato. Liserna, cui Vergato fu a lungo legata, è un nome di chiara origine etrusca, men-tre Calvenzano (Calventius), Rodiano (Rodius oppure Rutilius), Su-sano (Sosius), Lissano (Alicanus), Roffeno (Rufinius), potrebbero es-sere tutti indicazioni di fondi romani o comunque nomi latini. Anche il nome Vergato avrebbe origine latine, riferendosi probabilmente al-la produzione di un tessuto rigato all’epoca molto diffuso, detto ap-punto “vergato”. Per trovare le prima tracce storiche dell’abitato di Vergato bi-sogna risalire a due documenti redatti nella prima metà del XII seco-lo. Il primo, datato 1117, è una dichiarazione della città di Bologna realizzata in occasione della calata in Italia dell’imperatore Enrico V. Il centro felsineo redasse il testo per puntualizzare quanto fosse ri-stretto il territorio assegnato sotto la propria giurisdizione. Vergato, in particolare, è citato in quanto controllato al tempo da un piccolo valvassore di cui la città non era soddisfatta. Il secondo testo fu re-datto invece nel 1124, pochi anni dopo la morte della contessa Ma-tilde di Canossa. Il documento riguarda la sottomissione a Bologna dei centri di Rodiano, Sanguineta e Capriglia. Vergato non è diretta-mente citato, anche perché all’epoca era una località di Liserna. Il testo indica comunque la volontà espansionistica di Bologna verso il Reno: una strategia che puntava a spezzare la rete, al tempo ancora molto solida, di domini feudali che permeava il territorio. L’annessione dei tre abitati fu il punto partenza perché Bologna po-tesse ottenere il controllo dell’intero territorio della vallata del Reno. Vergato è citato nuovamente solo nel 1288, in uno statuto che fissava le gabelle che uomini e comuni del territorio dovevano paga-re a Bologna. Quando il testo parla di Liserna cita anche degli “ho-spitia Veregati”. A differenza degli hospitalia, ovvero alloggi pensati per dare ospitalità gratuita ai pellegrini, gli hospitia erano strutture di accoglienza a pagamento, osterie, locande. Si deduce quindi da questa indicazione che Vergato era al tempo un piccolo centro dalla certa dimensione mercantile. Diventa allora importante ricordare che l’abitato sorgeva, al-meno a partire dall’XI secolo, lungo la strada transappenninica che collegava Bologna a Pistoia, in una posizione peraltro, tra Sasso e Porretta, che lo rendeva un perfetto punto di sosta tanto per chi ar-rivava dalla Toscana che per chi proveniva invece dalla zona emilia-na. La strada passava per Sanguineta, Capriglia e Montecavalloro, arrivando fino a Lissano, sulla confluenza tra Reno e Limentra. Pro-seguiva poi per Rocca Pitigliana, Bombiana e Gaggio Montano: da quel punto si poteva scendere verso Porretta o puntare a Lizzano in Belvedere e valicare l’Appennino. In seguito, quando venne costruito il ponte sul Reno detto di Riola, il percorso stradale proseguiva per Casio, Pavana e Moscacciva, prima di arrivare in Toscana. Va ricordato inoltre che il fiume Reno era particolarmente im-portante all’epoca per il suo ruolo di canale di rifornimento di legna-me per Bologna. E l’alveo del fiume, proprio nella zona di Vergato, necessitava spesso di lavori perché fosse libero da rocce e ostacoli che potessero impedire ai tronchi di scendere a valle. La strada e il corso del fiume erano quindi catalizzatori per le attività commerciali che passavano nella zona: elementi questi che contribuiscono a spiegare perché proprio nell’allora piccola Vergato si trovassero lo-cande e osterie. La costituzione, nel 1376, da parte di Bologna del sistema dei vicariati divise l’attuale territorio comunale di Vergato in tre parti: il vicariato di Caprara sopra Panico, che comprendeva Capriglia, San-guineta e Liserna, quello di Savigno, con Tolè e parte di Prunarolo, e quello di Rocca Pitigliana, che al suo in...

Repertorio dei beni ambientali e culturali dell'Appennino Bolognese. Comune di Vergato / Benni, M.; Degli Esposti, V.; Gherardi, M.; Piancastelli, M. G.; Vianello, G.; Vittori Antisari, L.. - STAMPA. - (2010), pp. 1-148.

Repertorio dei beni ambientali e culturali dell'Appennino Bolognese. Comune di Vergato

BENNI, MATTEO;DEGLI ESPOSTI, VITTORIO;GHERARDI, MASSIMO;VIANELLO, GILMO;VITTORI ANTISARI, LIVIA
2010

Abstract

Etruschi prima e romani in seguito, stando alle indicazioni dei topo-nimi, sembrano essere le popolazioni che hanno lasciato il segno più deciso del loro passaggio nella storia antica di Vergato. Liserna, cui Vergato fu a lungo legata, è un nome di chiara origine etrusca, men-tre Calvenzano (Calventius), Rodiano (Rodius oppure Rutilius), Su-sano (Sosius), Lissano (Alicanus), Roffeno (Rufinius), potrebbero es-sere tutti indicazioni di fondi romani o comunque nomi latini. Anche il nome Vergato avrebbe origine latine, riferendosi probabilmente al-la produzione di un tessuto rigato all’epoca molto diffuso, detto ap-punto “vergato”. Per trovare le prima tracce storiche dell’abitato di Vergato bi-sogna risalire a due documenti redatti nella prima metà del XII seco-lo. Il primo, datato 1117, è una dichiarazione della città di Bologna realizzata in occasione della calata in Italia dell’imperatore Enrico V. Il centro felsineo redasse il testo per puntualizzare quanto fosse ri-stretto il territorio assegnato sotto la propria giurisdizione. Vergato, in particolare, è citato in quanto controllato al tempo da un piccolo valvassore di cui la città non era soddisfatta. Il secondo testo fu re-datto invece nel 1124, pochi anni dopo la morte della contessa Ma-tilde di Canossa. Il documento riguarda la sottomissione a Bologna dei centri di Rodiano, Sanguineta e Capriglia. Vergato non è diretta-mente citato, anche perché all’epoca era una località di Liserna. Il testo indica comunque la volontà espansionistica di Bologna verso il Reno: una strategia che puntava a spezzare la rete, al tempo ancora molto solida, di domini feudali che permeava il territorio. L’annessione dei tre abitati fu il punto partenza perché Bologna po-tesse ottenere il controllo dell’intero territorio della vallata del Reno. Vergato è citato nuovamente solo nel 1288, in uno statuto che fissava le gabelle che uomini e comuni del territorio dovevano paga-re a Bologna. Quando il testo parla di Liserna cita anche degli “ho-spitia Veregati”. A differenza degli hospitalia, ovvero alloggi pensati per dare ospitalità gratuita ai pellegrini, gli hospitia erano strutture di accoglienza a pagamento, osterie, locande. Si deduce quindi da questa indicazione che Vergato era al tempo un piccolo centro dalla certa dimensione mercantile. Diventa allora importante ricordare che l’abitato sorgeva, al-meno a partire dall’XI secolo, lungo la strada transappenninica che collegava Bologna a Pistoia, in una posizione peraltro, tra Sasso e Porretta, che lo rendeva un perfetto punto di sosta tanto per chi ar-rivava dalla Toscana che per chi proveniva invece dalla zona emilia-na. La strada passava per Sanguineta, Capriglia e Montecavalloro, arrivando fino a Lissano, sulla confluenza tra Reno e Limentra. Pro-seguiva poi per Rocca Pitigliana, Bombiana e Gaggio Montano: da quel punto si poteva scendere verso Porretta o puntare a Lizzano in Belvedere e valicare l’Appennino. In seguito, quando venne costruito il ponte sul Reno detto di Riola, il percorso stradale proseguiva per Casio, Pavana e Moscacciva, prima di arrivare in Toscana. Va ricordato inoltre che il fiume Reno era particolarmente im-portante all’epoca per il suo ruolo di canale di rifornimento di legna-me per Bologna. E l’alveo del fiume, proprio nella zona di Vergato, necessitava spesso di lavori perché fosse libero da rocce e ostacoli che potessero impedire ai tronchi di scendere a valle. La strada e il corso del fiume erano quindi catalizzatori per le attività commerciali che passavano nella zona: elementi questi che contribuiscono a spiegare perché proprio nell’allora piccola Vergato si trovassero lo-cande e osterie. La costituzione, nel 1376, da parte di Bologna del sistema dei vicariati divise l’attuale territorio comunale di Vergato in tre parti: il vicariato di Caprara sopra Panico, che comprendeva Capriglia, San-guineta e Liserna, quello di Savigno, con Tolè e parte di Prunarolo, e quello di Rocca Pitigliana, che al suo in...
2010
148
9788890311093
Repertorio dei beni ambientali e culturali dell'Appennino Bolognese. Comune di Vergato / Benni, M.; Degli Esposti, V.; Gherardi, M.; Piancastelli, M. G.; Vianello, G.; Vittori Antisari, L.. - STAMPA. - (2010), pp. 1-148.
Benni, M.; Degli Esposti, V.; Gherardi, M.; Piancastelli, M. G.; Vianello, G.; Vittori Antisari, L.
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