Poco sappiamo della vita privata di Tiziano Rocco. Ebbe un’infanzia disagiata a causa della Grande Guerra, e la famiglia dovette sfollare da Motta di Livenza (Treviso) a Carpi a seguito dell’occupazione austriaca della pianura veneta dopo la disfatta di Caporetto. La residenza in Emilia creò un solido legame con questa terra in lui e nei suoi genitori, che vi rimasero fino alla loro scomparsa. Studiò al Politecnico di Torino, laureandosi in Ingegneria Mineraria nel 1929. Nel 1931 fu assunto da AGIP, fondata solo 5 anni prima, e fu assegnato alla Sezione geofisica, disciplina che stava compiendo i primi passi come strumento a supporto dell’esplorazione petrolifera. Sostenne il colloquio di assunzione a Roma, al tempo sede dell’Azienda, alla presenza di Guido Bonarelli e dell’allora dirigente della sezione geofisica Arnaldo Belluigi. Rocco previde le potenzialità della geofisica, ed in particolare della sismica a riflessione, con almeno una decade di anticipo in Europa, in tempi in cui non esisteva collaborazione tecnologica fra aziende, università ed enti di ricerca, e i risultati scientifici e tecnologici filtravano con difficoltà. Dopo un breve periodo di addestramento, Rocco diresse varie squadre di rilievo gravimetrico, magnetico ed elettrico in Italia, ed in particolare nella Sicilia orientale, durante l’estesa campagna del 1934. La sua vita professionale fu sempre improntata al miglioramento tecnologico, arduo agli inizi della carriera a causa delle difficoltà economiche del Paese e delle politiche autarchiche del regime. AGIP inviò il giovane Rocco negli USA nel 1935 e nel 1936, dove egli acquisì un ricco bagaglio di conoscenze sui nuovi metodi geofisici, e in particolare sulla sismica a riflessione. Tornato in Italia, egli chiese di far arrivare due gruppi sismici americani da impiegare in Val Padana: la prima risposta pare sia stata negativa. Si tenga infatti conto del contesto storico dell’epoca, dopo che la Società delle Nazioni aveva appena approvato le “inique” sanzioni all’Italia a seguito dell’avventura in Etiopia, inaugurando la stagione dell’autarchia. Nel 1937, dopo alcuni esperimenti con apparecchiature tedesche e la costruzione in proprio di rudimentali unità sismiche, AGIP chiese al Prof. Francesco Vercelli dell’Istituto di Geofisica di Trieste di effettuare una missione a Berlino per verificare lo stato dell’arte degli alleati, e cercare un’alternativa più conveniente di quella dell’americana Western Geophysical (fondata nel 1933 da Henry Salvatori, figlio di un emigrato abruzzese di Tocco da Casauria), già contattata da Rocco. Il Vercelli fu accompagnato a Berlino, nel mese di luglio, proprio da Rocco, e insieme verificarono l’insussistenza di standard tecnici soddisfacenti, che invece essi trovarono negli USA l’anno successivo (1938) in un’altra missione congiunta. In questa occasione, Vercelli e Rocco si interessarono principalmente alle offerte della Western Geophysical e della Seismograph Service Corp. Al loro ritorno, non senza sforzi, AGIP decise di approvare l’offerta di Western, e nel 1939 arrivarono in Italia due gruppi sismici, insieme al personale addetto alle operazioni di campo: pare che il primo scoppio sia stato eseguito il 10 giugno 1940, proprio nel giorno in cui l’Italia entrò nella seconda guerra mondiale. I risultati delle nuove indagini arrivarono presto: prima del rimpatrio dei tecnici statunitensi nell’autunno 1940, erano state già delineate le strutture di Ripalta, Caviaga, Cortemaggiore e Piadena. Rocco propose i primi pozzi esplorativi in pianura padana a S. Giorgio Piacentino, Caviaga e Ripalta, attività che portarono al primo successo nel 1944, con la scoperta del campo a gas di Caviaga. Rocco lasciò l’AGIP nel 1943, a causa di problemi legati al tumultuoso periodo dell’armistizio, dell’occupazione tedesca e della fine della guerra, e dal 1945 lavorò con la Società Petrolifera Italiana (SPI) di Fornovo Taro e dal 1948 con la Western Geophysical. Rientrò all’AGIP nel 1951, e divenne Direttore del Servizio Esplorazione. Negli anni 1950-60 collaborò ai successi dell’Azienda in varie regioni italiane (Abruzzo, Basilicata e Sicilia) e Paesi esteri (Iran, Egitto, Nigeria, Tunisia e Libia), oltre che per la definizione di dettaglio delle strutture geologiche in Val Padana. Nel 1968 lasciò AGIP (operando però per altri 5 anni come consulente esterno), e nello stesso anno fu eletto dalla SGI, di cui era membro dal 1940, Presidente per il biennio 1968-1969, dopo aver ricoperto la carica di Vice Presidente sotto la gestione di Roberto Malaroda. Con la sua nomina la Società intendeva aprirsi agli aspetti applicativi delle geoscienze e intensificare i rapporti con le realtà produttive, con l’industria mineraria di Stato in particolare. Rocco, dopo aver avviato la procedura di revisione di Statuto e Regolamento, si dimise però precocemente dopo pochi mesi. Questo il testo della stringata lettera del 20 luglio 1968, indirizzata al Vice Presidente “Preg.mo Prof. Mancini, per motivi dipendenti dalla mia attuale situazione professionale, non mi è possibile attendere alla preparazione del Congresso della S.G.I., previsto per l’estate del 1969. Non potendo per conseguenza adempiere a quanto prescritto da primo comma dell’art. 11 dello Statuto della nostra Società, mi vedo costretto a rassegnare formalmente a Lei le dimissioni da Presidente della S.G.I. Sono desolato per le seccature che Le arreco e, mentre La prego di voler accettare le mie più vive e sentite scuse, Le porgo i migliori saluti”. Il congresso mancato del 1969 avrebbe dovuto tenersi in settembre a Ravenna, avendo come tema applicativo il “Contributo della ricerca petrolifera alle conoscenze geologiche della regione adriatica”. Nonostante i tentativi di vari colleghi di indurlo a ritornare sui suoi passi, Rocco fu irremovibile e non addusse ulteriori spiegazioni. Il Consiglio Direttivo accettò le dimissioni e l’Assemblea straordinaria ne prese atto nelle rispettive sedute tenutesi consecutivamente a Roma presso l’Istituto di Geologia il 28/9/1968. Fiorenzo Mancini assunse quindi la Presidenza con un anno di anticipo rispetto al biennio previsto. Per effetto dell’annullamento del congresso del 1969, quello successivo slittò al 1970 (con sede Firenze), abbandonando la cadenza biennale ad anni dispari tenuta dal dopoguerra sino ad allora. Rocco morì a Milano, dove risiedeva in zona Porta Ticinese, il 2 Luglio 1984.

P. Macini, A. Argentieri (2024). Tiziano Rocco (Motta di Livenza, TV 12/2/1908 – Milano, 02/07/1984). Roma : Società Geologica Italiana ETS.

Tiziano Rocco (Motta di Livenza, TV 12/2/1908 – Milano, 02/07/1984)

P. Macini
;
2024

Abstract

Poco sappiamo della vita privata di Tiziano Rocco. Ebbe un’infanzia disagiata a causa della Grande Guerra, e la famiglia dovette sfollare da Motta di Livenza (Treviso) a Carpi a seguito dell’occupazione austriaca della pianura veneta dopo la disfatta di Caporetto. La residenza in Emilia creò un solido legame con questa terra in lui e nei suoi genitori, che vi rimasero fino alla loro scomparsa. Studiò al Politecnico di Torino, laureandosi in Ingegneria Mineraria nel 1929. Nel 1931 fu assunto da AGIP, fondata solo 5 anni prima, e fu assegnato alla Sezione geofisica, disciplina che stava compiendo i primi passi come strumento a supporto dell’esplorazione petrolifera. Sostenne il colloquio di assunzione a Roma, al tempo sede dell’Azienda, alla presenza di Guido Bonarelli e dell’allora dirigente della sezione geofisica Arnaldo Belluigi. Rocco previde le potenzialità della geofisica, ed in particolare della sismica a riflessione, con almeno una decade di anticipo in Europa, in tempi in cui non esisteva collaborazione tecnologica fra aziende, università ed enti di ricerca, e i risultati scientifici e tecnologici filtravano con difficoltà. Dopo un breve periodo di addestramento, Rocco diresse varie squadre di rilievo gravimetrico, magnetico ed elettrico in Italia, ed in particolare nella Sicilia orientale, durante l’estesa campagna del 1934. La sua vita professionale fu sempre improntata al miglioramento tecnologico, arduo agli inizi della carriera a causa delle difficoltà economiche del Paese e delle politiche autarchiche del regime. AGIP inviò il giovane Rocco negli USA nel 1935 e nel 1936, dove egli acquisì un ricco bagaglio di conoscenze sui nuovi metodi geofisici, e in particolare sulla sismica a riflessione. Tornato in Italia, egli chiese di far arrivare due gruppi sismici americani da impiegare in Val Padana: la prima risposta pare sia stata negativa. Si tenga infatti conto del contesto storico dell’epoca, dopo che la Società delle Nazioni aveva appena approvato le “inique” sanzioni all’Italia a seguito dell’avventura in Etiopia, inaugurando la stagione dell’autarchia. Nel 1937, dopo alcuni esperimenti con apparecchiature tedesche e la costruzione in proprio di rudimentali unità sismiche, AGIP chiese al Prof. Francesco Vercelli dell’Istituto di Geofisica di Trieste di effettuare una missione a Berlino per verificare lo stato dell’arte degli alleati, e cercare un’alternativa più conveniente di quella dell’americana Western Geophysical (fondata nel 1933 da Henry Salvatori, figlio di un emigrato abruzzese di Tocco da Casauria), già contattata da Rocco. Il Vercelli fu accompagnato a Berlino, nel mese di luglio, proprio da Rocco, e insieme verificarono l’insussistenza di standard tecnici soddisfacenti, che invece essi trovarono negli USA l’anno successivo (1938) in un’altra missione congiunta. In questa occasione, Vercelli e Rocco si interessarono principalmente alle offerte della Western Geophysical e della Seismograph Service Corp. Al loro ritorno, non senza sforzi, AGIP decise di approvare l’offerta di Western, e nel 1939 arrivarono in Italia due gruppi sismici, insieme al personale addetto alle operazioni di campo: pare che il primo scoppio sia stato eseguito il 10 giugno 1940, proprio nel giorno in cui l’Italia entrò nella seconda guerra mondiale. I risultati delle nuove indagini arrivarono presto: prima del rimpatrio dei tecnici statunitensi nell’autunno 1940, erano state già delineate le strutture di Ripalta, Caviaga, Cortemaggiore e Piadena. Rocco propose i primi pozzi esplorativi in pianura padana a S. Giorgio Piacentino, Caviaga e Ripalta, attività che portarono al primo successo nel 1944, con la scoperta del campo a gas di Caviaga. Rocco lasciò l’AGIP nel 1943, a causa di problemi legati al tumultuoso periodo dell’armistizio, dell’occupazione tedesca e della fine della guerra, e dal 1945 lavorò con la Società Petrolifera Italiana (SPI) di Fornovo Taro e dal 1948 con la Western Geophysical. Rientrò all’AGIP nel 1951, e divenne Direttore del Servizio Esplorazione. Negli anni 1950-60 collaborò ai successi dell’Azienda in varie regioni italiane (Abruzzo, Basilicata e Sicilia) e Paesi esteri (Iran, Egitto, Nigeria, Tunisia e Libia), oltre che per la definizione di dettaglio delle strutture geologiche in Val Padana. Nel 1968 lasciò AGIP (operando però per altri 5 anni come consulente esterno), e nello stesso anno fu eletto dalla SGI, di cui era membro dal 1940, Presidente per il biennio 1968-1969, dopo aver ricoperto la carica di Vice Presidente sotto la gestione di Roberto Malaroda. Con la sua nomina la Società intendeva aprirsi agli aspetti applicativi delle geoscienze e intensificare i rapporti con le realtà produttive, con l’industria mineraria di Stato in particolare. Rocco, dopo aver avviato la procedura di revisione di Statuto e Regolamento, si dimise però precocemente dopo pochi mesi. Questo il testo della stringata lettera del 20 luglio 1968, indirizzata al Vice Presidente “Preg.mo Prof. Mancini, per motivi dipendenti dalla mia attuale situazione professionale, non mi è possibile attendere alla preparazione del Congresso della S.G.I., previsto per l’estate del 1969. Non potendo per conseguenza adempiere a quanto prescritto da primo comma dell’art. 11 dello Statuto della nostra Società, mi vedo costretto a rassegnare formalmente a Lei le dimissioni da Presidente della S.G.I. Sono desolato per le seccature che Le arreco e, mentre La prego di voler accettare le mie più vive e sentite scuse, Le porgo i migliori saluti”. Il congresso mancato del 1969 avrebbe dovuto tenersi in settembre a Ravenna, avendo come tema applicativo il “Contributo della ricerca petrolifera alle conoscenze geologiche della regione adriatica”. Nonostante i tentativi di vari colleghi di indurlo a ritornare sui suoi passi, Rocco fu irremovibile e non addusse ulteriori spiegazioni. Il Consiglio Direttivo accettò le dimissioni e l’Assemblea straordinaria ne prese atto nelle rispettive sedute tenutesi consecutivamente a Roma presso l’Istituto di Geologia il 28/9/1968. Fiorenzo Mancini assunse quindi la Presidenza con un anno di anticipo rispetto al biennio previsto. Per effetto dell’annullamento del congresso del 1969, quello successivo slittò al 1970 (con sede Firenze), abbandonando la cadenza biennale ad anni dispari tenuta dal dopoguerra sino ad allora. Rocco morì a Milano, dove risiedeva in zona Porta Ticinese, il 2 Luglio 1984.
2024
Mente et Malleo, la Società Geologica Italiana e i suoi Presidenti
337
339
P. Macini, A. Argentieri (2024). Tiziano Rocco (Motta di Livenza, TV 12/2/1908 – Milano, 02/07/1984). Roma : Società Geologica Italiana ETS.
P. Macini; A. Argentieri
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/981916
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact