In Italia e non solo, il tema dei beni comuni si è guadagnato un’attenzione crescente nel discorso pubblico in riferimento a una pluralità di profili e in-tendimenti diversi.L’impressione è che il successo dell’espressione sia dovuta anche all’attua-le incertezza dei suoi contorni concettuali, a dispetto dell’affermazione dei commons nel dibattito scientifico, che portò Elinor Ostrom a vincere, nel 2009, il premio Nobel per l’Economia. Così, mentre si assiste a livello locale a un’attivazione congiunta per il “bene comune” della società civile, delle amministrazioni comunali e di enti privati come le fondazioni di origine ban-caria, l’incertezza in cui ci si muove rischia di vanificare questo patrimonio di collaborazione e azioni solidali.Da considerazioni come queste origina l’Osservatorio dei Beni Comuni, pro-mosso da Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Con il Sud e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e coordinato dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani. In questo volume si presentano i risultati prodotti nei suoi primi due anni di attività, con un’analisi che – per la prima volta in Italia – affronta il tema sia sotto il profilo teorico, con approccio multidisciplinare, sia in concreto, in un confronto diretto con e tra le amministrazioni locali.Si arriva in tal modo a reinterpretare i beni comuni in una lettura obiettiva e disincantata, ma ben fondata in seno al nostro ordinamento, che, al tempo stesso, dà conto dell’efficacia e dei limiti della strumentazione oggi a disposizione per valorizzare questo patrimonio di risorse spontanee e solidali.
daniele donati (2024). La cura dei beni comuni tra teoria e prassi. Un’analisi interdisciplinare. Milano : FrancoAngeli.
La cura dei beni comuni tra teoria e prassi. Un’analisi interdisciplinare
daniele donati
2024
Abstract
In Italia e non solo, il tema dei beni comuni si è guadagnato un’attenzione crescente nel discorso pubblico in riferimento a una pluralità di profili e in-tendimenti diversi.L’impressione è che il successo dell’espressione sia dovuta anche all’attua-le incertezza dei suoi contorni concettuali, a dispetto dell’affermazione dei commons nel dibattito scientifico, che portò Elinor Ostrom a vincere, nel 2009, il premio Nobel per l’Economia. Così, mentre si assiste a livello locale a un’attivazione congiunta per il “bene comune” della società civile, delle amministrazioni comunali e di enti privati come le fondazioni di origine ban-caria, l’incertezza in cui ci si muove rischia di vanificare questo patrimonio di collaborazione e azioni solidali.Da considerazioni come queste origina l’Osservatorio dei Beni Comuni, pro-mosso da Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Con il Sud e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e coordinato dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani. In questo volume si presentano i risultati prodotti nei suoi primi due anni di attività, con un’analisi che – per la prima volta in Italia – affronta il tema sia sotto il profilo teorico, con approccio multidisciplinare, sia in concreto, in un confronto diretto con e tra le amministrazioni locali.Si arriva in tal modo a reinterpretare i beni comuni in una lettura obiettiva e disincantata, ma ben fondata in seno al nostro ordinamento, che, al tempo stesso, dà conto dell’efficacia e dei limiti della strumentazione oggi a disposizione per valorizzare questo patrimonio di risorse spontanee e solidali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.