Le sfide di carattere teorico e metodologico che il contesto di insegnamento di tipo L2 pone al docente si intrecciano strettamente all’annosa questione della lingua e ai rapporti tra standard e neostandard. Nel contesto L2, infatti, gli apprendenti sono esposti ad un input linguistico abbondante e variegato, che include anche strutture linguistiche che, sebbene siano ampiamente utilizzate dagli italofoni nativi, sono escluse o scarsamente trattate nei manuali L2, specie nei livelli inferiori al C1/C2 del QCER. In questo divario tra norma e uso, spetta spesso al docente mediare tra le strutture linguistiche che risultano incomprensibili agli apprendenti e le loro conoscenze pregresse, basate sui contenuti dei manuali. Pertanto, l’intervento si focalizzerà su un tentativo di dare risposta a questo divario tra norma ed uso attraverso la progettazione ad hoc di unità didattiche per l’apprendimento dell’italiano L2 nell’ottica di un approccio descrittivo alla lingua e di una prospettiva sociolinguistica, che promuove una concezione della lingua come insieme di varietà differenziate e funzionali. A questo proposito, nell’intervento verrà brevemente presentata, a titolo di esempio, un’unità didattica che ha l’obiettivo di presentare l’uso delle forme riflessive in senso affettivo. In particolare, verrà posta l’attenzione su come l’unità didattica sia stata progettata per presentare l’uso delle forme riflessive affettive non come nota a latere di approfondimento, ma come una parte integrante del tema più ampio dei verbi riflessivi nel loro uso standard. Infine, verranno brevemente presentati gli esiti della sperimentazione dell’unità didattica in 5 classi universitarie.
Anna Zingaro (2024). Tra standard e neostandard: le forme riflessive “affettive” nell’insegnamento dell’italiano a stranieri. Firenze : Franco Cesati.
Tra standard e neostandard: le forme riflessive “affettive” nell’insegnamento dell’italiano a stranieri
Anna Zingaro
2024
Abstract
Le sfide di carattere teorico e metodologico che il contesto di insegnamento di tipo L2 pone al docente si intrecciano strettamente all’annosa questione della lingua e ai rapporti tra standard e neostandard. Nel contesto L2, infatti, gli apprendenti sono esposti ad un input linguistico abbondante e variegato, che include anche strutture linguistiche che, sebbene siano ampiamente utilizzate dagli italofoni nativi, sono escluse o scarsamente trattate nei manuali L2, specie nei livelli inferiori al C1/C2 del QCER. In questo divario tra norma e uso, spetta spesso al docente mediare tra le strutture linguistiche che risultano incomprensibili agli apprendenti e le loro conoscenze pregresse, basate sui contenuti dei manuali. Pertanto, l’intervento si focalizzerà su un tentativo di dare risposta a questo divario tra norma ed uso attraverso la progettazione ad hoc di unità didattiche per l’apprendimento dell’italiano L2 nell’ottica di un approccio descrittivo alla lingua e di una prospettiva sociolinguistica, che promuove una concezione della lingua come insieme di varietà differenziate e funzionali. A questo proposito, nell’intervento verrà brevemente presentata, a titolo di esempio, un’unità didattica che ha l’obiettivo di presentare l’uso delle forme riflessive in senso affettivo. In particolare, verrà posta l’attenzione su come l’unità didattica sia stata progettata per presentare l’uso delle forme riflessive affettive non come nota a latere di approfondimento, ma come una parte integrante del tema più ampio dei verbi riflessivi nel loro uso standard. Infine, verranno brevemente presentati gli esiti della sperimentazione dell’unità didattica in 5 classi universitarie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.