Nel presente lavoro si riferiscono gli studi archeometrici relativi a frammenti di bucchero e ceramica depurata grigia che costituiscono un campione significativo delle relative tipologie provenienti dalla Casa 1, della Regio IV, Insula 2 della città etrusca di Marzabotto. La motivazione che ha dato origine a queste indagini risiede nella necessità di caratterizzare tali classi ceramiche, largamente attestate nello scavo, dal punto di vista delle tecnologie e dell’area di produzione. In specifico per quanto riguarda i buccheri (8 campioni), poiché tale produzione presenta caratteri molto eterogenei ancora non definitivamente chiariti anche dal punto di vista tecnologico, le analisi sono state mirate ad ottenere le motivazioni delle variazioni cromatiche che li caratterizzano: colori variabili dal nero al grigio, al marrone-verde, al rossastro riscontrabili sia in superficie che in frattura. Per quanto riguarda la ceramica depurata grigia (6 campioni) l’attenzione è stata particolarmente rivolta a connotare dal punto di vista minero-geochimico la classe ceramica e ad individuare analogie e/o differenze, soprattutto a livello tecnologico, con il bucchero di colore grigio. I campioni sono stati analizzati mediante: a) analisi diffrattometrica a raggi X (Diffrattometro Philips PW1710) condotta sulle tre porzioni del manufatto ceramico per determinarne la composizione mineralogica ed individuare la presenza di fasi (prevalentemente ossidi) che potessero giustificare le eterogeneità sopraccitate; b) analisi al microscopio elettronico a scansione (SEM Philips 515b, 15 kV, BEI), su sezioni lucide, per condurre osservazioni morfologiche (granulometria e forma dei cristalli) e indagini sui componenti mineralogici presenti, anche in piccole quantità, che potessero evidenziare le differenze riscontrate. A tal scopo ogni sezione è stata osservata nella porzione interna, centrale ed esterna; c) analisi termica (TG, DTG, DTA) (Apparato Termico SETARAM LABSYS), condotta sia sui campioni in toto che sulle frazioni separate di campioni specifici, per quantificare la perdita % in peso (LOI) subita dal campione in determinati intervalli di temperatura; d) analisi chimica tramite fluorescenza a raggi X (XRF Philips PW1480) condotta sul campione in toto per determinare la composizione chimica principale e quella di 15 elementi in traccia. L’insieme delle analisi archeometriche condotte sui campioni di bucchero e di ceramica depurata grigia ha permesso di dare risposte esaurienti ai quesiti emersi dall’indagine archeologica. Per entrambe le tipologie ceramiche studiate è stato possibile confermare la produzione locale mediante l’analisi chimica degli impasti e il confronto col chimismo di altri prodotti ceramici già individuati come prodotti autoctoni. Per quanto concerne il problema delle diversità cromatiche presenti nei campioni di bucchero si può confermare che il vario grado di annerimento è da ricollegarsi in modo più marcato al contenuto di sostanza organica di ogni campione e delle sue varie frazioni. Non si può escludere però che anche la presenza di ossidi di ferro ridotto, quando presenti in tracce, contribuiscano a rafforzare questa caratteristica cromatica, come del resto la porosità del manufatto.
V. Minguzzi, M.C. Nannetti, E. Esquilini (2010). LE ANALISI ARCHEOMETRICHE 2. IL BUCCHERO E LA CERAMICA GRIGIA.. BOLOGNA : Ante Quem.
LE ANALISI ARCHEOMETRICHE 2. IL BUCCHERO E LA CERAMICA GRIGIA.
MINGUZZI, VANNA;NANNETTI, MARIA CARLA;ESQUILINI, ELISA
2010
Abstract
Nel presente lavoro si riferiscono gli studi archeometrici relativi a frammenti di bucchero e ceramica depurata grigia che costituiscono un campione significativo delle relative tipologie provenienti dalla Casa 1, della Regio IV, Insula 2 della città etrusca di Marzabotto. La motivazione che ha dato origine a queste indagini risiede nella necessità di caratterizzare tali classi ceramiche, largamente attestate nello scavo, dal punto di vista delle tecnologie e dell’area di produzione. In specifico per quanto riguarda i buccheri (8 campioni), poiché tale produzione presenta caratteri molto eterogenei ancora non definitivamente chiariti anche dal punto di vista tecnologico, le analisi sono state mirate ad ottenere le motivazioni delle variazioni cromatiche che li caratterizzano: colori variabili dal nero al grigio, al marrone-verde, al rossastro riscontrabili sia in superficie che in frattura. Per quanto riguarda la ceramica depurata grigia (6 campioni) l’attenzione è stata particolarmente rivolta a connotare dal punto di vista minero-geochimico la classe ceramica e ad individuare analogie e/o differenze, soprattutto a livello tecnologico, con il bucchero di colore grigio. I campioni sono stati analizzati mediante: a) analisi diffrattometrica a raggi X (Diffrattometro Philips PW1710) condotta sulle tre porzioni del manufatto ceramico per determinarne la composizione mineralogica ed individuare la presenza di fasi (prevalentemente ossidi) che potessero giustificare le eterogeneità sopraccitate; b) analisi al microscopio elettronico a scansione (SEM Philips 515b, 15 kV, BEI), su sezioni lucide, per condurre osservazioni morfologiche (granulometria e forma dei cristalli) e indagini sui componenti mineralogici presenti, anche in piccole quantità, che potessero evidenziare le differenze riscontrate. A tal scopo ogni sezione è stata osservata nella porzione interna, centrale ed esterna; c) analisi termica (TG, DTG, DTA) (Apparato Termico SETARAM LABSYS), condotta sia sui campioni in toto che sulle frazioni separate di campioni specifici, per quantificare la perdita % in peso (LOI) subita dal campione in determinati intervalli di temperatura; d) analisi chimica tramite fluorescenza a raggi X (XRF Philips PW1480) condotta sul campione in toto per determinare la composizione chimica principale e quella di 15 elementi in traccia. L’insieme delle analisi archeometriche condotte sui campioni di bucchero e di ceramica depurata grigia ha permesso di dare risposte esaurienti ai quesiti emersi dall’indagine archeologica. Per entrambe le tipologie ceramiche studiate è stato possibile confermare la produzione locale mediante l’analisi chimica degli impasti e il confronto col chimismo di altri prodotti ceramici già individuati come prodotti autoctoni. Per quanto concerne il problema delle diversità cromatiche presenti nei campioni di bucchero si può confermare che il vario grado di annerimento è da ricollegarsi in modo più marcato al contenuto di sostanza organica di ogni campione e delle sue varie frazioni. Non si può escludere però che anche la presenza di ossidi di ferro ridotto, quando presenti in tracce, contribuiscano a rafforzare questa caratteristica cromatica, come del resto la porosità del manufatto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.