Peace and Love, Victoria: l’educazione, le questioni di genere, il carcere

Women represent approximately 4.2% of prison population in Italy. This percentage does not vary over time and configures the female population as marginal. Few correctional settings have programmatic resources or specially trained staff to address female offenders’ unique needs. This contribution intends to reflect upon possible contaminations between educational work in prison and gender issues, starting from a positioning grounded in feminist theories and interpretation of the condition of detention - even those that have integrated critical and abolitionist instances.According to E. Goffman (1961), the prison is seen as a total institution that alters the personalities of its inmates, depriving them of their characteristics. The corrective and normalizing means of the power relations that govern the prison structure (M. Foucault, 1975) want to be the subject of constant reflection. In this framework, particular attention will be given to gender discrimination and violence against women. The epistemological attention to gender also pertains to the fact that often the educational and training projects implemented with women (as well as with non-heterosexual and/or non-cisgender subjectivities, who suffer the violence of heteronormative structures) exclude cultural experience and, above all, are not attentive to differentiation of practices and gender-based tools.

Le donne rappresentano circa il 4,2% della popolazione carceraria in Italia. Questa percentuale rimane stabile nel tempo e configura la popolazione femminile come marginale. Pochi istituti correttivi dispongono di risorse programmatiche o personale specializzato per affrontare le esigenze uniche e diffuse delle detenute. Il contributo intende riflettere sulle possibili contaminazioni tra il lavoro educativo in carcere e le questioni di genere, partendo da un posizionamento che raccoglie gli argomenti delle teorie femministe - compresi quelli che hanno integrato istanze critiche e abolizioniste. Secondo E. Goffman (1961), il contesto carcerario viene considerato come un’istituzione totale che altera le personalità dei detenuti, privandoli delle loro caratteristiche personali. I mezzi correttivi e normalizzanti delle relazioni di potere che governano la struttura carceraria (M. Foucault, 1975) sono oggetto di riflessione costante. In questo contesto, particolare attenzione sarà data alle questioni relative alla discriminazione di genere e alla violenza contro le donne. L’attenzione epistemologica al genere riguarda anche il problema che spesso i progetti educativi e formativi implementati con le donne (così come con soggettività non-eterosessuali e/o non-cisgender, che subiscono la violenza delle strutture eteronormative) escludono l’esperienza culturale e, soprattutto, non sono attenti alla differenziazione delle pratiche e degli strumenti basati sul genere.