L’efficacia dell’omeopatia è tuttora oggetto di acceso dibattito e, nonostante le numerose ipotesi formulate, il suo meccanismo d’azione non è ancora stato totalmente chiarito e non esiste una teoria comunemente accettata. Situazione analoga si riscontra per quanto riguarda gli effetti biologici dei campi elettromagnetici deboli a bassa frequenza. Tali effetti, che dipendono in modo complesso dalla intensità e frequenza del campo magnetico e dalla durata del trattamento, sono stati ampiamente studiati sull’uomo e sugli animali e, negli ultimi anni e in misura sicuramente minore, sulle piante. Anche in questo caso sono state formulate numerose ipotesi per spiegare l’interazione di tali campi con il bio-oggetto, ma finora non si hanno risposte certe. Omeopatia ed elettromagnetismo potrebbero essere interpretate, alla luce del relativamente recente paradigma fisico quanto-elettrodinamico, come due facce della stessa moneta spendibile per soddisfare, in chiave sia teorica che sperimentale, le esigenze di complesse dinamiche biologiche in cerca di una propria riconoscibile e specifica identità. A tal proposito, i nostri campioni sono stati anche valutati geneticamente. Una migliore comprensione del meccanismo d’azione sia dei medicinali omeopatici che dei campi elettromagnetici deboli potrebbe essere raggiunta grazie all’uso di modelli in vitro e in vivo nei quali la correlazione trattamento/effetto è più diretta e quindi più facilmente interpretabile. Tra questi, i modelli vegetali presentano numerosi vantaggi come l’assenza di effetto placebo e di problemi etici, l’impiego di materiale biologico economico e pressoché inesauribile, la possibilità di condurre un elevato numero di prove in tempi ragionevolmente brevi e di poter quindi disporre di un’ampia base di dati per un’approfondita analisi statistica. Scopo della nostra ricerca è: i) fornire un contributo sperimentale per la valutazione degli effetti biologici delle alte diluizioni omeopatiche e di trattamenti elettromagnetici, mediante esperimenti standardizzati basati su modelli vegetali; ii) identificare un’eventuale similarità tra gli effetti biologici della potentizzazione omeopatica e dell’esposizione elettromagnetica. In particolare sono stati studiati un modello di germinazione in vitro del polline (Betti et al, Bioelectromagnetics, 2010, submitted) e un modello fitopatologico rappresentato dall’interazione tabacco/virus del mosaico del tabacco (Betti et al, Homeopathy, 2003; Trebbi et al, Bioelectromagnetics, 2007).

INFLUENZA DI TRATTAMENTI OMEOPATICI E DI CAMPI ELETTROMAGNETICI DEBOLI A BASSA FREQUENZA SU MODELLI VEGETALI / L. Betti; G. Trebbi; M. Zurla; M. Brizzi; F. Borghini. - STAMPA. - (2010), pp. 5-5. (Intervento presentato al convegno MEDICINA INTEGRATA: EVIDENZE SCIENTIFICHE tenutosi a Catania nel 10 Aprile 2010).

INFLUENZA DI TRATTAMENTI OMEOPATICI E DI CAMPI ELETTROMAGNETICI DEBOLI A BASSA FREQUENZA SU MODELLI VEGETALI

BETTI, LUCIETTA;TREBBI, GRAZIA;ZURLA, MICHELA;BRIZZI, MAURIZIO;
2010

Abstract

L’efficacia dell’omeopatia è tuttora oggetto di acceso dibattito e, nonostante le numerose ipotesi formulate, il suo meccanismo d’azione non è ancora stato totalmente chiarito e non esiste una teoria comunemente accettata. Situazione analoga si riscontra per quanto riguarda gli effetti biologici dei campi elettromagnetici deboli a bassa frequenza. Tali effetti, che dipendono in modo complesso dalla intensità e frequenza del campo magnetico e dalla durata del trattamento, sono stati ampiamente studiati sull’uomo e sugli animali e, negli ultimi anni e in misura sicuramente minore, sulle piante. Anche in questo caso sono state formulate numerose ipotesi per spiegare l’interazione di tali campi con il bio-oggetto, ma finora non si hanno risposte certe. Omeopatia ed elettromagnetismo potrebbero essere interpretate, alla luce del relativamente recente paradigma fisico quanto-elettrodinamico, come due facce della stessa moneta spendibile per soddisfare, in chiave sia teorica che sperimentale, le esigenze di complesse dinamiche biologiche in cerca di una propria riconoscibile e specifica identità. A tal proposito, i nostri campioni sono stati anche valutati geneticamente. Una migliore comprensione del meccanismo d’azione sia dei medicinali omeopatici che dei campi elettromagnetici deboli potrebbe essere raggiunta grazie all’uso di modelli in vitro e in vivo nei quali la correlazione trattamento/effetto è più diretta e quindi più facilmente interpretabile. Tra questi, i modelli vegetali presentano numerosi vantaggi come l’assenza di effetto placebo e di problemi etici, l’impiego di materiale biologico economico e pressoché inesauribile, la possibilità di condurre un elevato numero di prove in tempi ragionevolmente brevi e di poter quindi disporre di un’ampia base di dati per un’approfondita analisi statistica. Scopo della nostra ricerca è: i) fornire un contributo sperimentale per la valutazione degli effetti biologici delle alte diluizioni omeopatiche e di trattamenti elettromagnetici, mediante esperimenti standardizzati basati su modelli vegetali; ii) identificare un’eventuale similarità tra gli effetti biologici della potentizzazione omeopatica e dell’esposizione elettromagnetica. In particolare sono stati studiati un modello di germinazione in vitro del polline (Betti et al, Bioelectromagnetics, 2010, submitted) e un modello fitopatologico rappresentato dall’interazione tabacco/virus del mosaico del tabacco (Betti et al, Homeopathy, 2003; Trebbi et al, Bioelectromagnetics, 2007).
2010
MEDICINA INTEGRATA: EVIDENZE SCIENTIFICHE
5
5
INFLUENZA DI TRATTAMENTI OMEOPATICI E DI CAMPI ELETTROMAGNETICI DEBOLI A BASSA FREQUENZA SU MODELLI VEGETALI / L. Betti; G. Trebbi; M. Zurla; M. Brizzi; F. Borghini. - STAMPA. - (2010), pp. 5-5. (Intervento presentato al convegno MEDICINA INTEGRATA: EVIDENZE SCIENTIFICHE tenutosi a Catania nel 10 Aprile 2010).
L. Betti; G. Trebbi; M. Zurla; M. Brizzi; F. Borghini
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