Il testo apre la III sezione “Raconter la collection” del volume ed è dedicato al rapporto tra corrispondenze private e storiografia nell’orizzonte delle pratiche collezionistiche europee del Seicento. Il contributo, centrato attorno alla prestigiosa figura del principe Livio I Odescalchi, nipote di Innocenzo XI ed effimero candidato al trono di Polonia, si avvale di un ampio ricorso a fonti dell’epoca e della possibilità metodologicamente rara di un approccio sistematico e d’insieme a documenti privati degli Archivi Odescalchi. Livio I non venne nominato cardinal nepote e fece della sua pratica collezionistica, che lo portò ad acquisire perfino la prestigiosa collezione della regina Cristina di Svezia, una vera e propria ars vivendi ed anche un motivo di inclusione sociale tra l’aristocrazia europea. In uno spazio dell’arte, dinamico ed internazionale, in cui si riconoscono nobili ed artisti caratterizzati da una cultura e da ambizioni e possibilità economiche molto diverse (ad esempio Francesco Maria della Porta, Quintiliano ed Abbondio Rezzonico, Sebastiano Resta, Carlo Buratti, Maratta, Monnot…) il principe riesce ad utilizzare una efficace e fidata rete di corrispondenti ed agenti per arricchire le sue collezioni d’arte. Grazie alla ricchissima documentazione che è stato possibile consultare il caso dei carteggi di Livio I Odescalchi risulta veramente esemplare per analizzare similitudini e differenze, continuità e rotture tra i modi e gli stereotipi della storiografia del tempo e quelli, menù ufficiali e probabilmente più cinici, di comunicazioni private che vedevano nel collezionismo aristocratico una forma di curiositas non solo utile, ma socialmente indispensabile.
Costa Sandra (2024). L'Europe des arts et les pratiques de collection au XVIIe siècle / Les correspondances privées et l'historiographie. Paris : Mare & Martin.
L'Europe des arts et les pratiques de collection au XVIIe siècle / Les correspondances privées et l'historiographie
Costa Sandra
2024
Abstract
Il testo apre la III sezione “Raconter la collection” del volume ed è dedicato al rapporto tra corrispondenze private e storiografia nell’orizzonte delle pratiche collezionistiche europee del Seicento. Il contributo, centrato attorno alla prestigiosa figura del principe Livio I Odescalchi, nipote di Innocenzo XI ed effimero candidato al trono di Polonia, si avvale di un ampio ricorso a fonti dell’epoca e della possibilità metodologicamente rara di un approccio sistematico e d’insieme a documenti privati degli Archivi Odescalchi. Livio I non venne nominato cardinal nepote e fece della sua pratica collezionistica, che lo portò ad acquisire perfino la prestigiosa collezione della regina Cristina di Svezia, una vera e propria ars vivendi ed anche un motivo di inclusione sociale tra l’aristocrazia europea. In uno spazio dell’arte, dinamico ed internazionale, in cui si riconoscono nobili ed artisti caratterizzati da una cultura e da ambizioni e possibilità economiche molto diverse (ad esempio Francesco Maria della Porta, Quintiliano ed Abbondio Rezzonico, Sebastiano Resta, Carlo Buratti, Maratta, Monnot…) il principe riesce ad utilizzare una efficace e fidata rete di corrispondenti ed agenti per arricchire le sue collezioni d’arte. Grazie alla ricchissima documentazione che è stato possibile consultare il caso dei carteggi di Livio I Odescalchi risulta veramente esemplare per analizzare similitudini e differenze, continuità e rotture tra i modi e gli stereotipi della storiografia del tempo e quelli, menù ufficiali e probabilmente più cinici, di comunicazioni private che vedevano nel collezionismo aristocratico una forma di curiositas non solo utile, ma socialmente indispensabile.File | Dimensione | Formato | |
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