Milano è una città percepita come sicura? Come la vivono le donne? Queste domande nascono dalla consapevolezza che le città non sono "corpi neutri", ma vengono percorse da pratiche d'uso e da vissuti emozionali che mutano al mutare del genere. Nella "società liquida", priva degli stabili punti di riferimento del passato, vi è una diffusa impressione di insicurezza, amplificata dal clima socio-politico, che favorisce l'installazione di telecamere e gli appelli alla maggiore presenza di forze dell'ordine. La percezione del pericolo poggia solo in parte su cause oggettive: l'amplificazione sociale dei rischi avvertiti discende tanto dai media, che giocano un ruolo rilevante nelle rappresentazioni dell'ambiente che ognuno si costruisce, quanto dalla risposta emozionale a esperienze dirette e indirette di episodi di aggressione, violenza o microcri-minalità. Questo libro propone i risultati di una ricerca sul modo in cui la rappresentazione (cognitiva ed emozionale) che le donne di Milano hanno della città, dei suoi quartieri e dei suoi spazi, condizioni e limiti la loro libera circolazione attraverso di essi. L'obiettivo è quello di illustrare le pratiche femminili di appropriazione della città, ma anche di fornire uno stimolo alle istituzioni pubbliche per interventi di tipo comunicativo/informativo e azioni finalizzate ad aumentare la sicurezza di particolari aree cittadine, che possano consentire alle donne di vivere la città senza barriere e senza paure. Contributi di Guido Di Fraia, Anna Manzato, Maria Angela Polesana, Riccardo Pronzato, Elisabetta Risi.
Pronzato, R. (2019). L’approccio socio-cognitivo per studiare la percezione del rischio e l’attenzione al pericolo. Cos'è in frame?. VERONA : Ombre Corte.
L’approccio socio-cognitivo per studiare la percezione del rischio e l’attenzione al pericolo. Cos'è in frame?
Pronzato, Riccardo
Primo
2019
Abstract
Milano è una città percepita come sicura? Come la vivono le donne? Queste domande nascono dalla consapevolezza che le città non sono "corpi neutri", ma vengono percorse da pratiche d'uso e da vissuti emozionali che mutano al mutare del genere. Nella "società liquida", priva degli stabili punti di riferimento del passato, vi è una diffusa impressione di insicurezza, amplificata dal clima socio-politico, che favorisce l'installazione di telecamere e gli appelli alla maggiore presenza di forze dell'ordine. La percezione del pericolo poggia solo in parte su cause oggettive: l'amplificazione sociale dei rischi avvertiti discende tanto dai media, che giocano un ruolo rilevante nelle rappresentazioni dell'ambiente che ognuno si costruisce, quanto dalla risposta emozionale a esperienze dirette e indirette di episodi di aggressione, violenza o microcri-minalità. Questo libro propone i risultati di una ricerca sul modo in cui la rappresentazione (cognitiva ed emozionale) che le donne di Milano hanno della città, dei suoi quartieri e dei suoi spazi, condizioni e limiti la loro libera circolazione attraverso di essi. L'obiettivo è quello di illustrare le pratiche femminili di appropriazione della città, ma anche di fornire uno stimolo alle istituzioni pubbliche per interventi di tipo comunicativo/informativo e azioni finalizzate ad aumentare la sicurezza di particolari aree cittadine, che possano consentire alle donne di vivere la città senza barriere e senza paure. Contributi di Guido Di Fraia, Anna Manzato, Maria Angela Polesana, Riccardo Pronzato, Elisabetta Risi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.