I discorsi su voce e canto occuparono una posizione di grande rilievo nella pubblicistica fonografica, sia per quantità di articoli, recensioni, rubriche dedicate, pubblicità e lettere degli abbonati, sia, alle volte, per qualità e respiro dei contenuti e prestigio degli estensori. All’interno di questo vasto corpus di attestazioni, è possibile distinguere un gruppo eterogeneo di contributi che affrontavano nello specifico i problemi della voce (parlata o cantata) in relazione a quelli della riproduzione sonora, sondando il tema del potere trasformativo della macchina ora da un punto di vista teorico (anche in chiave esplicitamente tecno-determinista), ora ricorrendo a metafore e toni sensazionalistici, più spesso alla luce delle esperienze pratiche di interpreti o di esperti a vario titolo. Nel presente contributo si analizzerà in particolare l’emergere di un dibattito sull’esistenza di una “voce fonografica”, ossia di caratteristiche vocali specificamente modellate sulle necessità del corno acustico, quindi del microfono. Adottando concetti e metodi dell’archeologia mediale, si ricostruirà la genealogia di questi discorsi e il loro portato in ambito di tecnica del canto d’arte. L’obiettivo è di fornirne nuove prospettive sui processi di mediatizzazione della voce in epoca ante-editing, anche in riferimento al problema della “presenza” dell’artista in disco e all’idea di fonografia come sito e motore della frattura novecentesca tra corpi e voci.
Daniele Palma (2023). The Gramophone and the Singer. Voce, canto e tecniche culturali del suono riprodotto (1900-1948). Roma : Neoclassica.
The Gramophone and the Singer. Voce, canto e tecniche culturali del suono riprodotto (1900-1948)
Daniele Palma
2023
Abstract
I discorsi su voce e canto occuparono una posizione di grande rilievo nella pubblicistica fonografica, sia per quantità di articoli, recensioni, rubriche dedicate, pubblicità e lettere degli abbonati, sia, alle volte, per qualità e respiro dei contenuti e prestigio degli estensori. All’interno di questo vasto corpus di attestazioni, è possibile distinguere un gruppo eterogeneo di contributi che affrontavano nello specifico i problemi della voce (parlata o cantata) in relazione a quelli della riproduzione sonora, sondando il tema del potere trasformativo della macchina ora da un punto di vista teorico (anche in chiave esplicitamente tecno-determinista), ora ricorrendo a metafore e toni sensazionalistici, più spesso alla luce delle esperienze pratiche di interpreti o di esperti a vario titolo. Nel presente contributo si analizzerà in particolare l’emergere di un dibattito sull’esistenza di una “voce fonografica”, ossia di caratteristiche vocali specificamente modellate sulle necessità del corno acustico, quindi del microfono. Adottando concetti e metodi dell’archeologia mediale, si ricostruirà la genealogia di questi discorsi e il loro portato in ambito di tecnica del canto d’arte. L’obiettivo è di fornirne nuove prospettive sui processi di mediatizzazione della voce in epoca ante-editing, anche in riferimento al problema della “presenza” dell’artista in disco e all’idea di fonografia come sito e motore della frattura novecentesca tra corpi e voci.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


