In un contesto che tende sempre più all'urbanizzazione totale, nonostante gli effetti del cambiamento climatico si facciano sempre più violenti ed evidenti, il consumo di suolo e la speculazione edilizia non sembrano riuscire ad arrestarsi. Concentrandosi su quei territori che sembrano usciti dalla logica del capitale diventando situazioni altre, luoghi in cui la biodiversità inizia a reinsediarsi convertendo territori industriali e urbani altamente degradati, si è voluto mettere in luce come questi spazi siano spesso percepiti dalla popolazione come un elemento di forte degrado e abbandono, da eliminare o riconvertire. Al contrario, proprio queste aree possono diventare dei laboratori culturali a cielo aperto per potersi immergere in una ritrovata naturalità urbana, riattivando quel rapporto tra uomo e natura che si è perso nel secolo scorso, specialmente in ambito urbano. Il contesto in cui ci troviamo ad operare è quello della città di Prato. Nello specifico, il progetto è pensato per l’area dell'ex cementificio Marchino, uno dei manufatti più importanti di archeologia industriale locale. La scelta di questo sito è un atto apertamente provocatorio, in quanto oggetto dell'ennesimo fenomeno di speculazione edilizia qualificato, ancora una volta, come intervento di riqualificazione urbana. Contrariamente a quanto proposto il progetto adotta strategie che mettono in moto semplici processi di attenzione, cura, riuso e riciclo. Vengono privilegiate decisioni delicate piuttosto che forti, che permettono adattamenti, verifiche, chiarimenti nel tempo e anche degli eventuali ripensamenti. Attraverso questi interventi si vuole tutelare la funzione di rifugio per la diversità che il cementificio svolge, così come il suo importante valore ecosistemico che non deve essere svenduto in nome del profitto.

Ciambellotti, C. (2023). Progetto per un'architettura non speculativa.

Progetto per un'architettura non speculativa

Ciambellotti, Chiara
2023

Abstract

In un contesto che tende sempre più all'urbanizzazione totale, nonostante gli effetti del cambiamento climatico si facciano sempre più violenti ed evidenti, il consumo di suolo e la speculazione edilizia non sembrano riuscire ad arrestarsi. Concentrandosi su quei territori che sembrano usciti dalla logica del capitale diventando situazioni altre, luoghi in cui la biodiversità inizia a reinsediarsi convertendo territori industriali e urbani altamente degradati, si è voluto mettere in luce come questi spazi siano spesso percepiti dalla popolazione come un elemento di forte degrado e abbandono, da eliminare o riconvertire. Al contrario, proprio queste aree possono diventare dei laboratori culturali a cielo aperto per potersi immergere in una ritrovata naturalità urbana, riattivando quel rapporto tra uomo e natura che si è perso nel secolo scorso, specialmente in ambito urbano. Il contesto in cui ci troviamo ad operare è quello della città di Prato. Nello specifico, il progetto è pensato per l’area dell'ex cementificio Marchino, uno dei manufatti più importanti di archeologia industriale locale. La scelta di questo sito è un atto apertamente provocatorio, in quanto oggetto dell'ennesimo fenomeno di speculazione edilizia qualificato, ancora una volta, come intervento di riqualificazione urbana. Contrariamente a quanto proposto il progetto adotta strategie che mettono in moto semplici processi di attenzione, cura, riuso e riciclo. Vengono privilegiate decisioni delicate piuttosto che forti, che permettono adattamenti, verifiche, chiarimenti nel tempo e anche degli eventuali ripensamenti. Attraverso questi interventi si vuole tutelare la funzione di rifugio per la diversità che il cementificio svolge, così come il suo importante valore ecosistemico che non deve essere svenduto in nome del profitto.
2023
La fine e altri inizi II. Oltre la catastrofe
8
8
Ciambellotti, C. (2023). Progetto per un'architettura non speculativa.
Ciambellotti, Chiara
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