Il titolo introduce la tematica che sta al cuore dell’intero lavoro, ossia la teoria della mente. L’essere umano infatti si riferisce costantemente a stati interni quali desideri, emozioni, intenzioni e credenze per spiegare le azioni e le interazioni quotidiane. Possedere una teoria della mente significa saper utilizzare le inferenze sugli stati mentali come “finestre molto trasparenti” sulla soggettività propria ed altrui, al fine di spiegarsi agli altri e di capire e prevedere i comportamenti altrui. Per il bambino però parlare della mente in astratto è complesso poiché egli non ha ancora sviluppato grandi capacità “meta” (né metacognitive né metalinguistiche). Da queste premesse ha avuto origine il lavoro di tesi presentato in questo articolo, il cui obiettivo è stato verificare come e quanto un percorso centrato sulla narrazione e la rielaborazione di storie potesse incentivare la capacità del bambino di parlare della sua mente, con particolare riferimento all’utilizzo di un lessico cognitivo ed emotivo. Il focus della sperimentazione è stato quindi centrato sulla consapevolezza della mente del bambino e sul ruolo del linguaggio nel favorire tale consapevolezza.
Lerida Cisotto, Enrica Polato (2008). "I sottomarini lo sanno". Racconti dialogati alla scoperta della mente. Azzano San Paolo (BG) : Edizioni Junior.
"I sottomarini lo sanno". Racconti dialogati alla scoperta della mente
Enrica Polato
2008
Abstract
Il titolo introduce la tematica che sta al cuore dell’intero lavoro, ossia la teoria della mente. L’essere umano infatti si riferisce costantemente a stati interni quali desideri, emozioni, intenzioni e credenze per spiegare le azioni e le interazioni quotidiane. Possedere una teoria della mente significa saper utilizzare le inferenze sugli stati mentali come “finestre molto trasparenti” sulla soggettività propria ed altrui, al fine di spiegarsi agli altri e di capire e prevedere i comportamenti altrui. Per il bambino però parlare della mente in astratto è complesso poiché egli non ha ancora sviluppato grandi capacità “meta” (né metacognitive né metalinguistiche). Da queste premesse ha avuto origine il lavoro di tesi presentato in questo articolo, il cui obiettivo è stato verificare come e quanto un percorso centrato sulla narrazione e la rielaborazione di storie potesse incentivare la capacità del bambino di parlare della sua mente, con particolare riferimento all’utilizzo di un lessico cognitivo ed emotivo. Il focus della sperimentazione è stato quindi centrato sulla consapevolezza della mente del bambino e sul ruolo del linguaggio nel favorire tale consapevolezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.