Il contributo parte da una constatazione di M.I. Finley che trovava nello scarso rilievo che le divinità legate al mondo del lavoro avevano nel pantheon greco e romano una conferma del fatto che il lavoro stesso e i lavoratori avevano, nella società antica, una posizione socialmente svalutata. La questione si rivela in realtà assai più complessa e la si riprende in esame qui nelle sue linee generali, soffermandosi in modo particolare sulla sfera religiosa dei lavoratori dell'artigianato, del commercio, dei servizi e degli spettacoli nel mondo romano. Un dato che emerge con chiarezza è che il rapporto tra la gente di mestiere e la divinità era di tipo utilitaristico: il fedele lavoratore prega il dio, adora il dio e venera il dio in vista di un ritorno in termini di utile alla sua attività. Altro dato caratterizzante è quello la pluralità di figure divine cui la gente di mestiere si rivolgeva, sfruttando la grande flessibilità di un sistema politeistico. Infine un'ulteriore tematica interessante e degna di sviluppi futuri della ricerca è quella della religiosità come strumento di integrazione sociale dei lavoratori e soprattutto delle loro organizzazioni: in questa sede si esamina il problema particolarmente attraverso il culto reso al Genius delle associazioni professionali nella documentazione epigrafica e attraverso il tema del lavoro come attività cara agli dèi, che emerge piuttosto dai testi letterari.
Alessandro Cristofori (2023). La dimensione religiosa della gente di mestiere nel mondo antico. Bologna : Pàtron.
La dimensione religiosa della gente di mestiere nel mondo antico
Alessandro Cristofori
2023
Abstract
Il contributo parte da una constatazione di M.I. Finley che trovava nello scarso rilievo che le divinità legate al mondo del lavoro avevano nel pantheon greco e romano una conferma del fatto che il lavoro stesso e i lavoratori avevano, nella società antica, una posizione socialmente svalutata. La questione si rivela in realtà assai più complessa e la si riprende in esame qui nelle sue linee generali, soffermandosi in modo particolare sulla sfera religiosa dei lavoratori dell'artigianato, del commercio, dei servizi e degli spettacoli nel mondo romano. Un dato che emerge con chiarezza è che il rapporto tra la gente di mestiere e la divinità era di tipo utilitaristico: il fedele lavoratore prega il dio, adora il dio e venera il dio in vista di un ritorno in termini di utile alla sua attività. Altro dato caratterizzante è quello la pluralità di figure divine cui la gente di mestiere si rivolgeva, sfruttando la grande flessibilità di un sistema politeistico. Infine un'ulteriore tematica interessante e degna di sviluppi futuri della ricerca è quella della religiosità come strumento di integrazione sociale dei lavoratori e soprattutto delle loro organizzazioni: in questa sede si esamina il problema particolarmente attraverso il culto reso al Genius delle associazioni professionali nella documentazione epigrafica e attraverso il tema del lavoro come attività cara agli dèi, che emerge piuttosto dai testi letterari.File | Dimensione | Formato | |
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