La fortuna visiva di Ludovico nel Settecento bolognese

Prassi obbligata nel percorso formativo degli artisti, prima ancora di divenire un obiettivo dell’attività dell’Accademia Clementina, fondata nel 1710, lo studio della tradizione artistica bolognese prevede una riflessione specifica sulla produzione di Ludovico Carracci. Nel contributo la fortuna visiva del pittore nel Settecento bolognese è ripercorsa attraverso le testimonianze figurative e biografiche più significative: copie, citazioni, interpretazioni tratte dalle sue invenzioni, prodotte da maestri anche molto diversi, come Marcantonio Franceschini, Felice Torelli, Giuseppe Maria Crespi, documentano la centralità del suo ruolo, riconosciuto ancora nella seconda metà del secolo nella lettura dei Gandolfi, e mantenutosi vivo nel momento difficile delle soppressioni napoleoniche, come attesta la riproduzione della pala nella chiesa di San Pietro Martire, condotta da Filippo Pedrini, resasi necessaria per risarcire il danno della requisizione.