La realtà virtuale (VR) è risultata uno strumento promettente per il trattamento e la prevenzione di molti disturbi psichiatrici, tra cui i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA). Sebbene gli interventi di VR attualmente disponibili siano efficaci nel ridurre la sintomatologia alimentare legata ai DNA, finora nessun intervento di VR è stato sviluppato per migliorare parallelamente anche importanti fattori transdiagnostici cognitivo-comportamentali correlati all'insorgenza e al mantenimento dei DNA, come inflessibilità psicologica, disregolazione emotiva ed evitamento esperienziale. L’obiettivo del presente studio è testare l’efficacia di un innovativo intervento transdiagnostico di VR (H.O.M.E. - How to Observe and Measure Emotions) nel migliorare contemporaneamente la sintomatologia alimentare dei DNA e tre fattori transdiagnostici correlati (flessibilità psicologica, disregolazione emotiva e evitamento esperienziale) in un campione della popolazione generale (GP) a rischio DNA, in particolare rispetto a una condizione di lista d'attesa. Partecipanti della GP a rischio DNA sono stati selezionati e randomizzati al gruppo VR (sottoposto a 6 sessioni dell'intervento transdiagnostico H.O.M.E.) o alla lista di attesa di 6 settimane. Entrambi i gruppi hanno compilato questionari per la valutazione di comportamenti alimentari disfunzionali (SCOFF e Eating Disorders Examination Questionnaire; EDE-Q), difficoltà nella regolazione emotiva (Difficulties in Emotion Regulation Scale; DERS-16), inflessibilità psicologica (Acceptance and Action Questionnaire-II; AAQ-II) ed evitamento esperienziale (Multidimensional Psychological Flexibility Inventory-Experiential Avoidance; MPFI-EA). A seguito dell’intervento H.O.M.E., t-test per campioni appaiati hanno evidenziato miglioramenti significativi nei partecipanti del gruppo VR (n=9) in EDE-Q totale, EDE-Q-Restrizione, EDE-Q-Preoccupazione per la forma del corpo, DERS-16, e AAQ-II. Quando confrontata con la lista d’attesa (n=10) tramite ANOVA a misure ripetute a modello misto, la VR ha ottenuto maggiori miglioramenti in EDE-Q totale, EDE-Q-Preoccupazione per la forma del corpo, EDE-Q-Preoccupazione per il peso, DERS-16 totale, DERS-16-Chiarezza, DERS-16-Strategie e AAQ-II. I risultati dello studio, attualmente in corso, verranno successivamente aggiornati. Migliorando i fattori transdiagnostici legati all'insorgenza e al mantenimento dei DNA, parallelamente ai comportamenti alimentari disfunzionali, questo intervento di VR si è dimostrato promettente nel prevenire queste psicopatologie prima dell'insorgenza di una sindrome completa. Inoltre, poiché le persone a rischio DNA raramente ricercano aiuto psicologico, la somiglianza fra la VR e le tecnologie utilizzate nella vita quotidiana potrebbe contribuire a ridurre lo stigma legato ai trattamenti psicologici tradizionali e avvicinare queste persone al trattamento, in particolare i giovani particolarmente a rischio di sviluppare queste psicopatologie.
Valentina Gardini, E.D.C. (2023). Valutare l’efficacia di un intervento transdiagnostico di realtà virtuale nella prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: uno studio pilota.
Valutare l’efficacia di un intervento transdiagnostico di realtà virtuale nella prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: uno studio pilota
Valentina GardiniPrimo
;Edoardo Del ConteSecondo
;Elena TombaUltimo
2023
Abstract
La realtà virtuale (VR) è risultata uno strumento promettente per il trattamento e la prevenzione di molti disturbi psichiatrici, tra cui i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA). Sebbene gli interventi di VR attualmente disponibili siano efficaci nel ridurre la sintomatologia alimentare legata ai DNA, finora nessun intervento di VR è stato sviluppato per migliorare parallelamente anche importanti fattori transdiagnostici cognitivo-comportamentali correlati all'insorgenza e al mantenimento dei DNA, come inflessibilità psicologica, disregolazione emotiva ed evitamento esperienziale. L’obiettivo del presente studio è testare l’efficacia di un innovativo intervento transdiagnostico di VR (H.O.M.E. - How to Observe and Measure Emotions) nel migliorare contemporaneamente la sintomatologia alimentare dei DNA e tre fattori transdiagnostici correlati (flessibilità psicologica, disregolazione emotiva e evitamento esperienziale) in un campione della popolazione generale (GP) a rischio DNA, in particolare rispetto a una condizione di lista d'attesa. Partecipanti della GP a rischio DNA sono stati selezionati e randomizzati al gruppo VR (sottoposto a 6 sessioni dell'intervento transdiagnostico H.O.M.E.) o alla lista di attesa di 6 settimane. Entrambi i gruppi hanno compilato questionari per la valutazione di comportamenti alimentari disfunzionali (SCOFF e Eating Disorders Examination Questionnaire; EDE-Q), difficoltà nella regolazione emotiva (Difficulties in Emotion Regulation Scale; DERS-16), inflessibilità psicologica (Acceptance and Action Questionnaire-II; AAQ-II) ed evitamento esperienziale (Multidimensional Psychological Flexibility Inventory-Experiential Avoidance; MPFI-EA). A seguito dell’intervento H.O.M.E., t-test per campioni appaiati hanno evidenziato miglioramenti significativi nei partecipanti del gruppo VR (n=9) in EDE-Q totale, EDE-Q-Restrizione, EDE-Q-Preoccupazione per la forma del corpo, DERS-16, e AAQ-II. Quando confrontata con la lista d’attesa (n=10) tramite ANOVA a misure ripetute a modello misto, la VR ha ottenuto maggiori miglioramenti in EDE-Q totale, EDE-Q-Preoccupazione per la forma del corpo, EDE-Q-Preoccupazione per il peso, DERS-16 totale, DERS-16-Chiarezza, DERS-16-Strategie e AAQ-II. I risultati dello studio, attualmente in corso, verranno successivamente aggiornati. Migliorando i fattori transdiagnostici legati all'insorgenza e al mantenimento dei DNA, parallelamente ai comportamenti alimentari disfunzionali, questo intervento di VR si è dimostrato promettente nel prevenire queste psicopatologie prima dell'insorgenza di una sindrome completa. Inoltre, poiché le persone a rischio DNA raramente ricercano aiuto psicologico, la somiglianza fra la VR e le tecnologie utilizzate nella vita quotidiana potrebbe contribuire a ridurre lo stigma legato ai trattamenti psicologici tradizionali e avvicinare queste persone al trattamento, in particolare i giovani particolarmente a rischio di sviluppare queste psicopatologie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.