L'eccessiva velocità dei veicoli all’interno delle aree urbane è una delle principali cause di incidenti stradali che coinvolgono pedoni, ciclisti e motociclisti, identificati come utenti vulnerabili della strada. Ovunque è da tempo forte l’impegno per migliorare la protezione di tali utenti, anche se il problema rimane preoccupante e non può certo dirsi risolto. In Italia, nel 2019, il numero di vittime per incidenti stradali è stato pari a 3173 di cui il 46,8% pedoni, ciclisti e motociclisti. Un design stradale inadeguato associato ad un volume di traffico elevato, la coesistenza di più categorie veicolari insieme a utenti vulnerabili, e un comportamento inappropriato dei conducenti sono potenziali cause di rischio di collisione. Al fine di creare zone più sicure e vivibili per gli utenti vulnerabili della strada, in numerose aree urbane è stato introdotto il limite di velocità di 30 km/h. Le “Città 30” hanno lo scopo di proteggere pedoni e ciclisti, migliorare la funzionalità e la sicurezza della strada e ridurre l'inquinamento atmosferico, acustico e visivo. Studi precedenti hanno dato prova dei consistenti vantaggi, in termini di sicurezza stradale, derivanti dall'introduzione del limite di velocità di 30 km/h. Un veicolo che viaggia a 50 km/h e che colpisce un pedone o un ciclista provoca un tasso di mortalità compreso tra il 55% e il 90%. Al contrario, ad una velocità di marcia di 30 km/h il tasso di mortalità è inferiore o uguale al 10%. Il 50% dei decessi di pedoni riguarda incidenti dovuti al contatto con un veicolo che viaggia ad una velocità compresa tra 50 km/h e 80 km/h e il rischio di morte a 50 km/h è più del doppio del rischio a 40 km/h, e più di cinque volte superiore al rischio a 30 km/h. A seguito dell’introduzione del limite di velocità di 30 km/h si è ottenuta una significativa riduzione della frequenza e della gravità degli incidenti sulle strade urbane. Dal confronto tra incidenti mortali o con conseguenze molto gravi all’interno di zone con e senza limite di velocità a 30 km/h è risultato che, nonostante il numero totale di incidenti nel caso di “zone 30km/h” non fosse inferiore il numero dei decessi è stato notevolmente minore. Il tema delle “Città 30” è centrale nell’evoluzione della mobilità sostenibile, ma il dibattito che lo accompagna si basa spesso su sensazioni, ‘sentito dire’ e posizioni ideologiche. È pertanto importante inquadrarlo con dati scientifici e concreti. Per questa ragione il Comune di Bologna ha monitorato le velocità di tre diverse classi veicolari (moto, macchine e autobus/veicoli pesanti) all’interno di una zona 30 km/h, lungo sei strade con caratteristiche infrastrutturali differenti, al fine di valutare il rispetto del limite previsto dalla normativa. Ciò ha reso possibile una maggiore consapevolezza delle velocità sostenute dai veicoli in questi luoghi e ha consentito di trovare soluzioni ad hoc per le strade in cui la velocità media risulta essere superiore al limite consentito, aumentando la sicurezza per ciclisti e pedoni.

Le "Città 30" per una mobilità più sicura e inclusiva

andrea simone;claudio lantieri;valeria vignali;margherita pazzini;annalisa zoli
2023

Abstract

L'eccessiva velocità dei veicoli all’interno delle aree urbane è una delle principali cause di incidenti stradali che coinvolgono pedoni, ciclisti e motociclisti, identificati come utenti vulnerabili della strada. Ovunque è da tempo forte l’impegno per migliorare la protezione di tali utenti, anche se il problema rimane preoccupante e non può certo dirsi risolto. In Italia, nel 2019, il numero di vittime per incidenti stradali è stato pari a 3173 di cui il 46,8% pedoni, ciclisti e motociclisti. Un design stradale inadeguato associato ad un volume di traffico elevato, la coesistenza di più categorie veicolari insieme a utenti vulnerabili, e un comportamento inappropriato dei conducenti sono potenziali cause di rischio di collisione. Al fine di creare zone più sicure e vivibili per gli utenti vulnerabili della strada, in numerose aree urbane è stato introdotto il limite di velocità di 30 km/h. Le “Città 30” hanno lo scopo di proteggere pedoni e ciclisti, migliorare la funzionalità e la sicurezza della strada e ridurre l'inquinamento atmosferico, acustico e visivo. Studi precedenti hanno dato prova dei consistenti vantaggi, in termini di sicurezza stradale, derivanti dall'introduzione del limite di velocità di 30 km/h. Un veicolo che viaggia a 50 km/h e che colpisce un pedone o un ciclista provoca un tasso di mortalità compreso tra il 55% e il 90%. Al contrario, ad una velocità di marcia di 30 km/h il tasso di mortalità è inferiore o uguale al 10%. Il 50% dei decessi di pedoni riguarda incidenti dovuti al contatto con un veicolo che viaggia ad una velocità compresa tra 50 km/h e 80 km/h e il rischio di morte a 50 km/h è più del doppio del rischio a 40 km/h, e più di cinque volte superiore al rischio a 30 km/h. A seguito dell’introduzione del limite di velocità di 30 km/h si è ottenuta una significativa riduzione della frequenza e della gravità degli incidenti sulle strade urbane. Dal confronto tra incidenti mortali o con conseguenze molto gravi all’interno di zone con e senza limite di velocità a 30 km/h è risultato che, nonostante il numero totale di incidenti nel caso di “zone 30km/h” non fosse inferiore il numero dei decessi è stato notevolmente minore. Il tema delle “Città 30” è centrale nell’evoluzione della mobilità sostenibile, ma il dibattito che lo accompagna si basa spesso su sensazioni, ‘sentito dire’ e posizioni ideologiche. È pertanto importante inquadrarlo con dati scientifici e concreti. Per questa ragione il Comune di Bologna ha monitorato le velocità di tre diverse classi veicolari (moto, macchine e autobus/veicoli pesanti) all’interno di una zona 30 km/h, lungo sei strade con caratteristiche infrastrutturali differenti, al fine di valutare il rispetto del limite previsto dalla normativa. Ciò ha reso possibile una maggiore consapevolezza delle velocità sostenute dai veicoli in questi luoghi e ha consentito di trovare soluzioni ad hoc per le strade in cui la velocità media risulta essere superiore al limite consentito, aumentando la sicurezza per ciclisti e pedoni.
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Le "città 30" per una mobilità più sicura e inclusiva
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andrea simone; claudio lantieri; valeria vignali; margherita pazzini; annalisa zoli
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/958388
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