La superficie di un manufatto metallico rappresenta l’interfaccia con l’ambiente ed è la sede in cui si generano i prodotti di corrosione dovuti alla corrosione elettrochimica ed alle reazioni chimiche che si instaurano nelle diverse condizioni di esposizione. Tra i fattori attivanti la corrosione possiamo ricordare l’aria, il suolo, i composti solforati, gli acidi, gli agenti ossidanti, le soluzioni saline i materiali organici e le alte temperature. Tra questi l’acqua, l’aria ed i suolo sono indubbiamente i fattori determinanti la corrosione di manufatti artistici ed archeologici. Si è spesso discusso della terminologia più appropriata atta a definire il risultato di tali fenomeni corrosivi e, in passato, si è molto dibattuto sulla distinzione tra “corrosione” e “patina” in quanto entrambe costituite da prodotti di corrosione. Già Bearzi considerava la corrosione dei bronzi come quella materia incoerente e facilmente rimovibile, contrapponendola alla patina che invece è caratterizzata da un materiale verde traslucido di grande durabilità ed impermeabilità. Successivi approfondimenti portarono ad un’ulteriore distinzione tra “patina nobile” e “patina vile”. In questo contributo, che naturalmente focalizzerà l’attenzione esclusivamente sui fenomeni chimico fisici che sono alla base dei processi di formazione, le patine sono intese come quelle strutture fisiche che raramente risultano essere costituite da materiale non ossidato, ma piuttosto da uno strato composito di prodotti di corrosione che, almeno parzialmente, contengono ancora informazioni e profili della superficie originaria. Mentre per corrosione si intende quel processo chimico-fisico di attacco da parte di un determinato tipo di ambiente sul materiale metallico.
R.Mazzeo, E. Joseph (2005). Patine su manufatti metallici. FIRENZE : NARDINI.
Patine su manufatti metallici
MAZZEO, ROCCO;JOSEPH, EDITH MICHELLE MARYSE
2005
Abstract
La superficie di un manufatto metallico rappresenta l’interfaccia con l’ambiente ed è la sede in cui si generano i prodotti di corrosione dovuti alla corrosione elettrochimica ed alle reazioni chimiche che si instaurano nelle diverse condizioni di esposizione. Tra i fattori attivanti la corrosione possiamo ricordare l’aria, il suolo, i composti solforati, gli acidi, gli agenti ossidanti, le soluzioni saline i materiali organici e le alte temperature. Tra questi l’acqua, l’aria ed i suolo sono indubbiamente i fattori determinanti la corrosione di manufatti artistici ed archeologici. Si è spesso discusso della terminologia più appropriata atta a definire il risultato di tali fenomeni corrosivi e, in passato, si è molto dibattuto sulla distinzione tra “corrosione” e “patina” in quanto entrambe costituite da prodotti di corrosione. Già Bearzi considerava la corrosione dei bronzi come quella materia incoerente e facilmente rimovibile, contrapponendola alla patina che invece è caratterizzata da un materiale verde traslucido di grande durabilità ed impermeabilità. Successivi approfondimenti portarono ad un’ulteriore distinzione tra “patina nobile” e “patina vile”. In questo contributo, che naturalmente focalizzerà l’attenzione esclusivamente sui fenomeni chimico fisici che sono alla base dei processi di formazione, le patine sono intese come quelle strutture fisiche che raramente risultano essere costituite da materiale non ossidato, ma piuttosto da uno strato composito di prodotti di corrosione che, almeno parzialmente, contengono ancora informazioni e profili della superficie originaria. Mentre per corrosione si intende quel processo chimico-fisico di attacco da parte di un determinato tipo di ambiente sul materiale metallico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.