Il contributo è inserito all’interno del catalogo della mostra ideata mettendo in parallelo l’operato di due scultrici, Properzia de’ Rossi, attiva fra 1525 e 1526 nel cantiere della basilica bolognese di San Petronio, e Lynda Benglis, tuttora vivente, ma impegnata nella New York degli anni Settanta ad affrontare una difficile affermazione professionale, in un mercato dell’arte, cioè, fortemente dominato da protagonisti maschili. In occasione di tale mostra, l’interesse su Properzia de’ Rossi (tema al quale chi scrive ha dedicato precedenti studi) ha privilegiato gli aspetti di una fortuna critica relativa al “fenomeno” della donna artista utili a focalizzare il “coraggio” singolare di “comptere in arte”, manifestato da pittrici e scultrici, a partire dai racconti delle fonti storiche (la prima testimonianza figurativa di una ceramica attica del V sec. A.C.; Plinio, Boccaccio) fino alla storiografia più recente. Il “caso” di Properzia, celebrato da Giorgio Vasari (1550, 1568) talvolta in termini quasi agiografici, ben lontani dalla realtà storica, col passare del tempo diviene materia per narrazioni da romanzo, che finiscono per far prevalere il racconto biografico sull’operato artistico. Soprattutto la morte prematura della scultrice stimolerà l’immaginario non solo di scrittori d’arte, ma anche di autori di testi teatrali. Come per altre artiste strappate alla vita nel fiore degli anni (Marietta Robusti, detta Tintoretta, secondo Carlo Ridolfi, 1648; Elisabetta Sirani, secondo Carlo Cesare Malvasia, 1678), anche la figura di Properzia si presterà come soggetto per le esercitazioni accademiche ottocentesche: una rassegna di tele con morti tragiche di artiste “eroine” correda il contributo.
Graziani Irene (2024). Ingegno e trasgressione: Properzia de’ Rossi fra storia e romanzo. Cinisello Balsamo (Milano) : Silvana Editoriale.
Ingegno e trasgressione: Properzia de’ Rossi fra storia e romanzo
Graziani Irene
2024
Abstract
Il contributo è inserito all’interno del catalogo della mostra ideata mettendo in parallelo l’operato di due scultrici, Properzia de’ Rossi, attiva fra 1525 e 1526 nel cantiere della basilica bolognese di San Petronio, e Lynda Benglis, tuttora vivente, ma impegnata nella New York degli anni Settanta ad affrontare una difficile affermazione professionale, in un mercato dell’arte, cioè, fortemente dominato da protagonisti maschili. In occasione di tale mostra, l’interesse su Properzia de’ Rossi (tema al quale chi scrive ha dedicato precedenti studi) ha privilegiato gli aspetti di una fortuna critica relativa al “fenomeno” della donna artista utili a focalizzare il “coraggio” singolare di “comptere in arte”, manifestato da pittrici e scultrici, a partire dai racconti delle fonti storiche (la prima testimonianza figurativa di una ceramica attica del V sec. A.C.; Plinio, Boccaccio) fino alla storiografia più recente. Il “caso” di Properzia, celebrato da Giorgio Vasari (1550, 1568) talvolta in termini quasi agiografici, ben lontani dalla realtà storica, col passare del tempo diviene materia per narrazioni da romanzo, che finiscono per far prevalere il racconto biografico sull’operato artistico. Soprattutto la morte prematura della scultrice stimolerà l’immaginario non solo di scrittori d’arte, ma anche di autori di testi teatrali. Come per altre artiste strappate alla vita nel fiore degli anni (Marietta Robusti, detta Tintoretta, secondo Carlo Ridolfi, 1648; Elisabetta Sirani, secondo Carlo Cesare Malvasia, 1678), anche la figura di Properzia si presterà come soggetto per le esercitazioni accademiche ottocentesche: una rassegna di tele con morti tragiche di artiste “eroine” correda il contributo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
BENGLIS DE ROSSI_Irene Graziani.pdf
accesso riservato
Tipo:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
Licenza per accesso riservato
Dimensione
990.41 kB
Formato
Adobe PDF
|
990.41 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.