Il principio del primato è stato uno dei principi strutturali fondamentali del diritto comunitario sin dalla decisione Costa v. Enel del 1964. In base a tale principio, il diritto comunitario prevale sul diritto nazionale in caso di conflitto. Riconosciuto dalla CGUE, il principio del primato non è mai stato sancito nei trattati, ad eccezione della Costituzione europea, che non è mai entrata in vigore a causa del suo carattere federale. La dichiarazione 17 allegata al trattato di Lisbona menziona questo principio, ma non è giuridicamente vincolante. Ciò dimostra l'ambiguità che ancora caratterizza questo principio. Il primato del diritto comunitario deriva dall'uguaglianza di tutti gli Stati membri ed è espressione del principio di leale cooperazione. Essa mira ad un'applicazione uniforme del diritto comunitario in tutti gli Stati membri e impedisce che misure unilaterali ne compromettano l'efficacia. L'EUCJ ricorda continuamente la sua natura obbligatoria e le sue varie componenti: disapplicazione di norme nazionali contrastanti, interpretazione conforme e compensazione. Il principio dell'interpretazione conforme distingue il principio del primato dal principio dell'effetto diretto, poiché anche se una misura non ha effetto diretto, i giudici nazionali sono comunque tenuti ad interpretare il diritto nazionale in modo conforme al diritto dell'Unione. La CGUE ammette alcune eccezioni al principio del primato basato sul rispetto dell'identità costituzionale degli Stati membri sancito dall'articolo 4(2) del TUE. Tuttavia, tali eccezioni al diritto dell'UE, sollevate dalle corti costituzionali, sono soggette al controllo della CGUE in base al principio di proporzionalità. L’articolo esplora inoltre le diverse varianti alla teoria italiana dei “contro-limiti”.
Rossi, L.S., Tovo, C. (2023). Il principio del primato del diritto dell’Unione Europea. Roma : ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI.
Il principio del primato del diritto dell’Unione Europea
Rossi Lucia Serena;Carlo Tovo
2023
Abstract
Il principio del primato è stato uno dei principi strutturali fondamentali del diritto comunitario sin dalla decisione Costa v. Enel del 1964. In base a tale principio, il diritto comunitario prevale sul diritto nazionale in caso di conflitto. Riconosciuto dalla CGUE, il principio del primato non è mai stato sancito nei trattati, ad eccezione della Costituzione europea, che non è mai entrata in vigore a causa del suo carattere federale. La dichiarazione 17 allegata al trattato di Lisbona menziona questo principio, ma non è giuridicamente vincolante. Ciò dimostra l'ambiguità che ancora caratterizza questo principio. Il primato del diritto comunitario deriva dall'uguaglianza di tutti gli Stati membri ed è espressione del principio di leale cooperazione. Essa mira ad un'applicazione uniforme del diritto comunitario in tutti gli Stati membri e impedisce che misure unilaterali ne compromettano l'efficacia. L'EUCJ ricorda continuamente la sua natura obbligatoria e le sue varie componenti: disapplicazione di norme nazionali contrastanti, interpretazione conforme e compensazione. Il principio dell'interpretazione conforme distingue il principio del primato dal principio dell'effetto diretto, poiché anche se una misura non ha effetto diretto, i giudici nazionali sono comunque tenuti ad interpretare il diritto nazionale in modo conforme al diritto dell'Unione. La CGUE ammette alcune eccezioni al principio del primato basato sul rispetto dell'identità costituzionale degli Stati membri sancito dall'articolo 4(2) del TUE. Tuttavia, tali eccezioni al diritto dell'UE, sollevate dalle corti costituzionali, sono soggette al controllo della CGUE in base al principio di proporzionalità. L’articolo esplora inoltre le diverse varianti alla teoria italiana dei “contro-limiti”.File | Dimensione | Formato | |
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