Il saggio ricostruisce le relazioni intercorse nei primi anni Ottanta tra la comunità artistica di Downtown New York e quella di Bologna alla luce di due edizioni della Settimana della Performance, la IV del 1980 e la VI del 1982. L’obiettivo è di fare emergere come queste due “scene” d’avanguardia, animate da spirito anti-accademico e anti-commerciale, fossero riconducibili alle pratiche, ai temi e allo stile della sottocultura No Wave. Entrambe le edizioni furono curate da Francesca Alinovi, Renato Barilli e Roberto Daolio ma dalle scelte di temi e artisti emerge una prevalenza di Alinovi. Nel saggio verrà ricostruito il milieu della Bologna di quegli anni – DAMS, 1977, Traumfabrik, Italian Records – attraverso materiale d’archivio e le testimonianze di figure quali Franco “Bifo” Berardi, Mariuccia Casadio e Renato De Maria che, con Alinovi, fecero da ponte tra le due città. L’edizione del 1980, dedicata nello specifico alla No Wave, consiste in una serie di performance di matrice musicale presso l’Arena Puccini di artisti statunitensi (tra cui Lydia Lunch e Rhys Chatam) e italiani (tra cui Stupid Set/Grabinski e Monofonic Orchestra), e una rassegna di Super 8 e video a cura di Edit DeAk (tra cui quelli di Eric Mitchell e Beth & Scott B.). Quello No Wave è un movimento artistico fortemente interdisciplinare ¬– musica, arti visive, cinema, televisione, editoria – caratterizzato da un’attitudine nichilista, il rifiuto (No!) di una qualsivoglia forma di mercificazione e una serie di elementi stilistici fondati sulla dissonanza, il pastiche e la provocazione. Cruciale per questo movimento e questa edizione fu il curatore Diego Cortez il quale, in coincidenza, presentò alla GAM il progetto della mostra “New York New Wave”, poi realizzata al PS1 di New York e divenuta epocale. L’edizione del 1982 consiste, invece, solo in una rassegna di film e video, “Telepazzia”, molti dei quali provenienti dallo spazio non-profit newyorkese The Kitchen, documenti di una nuova idea performatività intesa come risposta alla cultura dell’immagine e dei media commerciali caratteristica dell’epoca postmoderna. Anche in questo caso sono diversi i progetti di matrice musicale come le sperimentazioni audiovisive di Laurie Anderson, Robert Ashley, David Byrne e Brian Eno. A questi si aggiungono video di esponenti della Pictures Generation come Dara Birnbaum e i satirici pseudo-programmi TV realizzati da Keith Haring e Kenny Scharf presso il Club 57 in parallelo alle loro prime forme di graffiti art. Anche tra gli artisti italiani nella rassegna notiamo un impulso irrisorio nei confronti dei mass media, come nel caso di Grabinski e del video teatro di Magazzini Criminali.
Francesco Spampinato (2023). No Bologna No New York: il network No Wave tra le due città 1977-1983. Bologna : MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna.
No Bologna No New York: il network No Wave tra le due città 1977-1983
Francesco Spampinato
2023
Abstract
Il saggio ricostruisce le relazioni intercorse nei primi anni Ottanta tra la comunità artistica di Downtown New York e quella di Bologna alla luce di due edizioni della Settimana della Performance, la IV del 1980 e la VI del 1982. L’obiettivo è di fare emergere come queste due “scene” d’avanguardia, animate da spirito anti-accademico e anti-commerciale, fossero riconducibili alle pratiche, ai temi e allo stile della sottocultura No Wave. Entrambe le edizioni furono curate da Francesca Alinovi, Renato Barilli e Roberto Daolio ma dalle scelte di temi e artisti emerge una prevalenza di Alinovi. Nel saggio verrà ricostruito il milieu della Bologna di quegli anni – DAMS, 1977, Traumfabrik, Italian Records – attraverso materiale d’archivio e le testimonianze di figure quali Franco “Bifo” Berardi, Mariuccia Casadio e Renato De Maria che, con Alinovi, fecero da ponte tra le due città. L’edizione del 1980, dedicata nello specifico alla No Wave, consiste in una serie di performance di matrice musicale presso l’Arena Puccini di artisti statunitensi (tra cui Lydia Lunch e Rhys Chatam) e italiani (tra cui Stupid Set/Grabinski e Monofonic Orchestra), e una rassegna di Super 8 e video a cura di Edit DeAk (tra cui quelli di Eric Mitchell e Beth & Scott B.). Quello No Wave è un movimento artistico fortemente interdisciplinare ¬– musica, arti visive, cinema, televisione, editoria – caratterizzato da un’attitudine nichilista, il rifiuto (No!) di una qualsivoglia forma di mercificazione e una serie di elementi stilistici fondati sulla dissonanza, il pastiche e la provocazione. Cruciale per questo movimento e questa edizione fu il curatore Diego Cortez il quale, in coincidenza, presentò alla GAM il progetto della mostra “New York New Wave”, poi realizzata al PS1 di New York e divenuta epocale. L’edizione del 1982 consiste, invece, solo in una rassegna di film e video, “Telepazzia”, molti dei quali provenienti dallo spazio non-profit newyorkese The Kitchen, documenti di una nuova idea performatività intesa come risposta alla cultura dell’immagine e dei media commerciali caratteristica dell’epoca postmoderna. Anche in questo caso sono diversi i progetti di matrice musicale come le sperimentazioni audiovisive di Laurie Anderson, Robert Ashley, David Byrne e Brian Eno. A questi si aggiungono video di esponenti della Pictures Generation come Dara Birnbaum e i satirici pseudo-programmi TV realizzati da Keith Haring e Kenny Scharf presso il Club 57 in parallelo alle loro prime forme di graffiti art. Anche tra gli artisti italiani nella rassegna notiamo un impulso irrisorio nei confronti dei mass media, come nel caso di Grabinski e del video teatro di Magazzini Criminali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.