Il convegno organizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna per ricordare il Maestro Mario Lodi a cento anni dalla sua nascita (Piàdena, 17 febbraio 1922), realizzato nell’ambito della diciannovesima edizione della “Festa internazionale della storia” , ha rappresentato un'occasione di riflessione culturale, storica e pedagogica sul fervore esperienziale, nutrito di confronti, di storie collettive e di innovazione didattica, che ha contraddistinto la vita della scuola democratica italiana degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta del secolo scorso, di cui il Movimento di Cooperazione Educativa è stato un promotore e indiscusso protagonista; una riflessione che ci induce ad affermare che in quel periodo c’era davvero speranza se questo accadeva al Vho . Ed ora? Ben lungi dal proporre visioni retrospettive e nostalgiche; le considerazioni che seguono porranno l’attenzione sulle modalità e sui contenuti dell’insegnamento e sull'apprendimento della storia secondo Mario Lodi, affinché da tali esperienze si possa – e si debba – attingere per proseguire nelle indagini e sperimentazioni sulla didattica della storia, ambito di studio e di applicazione essenziale e vitale e non ancella, come ancora spesso viene considerata, della disciplina storiografica. Mario Lodi è stato un Maestro che ha saputo guidare, accompagnare e spianare il sentiero dei propri percorsi con passione, stimolando nei colleghi e negli scolari l’ardore per la conquista della conoscenza attraverso l’agire quotidiano con attività che hanno saputo coinvolgere tutti i soggetti del territorio. É noto che ancor oggi quella della compartecipazione è una delle grandi sfide che le istituzioni devono affrontare in ogni progetto culturale. Come afferma Jacques Le Goff nell’introduzione al volume di Marc Bloch “Apologia della storia”, la storia è una scienza che «più di ogni altra deve muovere, progredire; non può fermarsi»; lo storico deve essere «un marciatore, fedele al suo dovere d'esplorazione e d'avventura» . Mario Lodi presenta molte delle qualità dell’azione e del saper guardare avanti proprie dello storico: è anche a lui che le nuove generazioni di futuri maestre e maestri devono saper guardare per raccoglierne il testimone, perché il maestro è un artigiano che affianca il suo allievo nel processo di crescita e formazione; che con la sua passione stimola l'alunno; perché alla base di ogni apprendimento c'è la motivazione che scaturisce dall'empatia e dal coinvolgimento che il “maestro artigiano” sa suscitare.

B. Borghi (2023). Apprendere la storia secondo Mario Lodi. Roma : tab edizioni [10.36158/978889295761912].

Apprendere la storia secondo Mario Lodi

B. Borghi
2023

Abstract

Il convegno organizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna per ricordare il Maestro Mario Lodi a cento anni dalla sua nascita (Piàdena, 17 febbraio 1922), realizzato nell’ambito della diciannovesima edizione della “Festa internazionale della storia” , ha rappresentato un'occasione di riflessione culturale, storica e pedagogica sul fervore esperienziale, nutrito di confronti, di storie collettive e di innovazione didattica, che ha contraddistinto la vita della scuola democratica italiana degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta del secolo scorso, di cui il Movimento di Cooperazione Educativa è stato un promotore e indiscusso protagonista; una riflessione che ci induce ad affermare che in quel periodo c’era davvero speranza se questo accadeva al Vho . Ed ora? Ben lungi dal proporre visioni retrospettive e nostalgiche; le considerazioni che seguono porranno l’attenzione sulle modalità e sui contenuti dell’insegnamento e sull'apprendimento della storia secondo Mario Lodi, affinché da tali esperienze si possa – e si debba – attingere per proseguire nelle indagini e sperimentazioni sulla didattica della storia, ambito di studio e di applicazione essenziale e vitale e non ancella, come ancora spesso viene considerata, della disciplina storiografica. Mario Lodi è stato un Maestro che ha saputo guidare, accompagnare e spianare il sentiero dei propri percorsi con passione, stimolando nei colleghi e negli scolari l’ardore per la conquista della conoscenza attraverso l’agire quotidiano con attività che hanno saputo coinvolgere tutti i soggetti del territorio. É noto che ancor oggi quella della compartecipazione è una delle grandi sfide che le istituzioni devono affrontare in ogni progetto culturale. Come afferma Jacques Le Goff nell’introduzione al volume di Marc Bloch “Apologia della storia”, la storia è una scienza che «più di ogni altra deve muovere, progredire; non può fermarsi»; lo storico deve essere «un marciatore, fedele al suo dovere d'esplorazione e d'avventura» . Mario Lodi presenta molte delle qualità dell’azione e del saper guardare avanti proprie dello storico: è anche a lui che le nuove generazioni di futuri maestre e maestri devono saper guardare per raccoglierne il testimone, perché il maestro è un artigiano che affianca il suo allievo nel processo di crescita e formazione; che con la sua passione stimola l'alunno; perché alla base di ogni apprendimento c'è la motivazione che scaturisce dall'empatia e dal coinvolgimento che il “maestro artigiano” sa suscitare.
2023
L'eredità di Mario Lodi per la scuola del Duemila
143
158
B. Borghi (2023). Apprendere la storia secondo Mario Lodi. Roma : tab edizioni [10.36158/978889295761912].
B. Borghi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/950922
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