Negli ultimi anni i flussi migratori in Italia hanno cambiato l’assetto demografico, culturale e linguistico del nostro Paese (Dal Negro/Molinelli 2002; Vedovelli 2017), rendendo necessarie delle modifiche consistenti nell’organizzazione del settore scolastico e del settore sanitario: il primo in termini di accoglienza, integrazione e supporto per l’apprendimento (Bonifacci 2018; Fiorentini/Gianollo/Grandi 2020; Santagati/Colussi 2020), il secondo in termini di adeguata presa in carico dei bambini e delle loro famiglie qualora si manifestino difficoltà nell’acquisizione linguistica (Patrocinio/Schindler 2014; Marini/Levorato 2019). Il processo di presa in carico da parte del Servizio Sanitario ha come premessa essenziale un’adeguata raccolta anamnestica in grado di far emergere eventuali indici di rischio di un disturbo della comunicazione e/o del linguaggio (APA 2013), un’osservazione e una valutazione accurate di tutte le sotto-componenti della competenza linguistica, e infine la redazione di un bilancio, al fine di stilare il “profilo” del bambino da un punto di vista funzionale (Pinton/Lena 2015). Quando il plurilinguismo è un fattore associato allo sviluppo cognitivo dei piccoli pazienti, il processo di valutazione dovrebbe necessariamente arricchirsi degli elementi riguardanti la storia linguistica del bambino e prevedere la valutazione delle componenti del linguaggio nelle due (o più) lingue da lui comprese e/o parlate (Marini/Fabbro 2017). Ad oggi mancano però strumenti testistici standardizzati idonei per compiere tale valutazione clinica: l’analisi linguistica dell’eloquio spontaneo, registrato in contesto semi-strutturato, rappresenta dunque la situazione più favorevole per ottenere un quadro rappresentativo dell'esordio della produzione linguistica del bambino. Nel presente contributo, dopo una breve descrizione dei possibili bias clinici che emergono durante la valutazione logopedica di un soggetto plurilingue (§ 2), a partire dall’analisi dei profili comunicativi di 9 bambini bilingui sequenziali albanese-italiano (età: 3;5 - 6;8) afferiti nel corso del 2019 ai Servizi di Riabilitazione della Asl Toscana Centro per sospetto Disturbo Primario di Linguaggio (§3), si propone di integrare all’uso di strumenti standardizzati per l’analisi delle componenti recettive ed espressive della lingua l’analisi del linguaggio e del comportamento spontanei del soggetto, quali spunti indispensabili alla stesura del profilo di bilancio logopedico linguistico e funzionale.
Disturbi della comunicazione e del linguaggio in condizioni di bilinguismo. Il contributo dell’eloquio spontaneo al corretto inquadramento clinico di bambini in età prescolare / Angela Francini, Gloria Gagliardi, Elisa Borgogni. - ELETTRONICO. - (2023), pp. 885-910. [10.53136/979122180945933]
Disturbi della comunicazione e del linguaggio in condizioni di bilinguismo. Il contributo dell’eloquio spontaneo al corretto inquadramento clinico di bambini in età prescolare
Gloria Gagliardi
;
2023
Abstract
Negli ultimi anni i flussi migratori in Italia hanno cambiato l’assetto demografico, culturale e linguistico del nostro Paese (Dal Negro/Molinelli 2002; Vedovelli 2017), rendendo necessarie delle modifiche consistenti nell’organizzazione del settore scolastico e del settore sanitario: il primo in termini di accoglienza, integrazione e supporto per l’apprendimento (Bonifacci 2018; Fiorentini/Gianollo/Grandi 2020; Santagati/Colussi 2020), il secondo in termini di adeguata presa in carico dei bambini e delle loro famiglie qualora si manifestino difficoltà nell’acquisizione linguistica (Patrocinio/Schindler 2014; Marini/Levorato 2019). Il processo di presa in carico da parte del Servizio Sanitario ha come premessa essenziale un’adeguata raccolta anamnestica in grado di far emergere eventuali indici di rischio di un disturbo della comunicazione e/o del linguaggio (APA 2013), un’osservazione e una valutazione accurate di tutte le sotto-componenti della competenza linguistica, e infine la redazione di un bilancio, al fine di stilare il “profilo” del bambino da un punto di vista funzionale (Pinton/Lena 2015). Quando il plurilinguismo è un fattore associato allo sviluppo cognitivo dei piccoli pazienti, il processo di valutazione dovrebbe necessariamente arricchirsi degli elementi riguardanti la storia linguistica del bambino e prevedere la valutazione delle componenti del linguaggio nelle due (o più) lingue da lui comprese e/o parlate (Marini/Fabbro 2017). Ad oggi mancano però strumenti testistici standardizzati idonei per compiere tale valutazione clinica: l’analisi linguistica dell’eloquio spontaneo, registrato in contesto semi-strutturato, rappresenta dunque la situazione più favorevole per ottenere un quadro rappresentativo dell'esordio della produzione linguistica del bambino. Nel presente contributo, dopo una breve descrizione dei possibili bias clinici che emergono durante la valutazione logopedica di un soggetto plurilingue (§ 2), a partire dall’analisi dei profili comunicativi di 9 bambini bilingui sequenziali albanese-italiano (età: 3;5 - 6;8) afferiti nel corso del 2019 ai Servizi di Riabilitazione della Asl Toscana Centro per sospetto Disturbo Primario di Linguaggio (§3), si propone di integrare all’uso di strumenti standardizzati per l’analisi delle componenti recettive ed espressive della lingua l’analisi del linguaggio e del comportamento spontanei del soggetto, quali spunti indispensabili alla stesura del profilo di bilancio logopedico linguistico e funzionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.