Abstract L’ambito di diffusione del pettegolezzo interessa di solito due diverse aree: il gruppo ristretto di amici e conoscenti (la “piccola” comunità) e l’arena dei media, dove le persone degne di esserne colpite sono personalità note, legate in particolare alla sfera della politica e dello spettacolo. Come scrive Morin (2002), il pubblico di questo secondo dominio è interessato e incuriosito da un tal genere di notizie perché ha già introiettato le logiche dell’intrattenimento voyeuristico, tipico della cultura di massa, amplificato proprio dai «pettegolezzi, confidenze, rivelazioni sulla vita delle celebrità». Il gossip diviene allora un modo per allentare la distanza fra i nomi noti e le persone comuni, per via della messa in scena di un’intimità rubata. Sarebbe infatti proprio lo sbilanciamento del rapporto fra pubblico e privato il perno del gioco discorsivo che i media vanno a realizzare: con il pettegolezzo e lo scandalo si oltrepassano certe barriere per portare lo sguardo degli spettatori entro recinti riservati e, in linea di principio, apparentemente protetti. L’azione del gossip può talvolta configurarsi come una vera e propria arma da utilizzare in situazioni di lotta, capace di agire come una manipolazione comunicativa: è esattamente ciò che è accaduto con la “performance” di Serpica Naro. Per dare un’identità al nome creato, un collettivo di precari del mondo della moda si è inventato una serie di piccole storie, leggende metropolitane che hanno fatto circolare abilmente in ambienti di discussione diversi, come forum e newsgroup, ma soprattutto nei siti web dove avevano accesso anche regolari giornalisti. Secondo quanto riportato dal sito Settimana della Moda, organo di informazione sulle sfilate milanesi che era stato appositamente aperto e gestito dagli stessi precari, questa stilista era apparsa nel 2001 e si era già dimostrata chiusa e arrogante in occasione di una collaborazione col movimento gay e lesbico giapponese. Naturalmente i diversi pettegolezzi che venivano costruiti e inseriti nei circuiti della Rete trovavano più piattaforme di “appoggio” nella real life, dove i precari non perdevano occasione per lanciare invettive contro Serpica. Il clima di attesa per la presentazione della nuova stilista è così aumentato di ora in ora, fino a raggiungere il punto di massima tensione all’avvio della sfilata.
A. Mascio (2010). Il pettegolezzo strategico. internet e Serpica Naro. BOLOGNA : BUP Bononia University Press.
Il pettegolezzo strategico. internet e Serpica Naro
MASCIO, ANTONELLA
2010
Abstract
Abstract L’ambito di diffusione del pettegolezzo interessa di solito due diverse aree: il gruppo ristretto di amici e conoscenti (la “piccola” comunità) e l’arena dei media, dove le persone degne di esserne colpite sono personalità note, legate in particolare alla sfera della politica e dello spettacolo. Come scrive Morin (2002), il pubblico di questo secondo dominio è interessato e incuriosito da un tal genere di notizie perché ha già introiettato le logiche dell’intrattenimento voyeuristico, tipico della cultura di massa, amplificato proprio dai «pettegolezzi, confidenze, rivelazioni sulla vita delle celebrità». Il gossip diviene allora un modo per allentare la distanza fra i nomi noti e le persone comuni, per via della messa in scena di un’intimità rubata. Sarebbe infatti proprio lo sbilanciamento del rapporto fra pubblico e privato il perno del gioco discorsivo che i media vanno a realizzare: con il pettegolezzo e lo scandalo si oltrepassano certe barriere per portare lo sguardo degli spettatori entro recinti riservati e, in linea di principio, apparentemente protetti. L’azione del gossip può talvolta configurarsi come una vera e propria arma da utilizzare in situazioni di lotta, capace di agire come una manipolazione comunicativa: è esattamente ciò che è accaduto con la “performance” di Serpica Naro. Per dare un’identità al nome creato, un collettivo di precari del mondo della moda si è inventato una serie di piccole storie, leggende metropolitane che hanno fatto circolare abilmente in ambienti di discussione diversi, come forum e newsgroup, ma soprattutto nei siti web dove avevano accesso anche regolari giornalisti. Secondo quanto riportato dal sito Settimana della Moda, organo di informazione sulle sfilate milanesi che era stato appositamente aperto e gestito dagli stessi precari, questa stilista era apparsa nel 2001 e si era già dimostrata chiusa e arrogante in occasione di una collaborazione col movimento gay e lesbico giapponese. Naturalmente i diversi pettegolezzi che venivano costruiti e inseriti nei circuiti della Rete trovavano più piattaforme di “appoggio” nella real life, dove i precari non perdevano occasione per lanciare invettive contro Serpica. Il clima di attesa per la presentazione della nuova stilista è così aumentato di ora in ora, fino a raggiungere il punto di massima tensione all’avvio della sfilata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.