L’icona imperiale, di cui conosciamo l’esistenza quasi esclusivamente dalle fonti scritte, appare come uno dei più importanti riferimenti alla legittimità della venerazione delle immagini sacre negli atti del secondo concilio niceno e nelle fonti patristiche a cui gli ecclesiastici riunitisi a Nicaea fanno spesso riferimento. Nonostante ciò costituisce un argomento raramente toccato dalla storiografia e, in particolare, dagli storici dell'arte, lasciando un vuoto negli studi. Sebbene nessuna tavola dipinta con il ritratto dell'imperatore sia sopravvissuta ai secoli, l'immagine imperiale - e più precisamente l'icona imperiale - aveva un ruolo centrale nella nella società bizantina e nell'immaginario del tempo. Questo contributo analizza il valore di quell’immagine all’interno degli scritti del secondo concilio di Nicea, ne esamina il retaggio culturale e ideologico, l’uso retorico, osserva l’atteggiamento nei confronti di una particolare tipologia di ritratto con un significato ideologico e semiotico del tutto singolare e l'atteggiamento nei confronti dei regnanti che vi erano ritratti. Non si tratta però di un’analisi filologica del testo, piuttosto di un approccio visuale alle fonti, che intende far luce sul contesto culturale e sulle dinamiche in virtù delle quali nell’VIII secolo ancora si legittimava la venerazione delle immagini di Cristo, della Vergine, dei santi e dei martiri attraverso il sacro culto dell’imperatore. Questo percorso mostra che l’immagine era inscindibile dall’autorità rappresentata nella persona: le icone imperiali erano considerate manifestazioni reali e tangibili del sacro corpo dell’imperatore e del potere del basileus nell’ideologia romano-orientale.
Maria Cristina Carile (2023). L'imperatore e la sua immagine negli Atti del Secondo Concilio di Nicea. Firenze : Centro di Studi Patristici Genesis - Nerbini International.
L'imperatore e la sua immagine negli Atti del Secondo Concilio di Nicea
Maria Cristina Carile
2023
Abstract
L’icona imperiale, di cui conosciamo l’esistenza quasi esclusivamente dalle fonti scritte, appare come uno dei più importanti riferimenti alla legittimità della venerazione delle immagini sacre negli atti del secondo concilio niceno e nelle fonti patristiche a cui gli ecclesiastici riunitisi a Nicaea fanno spesso riferimento. Nonostante ciò costituisce un argomento raramente toccato dalla storiografia e, in particolare, dagli storici dell'arte, lasciando un vuoto negli studi. Sebbene nessuna tavola dipinta con il ritratto dell'imperatore sia sopravvissuta ai secoli, l'immagine imperiale - e più precisamente l'icona imperiale - aveva un ruolo centrale nella nella società bizantina e nell'immaginario del tempo. Questo contributo analizza il valore di quell’immagine all’interno degli scritti del secondo concilio di Nicea, ne esamina il retaggio culturale e ideologico, l’uso retorico, osserva l’atteggiamento nei confronti di una particolare tipologia di ritratto con un significato ideologico e semiotico del tutto singolare e l'atteggiamento nei confronti dei regnanti che vi erano ritratti. Non si tratta però di un’analisi filologica del testo, piuttosto di un approccio visuale alle fonti, che intende far luce sul contesto culturale e sulle dinamiche in virtù delle quali nell’VIII secolo ancora si legittimava la venerazione delle immagini di Cristo, della Vergine, dei santi e dei martiri attraverso il sacro culto dell’imperatore. Questo percorso mostra che l’immagine era inscindibile dall’autorità rappresentata nella persona: le icone imperiali erano considerate manifestazioni reali e tangibili del sacro corpo dell’imperatore e del potere del basileus nell’ideologia romano-orientale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.