Murakami Haruki (1949 -) oggi è lo scrittore giapponese contemporaneo più noto nel mondo, sicuramente il più tradotto della sua generazione. Da decenni oggetto di una popolarità che non accenna a diminuire, a dispetto delle ripetute accuse di superficialità e mancanza di impegno politico-sociale rivoltegli in patria dalla critica, è nel panorama culturale del Giappone contemporaneo il più compiuto esemplare di brand author. Le ragioni del fascino che Murakami e le sue opere – fiction, autofiction, incursioni nel mondo della musica jazz o della corsa – da qualche decennio continuano a esercitare, come suggerisce Suter sono da ricercare nella sua capacità di fondere diverse tradizioni culturali, giapponesi e d’oltreoceano, riuscendo a soddisfare il gusto per l’esotico dei lettori nipponici e nel contempo a offrire loro l’opportunità di prendere le distanze dalla propria cultura. Una strategia che funziona anche con il pubblico internazionale, sedotto dal sapiente dosaggio di un esotismo che non risulta mai prevaricante al punto di produrre un effetto straniante o – peggio – respingente. Ma un ruolo sempre più importante nel successo dello scrittore continua a giocarlo anche la costruzione del brand, o meglio del “Murakami franchise”, avviata già negli anni ’80 con il suo dirompente esordio nel mondo della letteratura, non a caso in concomitanza con una profonda trasformazione del mercato editoriale, in linea con quanto si stava verificando nel mondo anglo-americano.
Fra global novel e letteratura prêt-à-porter: il brand Murakami Haruki
paola scrolavezza
2023
Abstract
Murakami Haruki (1949 -) oggi è lo scrittore giapponese contemporaneo più noto nel mondo, sicuramente il più tradotto della sua generazione. Da decenni oggetto di una popolarità che non accenna a diminuire, a dispetto delle ripetute accuse di superficialità e mancanza di impegno politico-sociale rivoltegli in patria dalla critica, è nel panorama culturale del Giappone contemporaneo il più compiuto esemplare di brand author. Le ragioni del fascino che Murakami e le sue opere – fiction, autofiction, incursioni nel mondo della musica jazz o della corsa – da qualche decennio continuano a esercitare, come suggerisce Suter sono da ricercare nella sua capacità di fondere diverse tradizioni culturali, giapponesi e d’oltreoceano, riuscendo a soddisfare il gusto per l’esotico dei lettori nipponici e nel contempo a offrire loro l’opportunità di prendere le distanze dalla propria cultura. Una strategia che funziona anche con il pubblico internazionale, sedotto dal sapiente dosaggio di un esotismo che non risulta mai prevaricante al punto di produrre un effetto straniante o – peggio – respingente. Ma un ruolo sempre più importante nel successo dello scrittore continua a giocarlo anche la costruzione del brand, o meglio del “Murakami franchise”, avviata già negli anni ’80 con il suo dirompente esordio nel mondo della letteratura, non a caso in concomitanza con una profonda trasformazione del mercato editoriale, in linea con quanto si stava verificando nel mondo anglo-americano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.