Nel passaggio tra XIX e XX secolo, la crescita di un’economia di mercato e la formazione dello stato nazionale mutano completamente il rapporto che le comunità, le famiglie e gli individui hanno verso la religione. Questo primo volume concentra l’attenzione sul mutare dell’economia rurale e sulla crisi di precedenti strutture sociali nelle campagne, con le novità consentite dal nascere dello stato liberale e nazionale. Soprattutto riguardo ai vecchi vincoli che la nuova civiltà borghese abbatte - o agli incentivi che introduce - per le attività produttive e commerciali, i consumi, la mobilità sociale e geografica. Non si focalizza ancora l’attenzione su come abbiano influito sulla secolarizzazione le trasformazioni avvenute nella chiesa del XIX secolo, i mutati rapporti tra stato e chiesa, e la politicizzazione della quotidianità sociale: argomenti per cui si rinvia a successivi sviluppi della presente ricerca. Molto prima della effettiva accettazione dei contadini come cittadini della nazione, prima del loro accesso all’istruzione e ai diritti elettorali, la classe dirigente italiana li ha coinvolti in una drastica trasformazione degli equilibri economico-sociali, che comporta una loro vistosa acculturazione laica. Soprattutto per le campagne bracciantili della bassa padana, avere una corretta percezione storica di questo processo porta a comprendere quanto sia stato uno stereotipo abusato - frutto di precise scelte ideologiche nel rappresentare la società - il parlare dei centri abitati e del loro contado, delle loro ville, come se si trattasse di un immobile mondo tradizionale, rimasto intatto fino alla brusca deruralizzazione dell’Italia, a metà del XX secolo.
FINCARDI, M. (2001). La terra disincantata. MILANO : Unicopli.
La terra disincantata
FINCARDI, Marco
2001
Abstract
Nel passaggio tra XIX e XX secolo, la crescita di un’economia di mercato e la formazione dello stato nazionale mutano completamente il rapporto che le comunità, le famiglie e gli individui hanno verso la religione. Questo primo volume concentra l’attenzione sul mutare dell’economia rurale e sulla crisi di precedenti strutture sociali nelle campagne, con le novità consentite dal nascere dello stato liberale e nazionale. Soprattutto riguardo ai vecchi vincoli che la nuova civiltà borghese abbatte - o agli incentivi che introduce - per le attività produttive e commerciali, i consumi, la mobilità sociale e geografica. Non si focalizza ancora l’attenzione su come abbiano influito sulla secolarizzazione le trasformazioni avvenute nella chiesa del XIX secolo, i mutati rapporti tra stato e chiesa, e la politicizzazione della quotidianità sociale: argomenti per cui si rinvia a successivi sviluppi della presente ricerca. Molto prima della effettiva accettazione dei contadini come cittadini della nazione, prima del loro accesso all’istruzione e ai diritti elettorali, la classe dirigente italiana li ha coinvolti in una drastica trasformazione degli equilibri economico-sociali, che comporta una loro vistosa acculturazione laica. Soprattutto per le campagne bracciantili della bassa padana, avere una corretta percezione storica di questo processo porta a comprendere quanto sia stato uno stereotipo abusato - frutto di precise scelte ideologiche nel rappresentare la società - il parlare dei centri abitati e del loro contado, delle loro ville, come se si trattasse di un immobile mondo tradizionale, rimasto intatto fino alla brusca deruralizzazione dell’Italia, a metà del XX secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.