Il saggio è dedicato al realismo non intuizionistico di John McDowell, autore che si distingue nel panorama filosofico angloamericano non soltanto per i suoi contributi “analitici” nell’ambito della filosofia del linguaggio, della teoria della conoscenza, della filosofia morale e della metaetica, ma anche per un confronto serrato con autori “continentali” come Kant, Hegel e Gadamer. Per introdurre la peculiare forma di realismo metaetico propugnata da McDowell, il saggio attira l’attenzione sui motivi wittgensteiniani che agiscono nel pensiero di quest’ultimo e ricostruisce la polemica contro la “concezione assoluta della realtà” che emerge da vari aspetti della sua riflessione. Ciò consente di presentare nella luce più adeguata l’ontologia delle proprietà morali ispirata al modello delle qualità secondarie che costituisce il tratto caratterizzante della metaetica di McDowell, nonché il ruolo svolto dalla nozione aristotelica di “seconda natura” e dalla concezione gadameriana del linguaggio nell’elaborazione di una visione non platonica della sensibilità umana all’ambito delle ragioni morali. Al termine del contributo sono considerate e discusse cinque possibili obiezioni alla prospettiva di McDowell.
Volpe G. (2007). Valori e natura: il realismo non intuizionistico di John McDowell. MILANO : Bruno Mondadori.
Valori e natura: il realismo non intuizionistico di John McDowell
VOLPE, GIORGIO
2007
Abstract
Il saggio è dedicato al realismo non intuizionistico di John McDowell, autore che si distingue nel panorama filosofico angloamericano non soltanto per i suoi contributi “analitici” nell’ambito della filosofia del linguaggio, della teoria della conoscenza, della filosofia morale e della metaetica, ma anche per un confronto serrato con autori “continentali” come Kant, Hegel e Gadamer. Per introdurre la peculiare forma di realismo metaetico propugnata da McDowell, il saggio attira l’attenzione sui motivi wittgensteiniani che agiscono nel pensiero di quest’ultimo e ricostruisce la polemica contro la “concezione assoluta della realtà” che emerge da vari aspetti della sua riflessione. Ciò consente di presentare nella luce più adeguata l’ontologia delle proprietà morali ispirata al modello delle qualità secondarie che costituisce il tratto caratterizzante della metaetica di McDowell, nonché il ruolo svolto dalla nozione aristotelica di “seconda natura” e dalla concezione gadameriana del linguaggio nell’elaborazione di una visione non platonica della sensibilità umana all’ambito delle ragioni morali. Al termine del contributo sono considerate e discusse cinque possibili obiezioni alla prospettiva di McDowell.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.