La recente giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea sul mandato di arresto europeo costituisce una importante cartina tornasole in grado di mettere in evidenza le tensioni che circondano il funzionamento del più significativo strumento di cooperazione giudiziaria penale sin qui adottato nell’ambito dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Più precisamente, tale giurisprudenza, nell’interrogarsi sui limiti che può incontrare la mutua fiducia tra gli Stati membri quando si tratta di privare un individuo della libertà personale in esecuzione di un MAE, contribuisce a delineare lo standard di tutela della libertà personale a livello UE, ponendo precipua attenzione ai casi, purtroppo sempre più frequenti, in cui Stati membri deviano dal rispetto dell’identità di fondo dell’ordinamento giuridico UE, vale a dire i suoi valori fondamentali, ponendo così in discussione le fondamenta stesse dell’integrazione giuridica europea. Muovendo da tali premesse, il presente contributo richiama anzitutto la giurisprudenza della Corte UE che ha qualificato il MAE come manifestazione par excellence della mutua fiducia tra gli Stati membri, enfatizzando l’importanza di preservare tale fiducia di fronte a possibili eccezioni unilateralmente invocate dagli Stati membri (par. 2). A seguire, vengono poi considerate le principali pronunce della Corte di giustizia che si sono occupate di stabilire quali limiti la mutua fiducia – e dunque gli automatismi previsti nel meccanismo del MAE – possano effettivamente incontrare con riguardo: a) alla tutela di taluni diritti cogenti della persona, a partire dal divieto di tortura o di trattamenti disumani o degradanti (3); b) al rispetto dello Stato di diritto in relazione all’indipendenza del sistema giudiziario (4); e c) ai diritti sociali dell’individuo (par. 5). L’analisi è completata da alcune considerazioni di carattere conclusivo (par. 6).

Libertà personale e mutua fiducia tra Stati membri dell’UE nello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia: la giurisprudenza della Corte di giustizia sul mandato di arresto europeo

Federico, Casolari
Writing – Original Draft Preparation
2023

Abstract

La recente giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea sul mandato di arresto europeo costituisce una importante cartina tornasole in grado di mettere in evidenza le tensioni che circondano il funzionamento del più significativo strumento di cooperazione giudiziaria penale sin qui adottato nell’ambito dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Più precisamente, tale giurisprudenza, nell’interrogarsi sui limiti che può incontrare la mutua fiducia tra gli Stati membri quando si tratta di privare un individuo della libertà personale in esecuzione di un MAE, contribuisce a delineare lo standard di tutela della libertà personale a livello UE, ponendo precipua attenzione ai casi, purtroppo sempre più frequenti, in cui Stati membri deviano dal rispetto dell’identità di fondo dell’ordinamento giuridico UE, vale a dire i suoi valori fondamentali, ponendo così in discussione le fondamenta stesse dell’integrazione giuridica europea. Muovendo da tali premesse, il presente contributo richiama anzitutto la giurisprudenza della Corte UE che ha qualificato il MAE come manifestazione par excellence della mutua fiducia tra gli Stati membri, enfatizzando l’importanza di preservare tale fiducia di fronte a possibili eccezioni unilateralmente invocate dagli Stati membri (par. 2). A seguire, vengono poi considerate le principali pronunce della Corte di giustizia che si sono occupate di stabilire quali limiti la mutua fiducia – e dunque gli automatismi previsti nel meccanismo del MAE – possano effettivamente incontrare con riguardo: a) alla tutela di taluni diritti cogenti della persona, a partire dal divieto di tortura o di trattamenti disumani o degradanti (3); b) al rispetto dello Stato di diritto in relazione all’indipendenza del sistema giudiziario (4); e c) ai diritti sociali dell’individuo (par. 5). L’analisi è completata da alcune considerazioni di carattere conclusivo (par. 6).
2023
Habeas corpus. La tutela multilivello della libertà personale
365
377
Federico, Casolari
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