Il romanzo "The Handmaid’s Tale" (Il racconto dell’ancella) di Margaret Atwood rappresenta un caso singolare nel panorama editoriale. Pubblicato nel 1985, ha ottenuto un successo immediato nel mondo anglofono, ma la maggiore notorietà è stata raggiunta dopo il 2016, in concomitanza con l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e con l’uscita del suo adattamento televisivo. Si può dunque dire che il romanzo di Atwood abbia avuto due vite. Il successo del libro lo colloca a tutti gli effetti nello status di classico sia nel panorama del genere distopico sia in quello della letteratura ‘di qualità’: tradotto in più di 40 lingue, il romanzo ha venduto oltre otto milioni di copie; è stato adattato in media diversi (opera, balletto, teatro, graphic novel, film e serie televisiva) ed è stato accompagnato da un sequel, "The Testaments" (I testamenti) nel 2019. Oltre agli adattamenti, le ‘appropriazioni’ popolari e politiche lo rendono un esempio singolare per esplorare il potenziale critico, educativo e civico di quella che Henry Jenkins ha chiamato una «narrazione transmediale». Nonostante il grande successo, il romanzo di Atwood ha avuto una vicenda meno lineare nel nostro paese. Sarà dunque interessante ripercorrere a grandi linee la fortuna del romanzo tra critica e editoria, per poi passare in rassegna le politiche di traduzione che lo hanno caratterizzato in Italia. Infine, si approfondiranno alcuni dei numerosi adattamenti, il loro successo e impatto, analizzando il finale del film e della prima stagione della serie televisiva. Mentre l’adattamento cinematografico rimane abbastanza ‘fedele’, quello televisivo espande la trama originale apportando cambiamenti anche radicali, amplificando così l’impatto politico del romanzo.
Raffaella Baccolini (2023). Appropriazioni femministe e commerciali: "Il racconto dell'Ancella" di Margaret Atwood. Torino : Einaudi.
Appropriazioni femministe e commerciali: "Il racconto dell'Ancella" di Margaret Atwood
Raffaella Baccolini
2023
Abstract
Il romanzo "The Handmaid’s Tale" (Il racconto dell’ancella) di Margaret Atwood rappresenta un caso singolare nel panorama editoriale. Pubblicato nel 1985, ha ottenuto un successo immediato nel mondo anglofono, ma la maggiore notorietà è stata raggiunta dopo il 2016, in concomitanza con l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e con l’uscita del suo adattamento televisivo. Si può dunque dire che il romanzo di Atwood abbia avuto due vite. Il successo del libro lo colloca a tutti gli effetti nello status di classico sia nel panorama del genere distopico sia in quello della letteratura ‘di qualità’: tradotto in più di 40 lingue, il romanzo ha venduto oltre otto milioni di copie; è stato adattato in media diversi (opera, balletto, teatro, graphic novel, film e serie televisiva) ed è stato accompagnato da un sequel, "The Testaments" (I testamenti) nel 2019. Oltre agli adattamenti, le ‘appropriazioni’ popolari e politiche lo rendono un esempio singolare per esplorare il potenziale critico, educativo e civico di quella che Henry Jenkins ha chiamato una «narrazione transmediale». Nonostante il grande successo, il romanzo di Atwood ha avuto una vicenda meno lineare nel nostro paese. Sarà dunque interessante ripercorrere a grandi linee la fortuna del romanzo tra critica e editoria, per poi passare in rassegna le politiche di traduzione che lo hanno caratterizzato in Italia. Infine, si approfondiranno alcuni dei numerosi adattamenti, il loro successo e impatto, analizzando il finale del film e della prima stagione della serie televisiva. Mentre l’adattamento cinematografico rimane abbastanza ‘fedele’, quello televisivo espande la trama originale apportando cambiamenti anche radicali, amplificando così l’impatto politico del romanzo.File | Dimensione | Formato | |
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