La somma dei quadrati costruiti sui cateti/È uguale a quella dell'ipotenuuuuusa Pittttagoraaaa, Pitagoraaaa/Se uomo quadraaato sei tuuuu Inventami il sistema/Il nuuuovo teorema/Per ogni probleeema del cuor Forse non sono i versi più poetici tra i tanti che sono stati dedicati al teorema di Pitagora ma, venendo da Celentano, sono sicuramente i più pop. Come pop è il teorema stesso, che uno studio di cui disgraziatamente non trovo il riferimento mette al top dei risultati matematici di cui permane, anche in età adulta, almeno un vago ricordo. Tale permanenza è dovuta probabilmente all’ostinazione con cui generazioni di maestre e professori insistono nel farcelo apprendere, più che alla coscienza della sua utilità per la nostra vita di tutti i giorni. Questo libretto, così come tutta la collana dei Saperi minimi che lo ospita, prende infatti avvio da una domanda naturale quanto inquietante: a cosa serve quello che ci fanno studiare a scuola?! E, nello specifico, a cosa serve il teorema di Pitagora? Alla risposta sarà dedicato il capitolo 4, cui arriveremo con un percorso finalizzato a creare la suspence che tale risposta merita di diritto. Inizieremo con un excursus storico in cui scopriremo che non l’ha affatto inventato (o scoperto, a seconda dei gusti) Pitagora, il “suo” teorema. È doveroso quindi spiegare perché lo etichettiamo col suo nome: en passant scopriremo, del curioso personaggio che abbiamo tanto odiato sui banchi e dei suoi N allievi, vita morte miracoli e stranezze. Passeremo poi a illustrare una serie di dispositivi, fisici e mentali, che ci consentono di convincerci che funziona davvero, ‘sto teorema – sempre se lo applichiamo agli oggetti giusti. Il terzo capitolo sarà dedicato alle strade matematiche che questo semplice risultato ha consentito di aprire, tra cui quella di cui sicuramente avete sentito parlare, relativa a un teorema che tal Fermat appuntò a margine di un foglio di libro, troppo esiguo per contenerne la dimostrazione, e che ha tenuto i matematici in sospeso per .... secoli. Dopo aver scoperto che Pitagora ci fa compagnia in momenti davvero insospettabili della vita quotidiana, dalla scelta della mountain bike perfetta alla progettazione delle aiuole di un ordinato giardino all’italiana, faremo il passo che tutti voi, specie se “odianti” della matematica, avete sempre desiderato: metterla in discussione, questa che ci è sempre stata propinata come una verità assoluta. Che succede se decidiamo che la somma dei quadrati costruiti sui cateti è maggiore del quadrato costruito sull’ipotenusa? Esistono mondi un cui tale somma, invece, è minore? Crolla tutto o, al contrario, si allarga il campo dei fenomeni di cui la matematica consente un’interpretazione? Sono certa che vorrete scoprirlo. Avanti, allora, buona lettura!
Silvia Benvenuti (In stampa/Attività in corso). La somma dei quadrati. La matematica è la scienza della libertà.. Roma : Treccani.
La somma dei quadrati. La matematica è la scienza della libertà.
Silvia Benvenuti
In corso di stampa
Abstract
La somma dei quadrati costruiti sui cateti/È uguale a quella dell'ipotenuuuuusa Pittttagoraaaa, Pitagoraaaa/Se uomo quadraaato sei tuuuu Inventami il sistema/Il nuuuovo teorema/Per ogni probleeema del cuor Forse non sono i versi più poetici tra i tanti che sono stati dedicati al teorema di Pitagora ma, venendo da Celentano, sono sicuramente i più pop. Come pop è il teorema stesso, che uno studio di cui disgraziatamente non trovo il riferimento mette al top dei risultati matematici di cui permane, anche in età adulta, almeno un vago ricordo. Tale permanenza è dovuta probabilmente all’ostinazione con cui generazioni di maestre e professori insistono nel farcelo apprendere, più che alla coscienza della sua utilità per la nostra vita di tutti i giorni. Questo libretto, così come tutta la collana dei Saperi minimi che lo ospita, prende infatti avvio da una domanda naturale quanto inquietante: a cosa serve quello che ci fanno studiare a scuola?! E, nello specifico, a cosa serve il teorema di Pitagora? Alla risposta sarà dedicato il capitolo 4, cui arriveremo con un percorso finalizzato a creare la suspence che tale risposta merita di diritto. Inizieremo con un excursus storico in cui scopriremo che non l’ha affatto inventato (o scoperto, a seconda dei gusti) Pitagora, il “suo” teorema. È doveroso quindi spiegare perché lo etichettiamo col suo nome: en passant scopriremo, del curioso personaggio che abbiamo tanto odiato sui banchi e dei suoi N allievi, vita morte miracoli e stranezze. Passeremo poi a illustrare una serie di dispositivi, fisici e mentali, che ci consentono di convincerci che funziona davvero, ‘sto teorema – sempre se lo applichiamo agli oggetti giusti. Il terzo capitolo sarà dedicato alle strade matematiche che questo semplice risultato ha consentito di aprire, tra cui quella di cui sicuramente avete sentito parlare, relativa a un teorema che tal Fermat appuntò a margine di un foglio di libro, troppo esiguo per contenerne la dimostrazione, e che ha tenuto i matematici in sospeso per .... secoli. Dopo aver scoperto che Pitagora ci fa compagnia in momenti davvero insospettabili della vita quotidiana, dalla scelta della mountain bike perfetta alla progettazione delle aiuole di un ordinato giardino all’italiana, faremo il passo che tutti voi, specie se “odianti” della matematica, avete sempre desiderato: metterla in discussione, questa che ci è sempre stata propinata come una verità assoluta. Che succede se decidiamo che la somma dei quadrati costruiti sui cateti è maggiore del quadrato costruito sull’ipotenusa? Esistono mondi un cui tale somma, invece, è minore? Crolla tutto o, al contrario, si allarga il campo dei fenomeni di cui la matematica consente un’interpretazione? Sono certa che vorrete scoprirlo. Avanti, allora, buona lettura!I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.