La distinzione tra atto giuridico e fatto giuridico stricto sensu può aiutare a cogliere ed evidenziare con maggiore chiarezza le dinamiche che caratterizzano alcune aree del diritto internazionale, come la dottrina delle fonti e il regime sulla responsabilità internazionale degli Stati. Il ricorso alle categorie in parola appare tuttavia particolarmente utile per osservare, approfondire e razionalizzare il fenomeno del silenzio nel diritto internazionale. E ciò non solo perché, a differenza di quanto accade rispetto a una condotta attiva, vagliare l’esistenza di una volontà o intenzione dello Stato dietro a una condotta passiva, nonché gli effetti giuridici derivanti dalla stessa, è un’operazione tendenzialmente complessa e che, pertanto, beneficia dell’impiego di un quadro teorico di riferimento. La distinzione tra atto giuridico e fatto giuridico stricto sensu permette inoltre di differenziare con maggiore chiarezza l’acquiescenza e alcuni effetti giuridici della stessa, quali la prescrizione acquisitiva dei diritti di sovranità/sovrani su un territorio conteso o altrui e la rinuncia a invocare la responsabilità internazionale di uno Stato, da istituti simili quali l’estoppel by silence e la prescrizione estintiva, ove un silenzio anche involontario e incolpevole è suscettibile di incidere sul diritto di uno Stato di esercitare/far valere un proprio diritto, anche in giudizio. Più in generale, come la presente monografia si propone di dimostrare, tale distinzione fornisce gli strumenti concettuali di supporto per l’elaborazione di una teoria generale sul silenzio degli Stati nel diritto internazionale.
Niccolò Lanzoni (2023). L'acquiescenza nel diritto internazionale. Napoli : Editoriale Scientifica.
L'acquiescenza nel diritto internazionale
Niccolò Lanzoni
2023
Abstract
La distinzione tra atto giuridico e fatto giuridico stricto sensu può aiutare a cogliere ed evidenziare con maggiore chiarezza le dinamiche che caratterizzano alcune aree del diritto internazionale, come la dottrina delle fonti e il regime sulla responsabilità internazionale degli Stati. Il ricorso alle categorie in parola appare tuttavia particolarmente utile per osservare, approfondire e razionalizzare il fenomeno del silenzio nel diritto internazionale. E ciò non solo perché, a differenza di quanto accade rispetto a una condotta attiva, vagliare l’esistenza di una volontà o intenzione dello Stato dietro a una condotta passiva, nonché gli effetti giuridici derivanti dalla stessa, è un’operazione tendenzialmente complessa e che, pertanto, beneficia dell’impiego di un quadro teorico di riferimento. La distinzione tra atto giuridico e fatto giuridico stricto sensu permette inoltre di differenziare con maggiore chiarezza l’acquiescenza e alcuni effetti giuridici della stessa, quali la prescrizione acquisitiva dei diritti di sovranità/sovrani su un territorio conteso o altrui e la rinuncia a invocare la responsabilità internazionale di uno Stato, da istituti simili quali l’estoppel by silence e la prescrizione estintiva, ove un silenzio anche involontario e incolpevole è suscettibile di incidere sul diritto di uno Stato di esercitare/far valere un proprio diritto, anche in giudizio. Più in generale, come la presente monografia si propone di dimostrare, tale distinzione fornisce gli strumenti concettuali di supporto per l’elaborazione di una teoria generale sul silenzio degli Stati nel diritto internazionale.File | Dimensione | Formato | |
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