La pandemia di Covid-19 ha portato una crisi senza precedenti nel settore culturale. In tutto il mondo, musei, cinema, teatri e sale da concerto - luoghi di creazione e condivisione - hanno chiuso i battenti. Secondo le prime stime, riportate nel report Re Shaping Policies for Creativity di Unesco, «il Valore Aggiunto Lordo delle industrie culturali e creative nel mondo si è contratto di 750 miliardi di dollari nel 2020 e sono stati persi almeno 10 milioni di posti di lavoro» (2022, p.33) e per molti operatori e culturali ed artisti la situazione che era già di per sé precaria è diventata insostenibile. Pur tuttavia la cultura, così tanto penalizzata, è diventata un elemento imprescindibile delle nostre vite durante la pandemia, basti pensare all’aumento di libri letti, film guardati e serie tv divorate, spettacoli teatrali e concerti visti on-demand, audiolibri e podcast ascoltati durante i giorni di segregazione. Dall’indagine “EffettoFestival. I consumi culturali degli italiani ai tempi di Covid-19: vecchie e nuove abitudini” (Ipsos, 2020) condotta dal 6 al 21 ottobre 2020, emerge che grazie al digitale il 16% del campione di indagine si è avvicinato per la prima volta alla cultura durante il lockdown.
roberta paltrinieri, giulia Alonzo (2023). La cultura a Bologna, dalla pandemia alla centralità nei processi di Welfare. Milano : FrancoAngeli.
La cultura a Bologna, dalla pandemia alla centralità nei processi di Welfare
roberta paltrinieri
;giulia Alonzo
2023
Abstract
La pandemia di Covid-19 ha portato una crisi senza precedenti nel settore culturale. In tutto il mondo, musei, cinema, teatri e sale da concerto - luoghi di creazione e condivisione - hanno chiuso i battenti. Secondo le prime stime, riportate nel report Re Shaping Policies for Creativity di Unesco, «il Valore Aggiunto Lordo delle industrie culturali e creative nel mondo si è contratto di 750 miliardi di dollari nel 2020 e sono stati persi almeno 10 milioni di posti di lavoro» (2022, p.33) e per molti operatori e culturali ed artisti la situazione che era già di per sé precaria è diventata insostenibile. Pur tuttavia la cultura, così tanto penalizzata, è diventata un elemento imprescindibile delle nostre vite durante la pandemia, basti pensare all’aumento di libri letti, film guardati e serie tv divorate, spettacoli teatrali e concerti visti on-demand, audiolibri e podcast ascoltati durante i giorni di segregazione. Dall’indagine “EffettoFestival. I consumi culturali degli italiani ai tempi di Covid-19: vecchie e nuove abitudini” (Ipsos, 2020) condotta dal 6 al 21 ottobre 2020, emerge che grazie al digitale il 16% del campione di indagine si è avvicinato per la prima volta alla cultura durante il lockdown.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.