L’obiettivo di questo contributo diviene quindi quello di descrivere come, in un contesto sociale in cui la realtà fisica e quella digitale si ibridano, i prosumer divengano soggetti centrali nel rapporto con le piattaforme, mostrando forti analogie con i processi transmediali. A tale scopo proponiamo una breve analisi dell’idea di prosumer, crasi di produttore e consumatore, uno dei principali errori interpretativi quando si parla di prosumerismo è limitarsi alla visione profetica di Toffler. Un crescente numero di studiosi (Ritzer, Jurgenson 2010; Jenkins 2006a; Livingstone 2010; Anderson 2013; Lessig 2008; Bruns 2008; Fuchs 2010), pur rifiutando la distinzione netta tra le due tipologie di soggetti (produttori e consumatori), e preferendo il concetto di prosumer ovvero di soggetti che contemporaneamente producono e consumano, ha sviluppato riflessioni e studi di un livello superiore. Avviene così che produttori e consumatori siano sempre più prosumer perché i primi devono consumare risorse e i secondi in qualche modo sono associati al processo di produzione. I prosumer svolgono in maniera crescente lavoro non retribuito che, in precedenza, era destinato a lavoratori salariati, con la conseguenza che, allo scopo di perseguire la massimizzazione di logiche di efficienza e di razionalità, in particolar modo nei processi digitali, la riduzione di manodopera salariata appare come uno degli elementi principali dell’aumento dei profitti per le piattaforme digitali. A nostro avviso, quindi, osservare le correlazioni tra transmedia e prosumerismo è di fondamentale importanza in questo particolare momento storico, perché interconnesse con due nozioni fortemente importanti in ambito sociologico: la nozione di “ritardo culturale” pro- posta da Ogburn (1922) e quella di “distruzione creatrice” proposta da Schumpeter (1942). Si tratta dei due pilastri su cui si sostiene la narrazione della nuova normalità.
Piergiorgio Degli Esposti (2022). Transmedia e prosumerismo. Roma : Armando Editore.
Transmedia e prosumerismo
Piergiorgio Degli Esposti
2022
Abstract
L’obiettivo di questo contributo diviene quindi quello di descrivere come, in un contesto sociale in cui la realtà fisica e quella digitale si ibridano, i prosumer divengano soggetti centrali nel rapporto con le piattaforme, mostrando forti analogie con i processi transmediali. A tale scopo proponiamo una breve analisi dell’idea di prosumer, crasi di produttore e consumatore, uno dei principali errori interpretativi quando si parla di prosumerismo è limitarsi alla visione profetica di Toffler. Un crescente numero di studiosi (Ritzer, Jurgenson 2010; Jenkins 2006a; Livingstone 2010; Anderson 2013; Lessig 2008; Bruns 2008; Fuchs 2010), pur rifiutando la distinzione netta tra le due tipologie di soggetti (produttori e consumatori), e preferendo il concetto di prosumer ovvero di soggetti che contemporaneamente producono e consumano, ha sviluppato riflessioni e studi di un livello superiore. Avviene così che produttori e consumatori siano sempre più prosumer perché i primi devono consumare risorse e i secondi in qualche modo sono associati al processo di produzione. I prosumer svolgono in maniera crescente lavoro non retribuito che, in precedenza, era destinato a lavoratori salariati, con la conseguenza che, allo scopo di perseguire la massimizzazione di logiche di efficienza e di razionalità, in particolar modo nei processi digitali, la riduzione di manodopera salariata appare come uno degli elementi principali dell’aumento dei profitti per le piattaforme digitali. A nostro avviso, quindi, osservare le correlazioni tra transmedia e prosumerismo è di fondamentale importanza in questo particolare momento storico, perché interconnesse con due nozioni fortemente importanti in ambito sociologico: la nozione di “ritardo culturale” pro- posta da Ogburn (1922) e quella di “distruzione creatrice” proposta da Schumpeter (1942). Si tratta dei due pilastri su cui si sostiene la narrazione della nuova normalità.File | Dimensione | Formato | |
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