Il saggio esamina le variazioni cui la figura di Cristo è sottoposta nell'opera di Giordano Bruno, focalizzando l'attenzione su quei testi o gruppi di testi in cui trova spazio e senso il richiamo ai poteri magici di Cristo: il Sigillus sigillorum, lo Spaccio de le bestia trionfante e le opere magiche. Fra critica antitrinitaria e interpretazione del cristianesimo come impostura e consapevole mistificazione della verità filosofica, religiosa, civile presente nel mondo antico, il giudizio di Bruno su Cristo si misura sia sul terreno filosofico che su quello etico-civile. E alla falsa e ingannevole figura dell'uomo-Dio Bruno contrappone l'immagine del mago come strumento essenziale di civiltà, modello di un sapere positivo, portatore di una prassi efficace e feconda, che cerca di individuare e incanalare nella direzione voluta le forze varie e disuguali che operano nel mondo della natura e dell'uomo. Lontano, ed anzi, irriducibilmente alternativo al cristianesimo nelle sue diverse forme e ortodossie, Bruno si rivela però anche capace di svilupparne, nella prospettiva di una tolleranza essenziale alla vita associata, alcuni dei tratti più profondi e moderni. La riforma filosofica cui guarda Bruno contempla infatti anche la costituzione di una religione della composizione dei conflitti, nella quale possano riconoscersi tutte le confessioni cristiane, in una riduzione, drastica fino a dissolverli nella mera idea filosofica di Dio, dei fundamentalia fidei.
E. Scapparone (2005). "Imposture" e "maraviglie". Note sul Cristo mago di Bruno. FIRENZE : Leo S. Olschki.
"Imposture" e "maraviglie". Note sul Cristo mago di Bruno
SCAPPARONE, ELISABETTA
2005
Abstract
Il saggio esamina le variazioni cui la figura di Cristo è sottoposta nell'opera di Giordano Bruno, focalizzando l'attenzione su quei testi o gruppi di testi in cui trova spazio e senso il richiamo ai poteri magici di Cristo: il Sigillus sigillorum, lo Spaccio de le bestia trionfante e le opere magiche. Fra critica antitrinitaria e interpretazione del cristianesimo come impostura e consapevole mistificazione della verità filosofica, religiosa, civile presente nel mondo antico, il giudizio di Bruno su Cristo si misura sia sul terreno filosofico che su quello etico-civile. E alla falsa e ingannevole figura dell'uomo-Dio Bruno contrappone l'immagine del mago come strumento essenziale di civiltà, modello di un sapere positivo, portatore di una prassi efficace e feconda, che cerca di individuare e incanalare nella direzione voluta le forze varie e disuguali che operano nel mondo della natura e dell'uomo. Lontano, ed anzi, irriducibilmente alternativo al cristianesimo nelle sue diverse forme e ortodossie, Bruno si rivela però anche capace di svilupparne, nella prospettiva di una tolleranza essenziale alla vita associata, alcuni dei tratti più profondi e moderni. La riforma filosofica cui guarda Bruno contempla infatti anche la costituzione di una religione della composizione dei conflitti, nella quale possano riconoscersi tutte le confessioni cristiane, in una riduzione, drastica fino a dissolverli nella mera idea filosofica di Dio, dei fundamentalia fidei.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.