La riflessione condotta nelle pagine del libro riferisce di un approccio teorico ed applicativo mirato alla tematica degli interventi di recupero dell’edilizia storica.Il primo aspetto è correlato ad una considerazione di fondo; l’eterogeneità e al contempo la specificità dei modi di costruire e delle tipologie storiche, restituisce un repertorio differenziato di soluzioni tecniche a cui solo studi mirati possono fornire puntuali indicazioni. La fortuna editoriale che accompagna nel corso del passato decennio, la nascita e l’affermazione dei Manuali del Recupero e dei Codici di Pratica, da quello di Roma, di Città di Castello, di Palermo, di Ortigia, di Matera, fino a quelli più recenti promossi dalle regioni Umbria e Marche, rappresenta una risposta aggiornata ed eloquente a tale questione.Al contempo, nel raffronto istituito tra tali studi, si evidenzia la presenza di un quadro comune e condiviso di riferimenti; ovvero, il carattere peculiare determinato dalle forme e dai modi della tradizione locale, nasce e si consolida come soluzione data ad un ordine ricorrente e costante di problemi, che superano i limiti posti dalla specificità contestuali perché propri delle ragioni su cui si è storicamente fondato il modello costruttivo murario: ad esempio, come garantire la stabilità di un muro attraverso un corretto ingranamento dei conci; come operare una apertura di un vano senza compromettere la solidità della struttura muraria; come eseguire le connessioni fra le parti e gli elementi della costruzione, l’ammorsatura tra i maschi murari, gli appoggi delle orditure lignee, il collegamento fra i vari livelli dell’edifico; come progettare una copertura lignea per rispondere alle esigenze di tenuta e stabilità; come evitare lo sfilamento delle teste delle travi per l’azione prodotta dal sisma, ecc…Il riconoscimento dell’invarianza di principi e regole che guidano il corretto operare nell’ambito della costruzione muraria storica, consente dunque di avanzare contributi di sintesi, come questo, che richiamano l’attenzione sul piano dell’atteggiamento critico - si potrebbe dire metodologico - che informa le strategie di intervento. L'aggiornamento alla prima edizione - consistente in 1000 copie vendute - è stata conseguente alla esigenza di recepire i nuovi riferimenti normativi, ovvero di esplicitare le problematiche progettuali ed esecutive connesse alla pratica operativa secondo i dettami previsti con il DM 3274/03 ed in accordo con l’approccio formulato dalle Linee guida per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni, emanate nella prima versione nel luglio del 2006 e poi pubblicate nel 2008 (G.U. N° 24 del 2008). Un orientamento conforme a quanto oggi recepito dalla normativa sismica sulle costruzioni esistenti (Norme Tecniche delle Costruzioni G.U. N° 47, 2009) dove le metodologie di analisi e di intervento sugli edifici murari, sia soggetti a tutela che appartenenti all’edilizia minore, è connotata da una maggiore attenzione per la natura costitutiva del manufatto al fine di delineare protocolli di studio e di intervento improntati alla reversibilità e alla minima invasività. In questo quadro si inscrive lo studio sulla caratterizzazione tipologica e costruttiva della fabbrica e sulla storia trasformativa, l’analisi dei possibili meccanismi di danno attesi sulla scorta di un repertorio di situazioni note, l’individuazione degli interventi con tecniche leggere e congruenti con la specificità materica e costruttiva della fabbrica.

R. Gulli (2010). Il recupero edilizio in ambito sismico. MONFALCONE : Edicom edizioni.

Il recupero edilizio in ambito sismico

GULLI, RICCARDO
2010

Abstract

La riflessione condotta nelle pagine del libro riferisce di un approccio teorico ed applicativo mirato alla tematica degli interventi di recupero dell’edilizia storica.Il primo aspetto è correlato ad una considerazione di fondo; l’eterogeneità e al contempo la specificità dei modi di costruire e delle tipologie storiche, restituisce un repertorio differenziato di soluzioni tecniche a cui solo studi mirati possono fornire puntuali indicazioni. La fortuna editoriale che accompagna nel corso del passato decennio, la nascita e l’affermazione dei Manuali del Recupero e dei Codici di Pratica, da quello di Roma, di Città di Castello, di Palermo, di Ortigia, di Matera, fino a quelli più recenti promossi dalle regioni Umbria e Marche, rappresenta una risposta aggiornata ed eloquente a tale questione.Al contempo, nel raffronto istituito tra tali studi, si evidenzia la presenza di un quadro comune e condiviso di riferimenti; ovvero, il carattere peculiare determinato dalle forme e dai modi della tradizione locale, nasce e si consolida come soluzione data ad un ordine ricorrente e costante di problemi, che superano i limiti posti dalla specificità contestuali perché propri delle ragioni su cui si è storicamente fondato il modello costruttivo murario: ad esempio, come garantire la stabilità di un muro attraverso un corretto ingranamento dei conci; come operare una apertura di un vano senza compromettere la solidità della struttura muraria; come eseguire le connessioni fra le parti e gli elementi della costruzione, l’ammorsatura tra i maschi murari, gli appoggi delle orditure lignee, il collegamento fra i vari livelli dell’edifico; come progettare una copertura lignea per rispondere alle esigenze di tenuta e stabilità; come evitare lo sfilamento delle teste delle travi per l’azione prodotta dal sisma, ecc…Il riconoscimento dell’invarianza di principi e regole che guidano il corretto operare nell’ambito della costruzione muraria storica, consente dunque di avanzare contributi di sintesi, come questo, che richiamano l’attenzione sul piano dell’atteggiamento critico - si potrebbe dire metodologico - che informa le strategie di intervento. L'aggiornamento alla prima edizione - consistente in 1000 copie vendute - è stata conseguente alla esigenza di recepire i nuovi riferimenti normativi, ovvero di esplicitare le problematiche progettuali ed esecutive connesse alla pratica operativa secondo i dettami previsti con il DM 3274/03 ed in accordo con l’approccio formulato dalle Linee guida per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni, emanate nella prima versione nel luglio del 2006 e poi pubblicate nel 2008 (G.U. N° 24 del 2008). Un orientamento conforme a quanto oggi recepito dalla normativa sismica sulle costruzioni esistenti (Norme Tecniche delle Costruzioni G.U. N° 47, 2009) dove le metodologie di analisi e di intervento sugli edifici murari, sia soggetti a tutela che appartenenti all’edilizia minore, è connotata da una maggiore attenzione per la natura costitutiva del manufatto al fine di delineare protocolli di studio e di intervento improntati alla reversibilità e alla minima invasività. In questo quadro si inscrive lo studio sulla caratterizzazione tipologica e costruttiva della fabbrica e sulla storia trasformativa, l’analisi dei possibili meccanismi di danno attesi sulla scorta di un repertorio di situazioni note, l’individuazione degli interventi con tecniche leggere e congruenti con la specificità materica e costruttiva della fabbrica.
2010
268
9788896386118
R. Gulli (2010). Il recupero edilizio in ambito sismico. MONFALCONE : Edicom edizioni.
R. Gulli
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