Ordinare un pasto, affittare una stanza, prenotare un taxi: sono solo alcune delle attività che ci siamo abituati a realizzare con qualche semplice click sui nostri smartphone. Eppure, fino a pochi anni fa tutto ciò era impensabile o perlomeno richiedeva procedure e tempi diversi. Riprendendo il titolo di un libro di Nicholas Negroponte, siamo oramai degli esseri digitali che non riescono più ad orientarsi in una città senza Google Maps o a socializzare facendo a meno di Instagram. Dietro questi comportamenti che possono sembrarci “naturali” – nel senso di ovvi e così da sempre – si cela una profonda trasformazione delle forme e degli spazi del lavoro a partire dalla diffusione di tecnologie digitali di uso quotidiano – i già citati smartphone ne sono un buon esempio – e di un modello di impresa chiamato piattaforma. Questo volume prova a fornire delle lenti concettuali tramite le quali guardare alla nostra vita digitale con occhi diversi. E lo fa partendo da questi tre elementi – le nuove tecnologie, gli spazi di lavoro e i soggetti coinvolti – declinati in maniera particolare – le piattaforme, la città e i rider – per provare a individuare dei caratteri generali delle trasformazioni in corso a partire da alcune esperienze esemplificative. I fattorini del food delivery, infatti, hanno fatto irruzione nella scena pubblica non solo per i loro borsoni colorati con cui sfrecciano da un capo all’altro delle nostre città, ma anche per la portata delle loro proteste.
Maurilio Pirone (2023). Ultimo miglio. Lavoro di piattaforma e conflitti urbani. Milano : Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.
Ultimo miglio. Lavoro di piattaforma e conflitti urbani
Maurilio Pirone
Primo
2023
Abstract
Ordinare un pasto, affittare una stanza, prenotare un taxi: sono solo alcune delle attività che ci siamo abituati a realizzare con qualche semplice click sui nostri smartphone. Eppure, fino a pochi anni fa tutto ciò era impensabile o perlomeno richiedeva procedure e tempi diversi. Riprendendo il titolo di un libro di Nicholas Negroponte, siamo oramai degli esseri digitali che non riescono più ad orientarsi in una città senza Google Maps o a socializzare facendo a meno di Instagram. Dietro questi comportamenti che possono sembrarci “naturali” – nel senso di ovvi e così da sempre – si cela una profonda trasformazione delle forme e degli spazi del lavoro a partire dalla diffusione di tecnologie digitali di uso quotidiano – i già citati smartphone ne sono un buon esempio – e di un modello di impresa chiamato piattaforma. Questo volume prova a fornire delle lenti concettuali tramite le quali guardare alla nostra vita digitale con occhi diversi. E lo fa partendo da questi tre elementi – le nuove tecnologie, gli spazi di lavoro e i soggetti coinvolti – declinati in maniera particolare – le piattaforme, la città e i rider – per provare a individuare dei caratteri generali delle trasformazioni in corso a partire da alcune esperienze esemplificative. I fattorini del food delivery, infatti, hanno fatto irruzione nella scena pubblica non solo per i loro borsoni colorati con cui sfrecciano da un capo all’altro delle nostre città, ma anche per la portata delle loro proteste.File | Dimensione | Formato | |
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