A partire dalla fine, ricostruire il senso. Questo libro nasce dal progetto di un convegno interdisciplinare del Centro Internazionale di Scienze Semiotiche che si sarebbe dovuto tenere presso l’Università di Urbino, con la partecipazione di sociologi, semiologi, studiosi di media, e che, a causa della pandemia da Covid scoppiata agli inizi del 2020, si è poi rapidamente trasformato in un seminario online. L’idea era dunque quella di ragionare sul pensiero della fine, nelle sue possibili e plurali sfaccettature. La condizione della fine, cioè quella di una necessaria conclusione esistenziale, intesa come una sorta di radicale antropologico a partire dal quale tentare di fornire un senso alla vita, ovvero un ordine alle cose. Osservando, a margine, che le narrazioni, specie quelle mediali contemporanee, rappresentano di fatto uno dei luoghi privilegiati della messa in scena finzionale, attraverso la quale tentare un ragionamento sul senso. Narrazioni che si presentano ramificate, estremamente diffuse, e caratterizzate da una prevalenza della dimensione seriale, che, in quanto tale, nega, ritarda o dilata all’estremo, ogni possibile finale. Un’occasione per riflettere sul fatto che sia proprio la fine ad avere un senso, ad essere in grado di innescare lo stimolo per un ragionamento esistenziale retrospettivo, attraverso la forma della narrazione.
Roberta Bartoletti, L.S. (2021). This is (not) the end. Forme della fine tra serialità e narratività. Milano : FrancoAngeli srl.
This is (not) the end. Forme della fine tra serialità e narratività
Lucio Spaziante
;
2021
Abstract
A partire dalla fine, ricostruire il senso. Questo libro nasce dal progetto di un convegno interdisciplinare del Centro Internazionale di Scienze Semiotiche che si sarebbe dovuto tenere presso l’Università di Urbino, con la partecipazione di sociologi, semiologi, studiosi di media, e che, a causa della pandemia da Covid scoppiata agli inizi del 2020, si è poi rapidamente trasformato in un seminario online. L’idea era dunque quella di ragionare sul pensiero della fine, nelle sue possibili e plurali sfaccettature. La condizione della fine, cioè quella di una necessaria conclusione esistenziale, intesa come una sorta di radicale antropologico a partire dal quale tentare di fornire un senso alla vita, ovvero un ordine alle cose. Osservando, a margine, che le narrazioni, specie quelle mediali contemporanee, rappresentano di fatto uno dei luoghi privilegiati della messa in scena finzionale, attraverso la quale tentare un ragionamento sul senso. Narrazioni che si presentano ramificate, estremamente diffuse, e caratterizzate da una prevalenza della dimensione seriale, che, in quanto tale, nega, ritarda o dilata all’estremo, ogni possibile finale. Un’occasione per riflettere sul fatto che sia proprio la fine ad avere un senso, ad essere in grado di innescare lo stimolo per un ragionamento esistenziale retrospettivo, attraverso la forma della narrazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.