La performance, finalista alla Biennale di Venezia 2021, sezione Teatro college, è stata portata in scena nel mese di settembre 2022 presso il più grande labirinto di bambù al mondo, il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci a Fontanellato. La performance, immersiva e multimediale, permette ai visitatori di muoversi all'interno del dedalo guidati da una serie di installazioni che ripercorrono l'antico mito delle anguane, creature d'acqua il cui canto permetteva agli uomini di perdersi e ritrovare una nuova connessione con le proprie radici ancestrali. Scomporre gli elementi del mito è lo scopo delle installazioni site specific all'interno del labirinto, mentre a guidare gli spettatori, alla ricerca di un senso, sono le voci e le azioni delle performer che culminano in un djset live finale, il tutto accompagnato da un videomapping che enfatizza la dimensione sospesa tra sogno e realtà. Le installazioni sono state realizzate impiegando materiali di recupero, attivando una call to action che ha coinvolto più di 40 donne e una collaborazione con la Scuola di Scenografia di Urbino. La performance prevedeva come evento collaterale congiunto la prima mostra fotografica di Mono Giraud in Italia.
Sara Bertolucci, V.D. (2022). Aquanae.
Aquanae
Alessia Zampini
2022
Abstract
La performance, finalista alla Biennale di Venezia 2021, sezione Teatro college, è stata portata in scena nel mese di settembre 2022 presso il più grande labirinto di bambù al mondo, il Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci a Fontanellato. La performance, immersiva e multimediale, permette ai visitatori di muoversi all'interno del dedalo guidati da una serie di installazioni che ripercorrono l'antico mito delle anguane, creature d'acqua il cui canto permetteva agli uomini di perdersi e ritrovare una nuova connessione con le proprie radici ancestrali. Scomporre gli elementi del mito è lo scopo delle installazioni site specific all'interno del labirinto, mentre a guidare gli spettatori, alla ricerca di un senso, sono le voci e le azioni delle performer che culminano in un djset live finale, il tutto accompagnato da un videomapping che enfatizza la dimensione sospesa tra sogno e realtà. Le installazioni sono state realizzate impiegando materiali di recupero, attivando una call to action che ha coinvolto più di 40 donne e una collaborazione con la Scuola di Scenografia di Urbino. La performance prevedeva come evento collaterale congiunto la prima mostra fotografica di Mono Giraud in Italia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.