La società fotografata nello sforzo cronachistico dell’Anonimo Salernitano, autore dell’altrettanto – ed impropriamente – salernitano Chronicon è, come è stato sottolineato a più riprese, la rappresentazione di una collettività viva che si intrama sui più di due secoli di storia longobarda nel meridione d’Italia. La qualità comune e quotidiana della scrittura offre pertanto al lettore delle scene consuete ma particolari per il loro inaspettato realismo. Più precisamente, due di queste, col loro connotato novellistico già sottolineato da M. Oldoni e da N. Cilento, sono oggetto d’analisi: Nannigone, violata sua moglie dal truce Sicardo, non riderà più. Allo stesso modo un nobile, novello Atteone, avendo impunemente profanato l’intimità di Adelchisa, donna di Sicardo, guardandole i piedi attraverso la tenda, si vedrà rendere la pariglia quando la sua donna verrà trasportata a gambe nude per il campo. Lui è lì presente ma “ad tabulam ludebat et minime eam videlicet vidit”. Questo studio si propone di (ri)collocare nel contesto del Chronicon Salernitanum la ritualità, qui intesa come comportamento eventualmente codificato, di cui questi personaggi sono portatori attraverso le espressioni delle loro reazioni. Il tutto, nel contesto della “straniante” storiografia di sec. X.
Laura Vangone (2022). Su qualche scena dell'«Anonymi Salernitani Chronicon». Soveria Mannelli : Rubbettino.
Su qualche scena dell'«Anonymi Salernitani Chronicon»
Laura Vangone
2022
Abstract
La società fotografata nello sforzo cronachistico dell’Anonimo Salernitano, autore dell’altrettanto – ed impropriamente – salernitano Chronicon è, come è stato sottolineato a più riprese, la rappresentazione di una collettività viva che si intrama sui più di due secoli di storia longobarda nel meridione d’Italia. La qualità comune e quotidiana della scrittura offre pertanto al lettore delle scene consuete ma particolari per il loro inaspettato realismo. Più precisamente, due di queste, col loro connotato novellistico già sottolineato da M. Oldoni e da N. Cilento, sono oggetto d’analisi: Nannigone, violata sua moglie dal truce Sicardo, non riderà più. Allo stesso modo un nobile, novello Atteone, avendo impunemente profanato l’intimità di Adelchisa, donna di Sicardo, guardandole i piedi attraverso la tenda, si vedrà rendere la pariglia quando la sua donna verrà trasportata a gambe nude per il campo. Lui è lì presente ma “ad tabulam ludebat et minime eam videlicet vidit”. Questo studio si propone di (ri)collocare nel contesto del Chronicon Salernitanum la ritualità, qui intesa come comportamento eventualmente codificato, di cui questi personaggi sono portatori attraverso le espressioni delle loro reazioni. Il tutto, nel contesto della “straniante” storiografia di sec. X.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


