Per molto tempo la disciplina del bilancio di esercizio è rimasta pressoché immutata. Tuttavia, da quindici anni a questa parte, si assiste ad una proliferazione di norme e standard contabili senza precedenti, che investono sia gli aspetti sostanziali che i contenuti di carattere più “narrativo”. Ciò è dovuto, in parte, al ruolo sempre più preminente assunto dagli IFRS, che impongono un benchmark di riferimento a livello europeo e mondiale, e non solo per le società che sono obbligatoriamente tenute alla loro applicazione; in parte ancora più rilevante, ciò è imputabile ai mutamenti degli scenari macro-economici, che hanno richiesto una riflessione sul modo di rappresentare i fatti gestionali e, al contempo, hanno evidenziato l’opportunità di nuove logiche interpretative. Warren Buffet afferma che “accounting is the language of business”; la contabilità e il bilancio sono la lingua degli affari. Una lingua che deve adattarsi ad un mondo che cambia e che necessita di aggiornamenti continui, a volte con una velocità a cui gli operatori faticano a stare dietro. In questo contesto, c’è da chiedersi (e ce lo siamo chiesti) se abbia senso investire energie in un volume sul bilancio di esercizio, che rischia di diventare obsoleto poco dopo la sua pubblicazione e che, se incontrerà un qualche riscontro positivo, necessiterà di aggiornamenti costanti. La risposta che ci siamo dati è affermativa, almeno per un paio di ragioni. La prima riguarda i destinatari di questo libro, che sono gli studenti universitari. In circolazione esistono tanti ottimi testi sul bilancio curati da autorevoli colleghi. Si tratta di volumi molto esaustivi, che trattano le varie tematiche con un elevato grado di approfondimento, al punto di essere talvolta più idonei per un operatore professionale che per uno studente all’inizio del percorso accademico. Il libro che tenete tra le mani, si basa invece su una logica “sottrattiva”. Raccogliendo la sfida dell’editore, ci siamo cimentati nella stesura di un volume relativamente snello e “tagliato” sulla struttura dei corsi universitari, con l’obiettivo non di illustrare lo scibile sul bilancio, ma di far comprendere la logica di fondo, focalizzandosi sugli aspetti principali e illustrando – quando possibile – il differente approccio tra l’impianto civilistico e gli standard IFRS. La seconda ragione è strettamente legata alla prima. Le regole del bilancio sono destinate ad adeguarsi al mutare dei paradigmi economici. Le sfide che attendono i legislatori e gli standard setters riguardano mondi che la disciplina sul bilancio, ad oggi, ha solamente intaccato. Basti pensare alle varie declinazioni dell’economia digitale, al metaverso, alla dematerializzazione degli scambi, alla sostenibilità, intesa nelle sue numerose accezioni. In questo scenario, se è consentita una semplificazione concettuale, la singola regola “va e viene”, mentre i fondamenti del bilancio costituiscono l’ancoraggio sicuro a cui fare riferimento per “raccontare” in modo coerente i fatti della gestione. Ieri, oggi e domani. Sulla scorta di queste premesse, ci accingiamo a licenziare questo volume, ringraziando ad uno ad uno i colleghi che hanno acconsentito a condividere questa sfida: Francesca Bernini, Salvatore Cincimino, Francesco Facchini, Cristina Gianfelici, Sabrina Gigli e Patrizia Petrolati.
Fazzini M., La Rosa F., Mattei M. M. (2023). Il bilancio d'esercizio. Milano : CEDAM.
Il bilancio d'esercizio
Mattei M. M.
2023
Abstract
Per molto tempo la disciplina del bilancio di esercizio è rimasta pressoché immutata. Tuttavia, da quindici anni a questa parte, si assiste ad una proliferazione di norme e standard contabili senza precedenti, che investono sia gli aspetti sostanziali che i contenuti di carattere più “narrativo”. Ciò è dovuto, in parte, al ruolo sempre più preminente assunto dagli IFRS, che impongono un benchmark di riferimento a livello europeo e mondiale, e non solo per le società che sono obbligatoriamente tenute alla loro applicazione; in parte ancora più rilevante, ciò è imputabile ai mutamenti degli scenari macro-economici, che hanno richiesto una riflessione sul modo di rappresentare i fatti gestionali e, al contempo, hanno evidenziato l’opportunità di nuove logiche interpretative. Warren Buffet afferma che “accounting is the language of business”; la contabilità e il bilancio sono la lingua degli affari. Una lingua che deve adattarsi ad un mondo che cambia e che necessita di aggiornamenti continui, a volte con una velocità a cui gli operatori faticano a stare dietro. In questo contesto, c’è da chiedersi (e ce lo siamo chiesti) se abbia senso investire energie in un volume sul bilancio di esercizio, che rischia di diventare obsoleto poco dopo la sua pubblicazione e che, se incontrerà un qualche riscontro positivo, necessiterà di aggiornamenti costanti. La risposta che ci siamo dati è affermativa, almeno per un paio di ragioni. La prima riguarda i destinatari di questo libro, che sono gli studenti universitari. In circolazione esistono tanti ottimi testi sul bilancio curati da autorevoli colleghi. Si tratta di volumi molto esaustivi, che trattano le varie tematiche con un elevato grado di approfondimento, al punto di essere talvolta più idonei per un operatore professionale che per uno studente all’inizio del percorso accademico. Il libro che tenete tra le mani, si basa invece su una logica “sottrattiva”. Raccogliendo la sfida dell’editore, ci siamo cimentati nella stesura di un volume relativamente snello e “tagliato” sulla struttura dei corsi universitari, con l’obiettivo non di illustrare lo scibile sul bilancio, ma di far comprendere la logica di fondo, focalizzandosi sugli aspetti principali e illustrando – quando possibile – il differente approccio tra l’impianto civilistico e gli standard IFRS. La seconda ragione è strettamente legata alla prima. Le regole del bilancio sono destinate ad adeguarsi al mutare dei paradigmi economici. Le sfide che attendono i legislatori e gli standard setters riguardano mondi che la disciplina sul bilancio, ad oggi, ha solamente intaccato. Basti pensare alle varie declinazioni dell’economia digitale, al metaverso, alla dematerializzazione degli scambi, alla sostenibilità, intesa nelle sue numerose accezioni. In questo scenario, se è consentita una semplificazione concettuale, la singola regola “va e viene”, mentre i fondamenti del bilancio costituiscono l’ancoraggio sicuro a cui fare riferimento per “raccontare” in modo coerente i fatti della gestione. Ieri, oggi e domani. Sulla scorta di queste premesse, ci accingiamo a licenziare questo volume, ringraziando ad uno ad uno i colleghi che hanno acconsentito a condividere questa sfida: Francesca Bernini, Salvatore Cincimino, Francesco Facchini, Cristina Gianfelici, Sabrina Gigli e Patrizia Petrolati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.