L’Almanacco di Filosofia e Politica, diretto da Roberto Esposito, intende essere uno spazio aperto per una riflessione sulla politica – sul suo statuto, sulle sue crisi, sulle sue potenzialità – da un punto di vista filosofico. Non si tratta dunque di una ricerca storico-filologica sui concetti politici, né di un’analisi empirica di carattere sociologico o politologico sulla cronaca politica. Ciò che l’Almanacco intende attivare è un’interrogazione rigorosamente filosofica sull’attualità. La domanda di fondo da cui nascono questi saggi riguarda la relazione tra la crisi globale della politica e i punti ciechi del pensiero contemporaneo. Quali paradigmi teorici hanno contribuito a provocare, o hanno reso possibile, tale cedimento? Ma scopo dell’Almanacco è soprattutto quello di elaborare nuove categorie capaci di riaprire un varco in un orizzonte apparentemente chiuso. Che contributo può dare, la filosofia, per avviare una nuova stagione politica? Questo secondo volume prosegue la ricerca inaugurata nel primo numero, cercando nella categoria di istituzione una via di uscita alla crisi del pensiero dell’immanenza. Anche questa volta, i contenuti sono organizzati in tre sezioni. La prima raccoglie i saggi di alcuni tra i più affermati pensatori contemporanei come Roberto Esposito, Massimo Recalcati, Paolo Napoli, Judith Revel, Miguel Vatter, Ubaldo Fadini e Nadia Urbinati. La seconda si compone invece degli interventi di studiosi più giovani che partecipano, durante l’anno, a un progetto di ricerca collettivo. La terza è infine formata da testi, inediti in italiano, di autori ormai classici – ma particolarmente rilevanti per il tema oggetto del volume –, quali Yan Thomas, Paul Ricœur e Cornelius Castoriadis.
Elia Zaru, F.M. (2020). Fine della Belle Époque. Macerata : Quodlibet.
Fine della Belle Époque
Elia Zaru;
2020
Abstract
L’Almanacco di Filosofia e Politica, diretto da Roberto Esposito, intende essere uno spazio aperto per una riflessione sulla politica – sul suo statuto, sulle sue crisi, sulle sue potenzialità – da un punto di vista filosofico. Non si tratta dunque di una ricerca storico-filologica sui concetti politici, né di un’analisi empirica di carattere sociologico o politologico sulla cronaca politica. Ciò che l’Almanacco intende attivare è un’interrogazione rigorosamente filosofica sull’attualità. La domanda di fondo da cui nascono questi saggi riguarda la relazione tra la crisi globale della politica e i punti ciechi del pensiero contemporaneo. Quali paradigmi teorici hanno contribuito a provocare, o hanno reso possibile, tale cedimento? Ma scopo dell’Almanacco è soprattutto quello di elaborare nuove categorie capaci di riaprire un varco in un orizzonte apparentemente chiuso. Che contributo può dare, la filosofia, per avviare una nuova stagione politica? Questo secondo volume prosegue la ricerca inaugurata nel primo numero, cercando nella categoria di istituzione una via di uscita alla crisi del pensiero dell’immanenza. Anche questa volta, i contenuti sono organizzati in tre sezioni. La prima raccoglie i saggi di alcuni tra i più affermati pensatori contemporanei come Roberto Esposito, Massimo Recalcati, Paolo Napoli, Judith Revel, Miguel Vatter, Ubaldo Fadini e Nadia Urbinati. La seconda si compone invece degli interventi di studiosi più giovani che partecipano, durante l’anno, a un progetto di ricerca collettivo. La terza è infine formata da testi, inediti in italiano, di autori ormai classici – ma particolarmente rilevanti per il tema oggetto del volume –, quali Yan Thomas, Paul Ricœur e Cornelius Castoriadis.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.