Quando Niklas Luhmann nel 1984 definì il sottosistema sociale del come il sistema immunitario della società, non intendeva usare una metafora. Il diritto, trasformando le contraddizioni che metterebbero in pericolo l’autopoiesi societaria in conflitti regolati da procedure, prima allarma la società comunicando presenza di pericoli, poi attiva anticorpi che rispondono alla sfida. Il volume - che comprende saggi di Gunther Teubner e Riccardo Prandini - prova a dare una lettura unitaria di tale immunologia sociale. Al centro della riflessione sta la crescente necessità di irritare la società mediante scandali, conflitti, movimenti di protesta, potenze capaci di decostruire le strutture sociali: pandemie del senso. Questa esplosione di “emergenze”, questa irruzione del “negativo” nel “positivo”, questo costante insistere del de-istituire sull’istituire, questa sussistenza dei media nelle forme, questa logica del rimandare sempre ad altro senza annichilire per forza il medesimo, sembra definire una strana e paradossale esigenza, quasi una nuova gabbia di acciaio di weberiana memoria: Luhmann avrebbe scritto «ciò che non è utilizzato è stabile e, per contrasto, ciò che è utilizzato non è stabile». Solo così si rende possibile al sistema sociale d’adattarsi temporaneamente a situazioni temporanee. Ne deriva la possibilità che la dimensione temporale del senso sopravanzi in rilevanza quella materiale (le metafisiche e le immagini della realtà) e quella sociale (il famigerato relativismo e il multiculturalismo). Le auto-sovversioni del diritto, la sua intrinseca paradossalità, una giurisprudenza “motorizzata” dagli scontri e dalle collisioni intra-giuridiche, insieme alla dialettica senza fine tra diritto e giustizia, sono una prima e provvisoria rappresentazione di questa necessaria messa in ordine del sempre più necessario disordine.
Riccardo Prandini, Gunther Teubner (2022). La (auto)soversione del diritto: ambiguità e paradossi del sistema immunitario della società. Milano : FrancoAngeli.
La (auto)soversione del diritto: ambiguità e paradossi del sistema immunitario della società
Riccardo Prandini
;Gunther Teubner
2022
Abstract
Quando Niklas Luhmann nel 1984 definì il sottosistema sociale del come il sistema immunitario della società, non intendeva usare una metafora. Il diritto, trasformando le contraddizioni che metterebbero in pericolo l’autopoiesi societaria in conflitti regolati da procedure, prima allarma la società comunicando presenza di pericoli, poi attiva anticorpi che rispondono alla sfida. Il volume - che comprende saggi di Gunther Teubner e Riccardo Prandini - prova a dare una lettura unitaria di tale immunologia sociale. Al centro della riflessione sta la crescente necessità di irritare la società mediante scandali, conflitti, movimenti di protesta, potenze capaci di decostruire le strutture sociali: pandemie del senso. Questa esplosione di “emergenze”, questa irruzione del “negativo” nel “positivo”, questo costante insistere del de-istituire sull’istituire, questa sussistenza dei media nelle forme, questa logica del rimandare sempre ad altro senza annichilire per forza il medesimo, sembra definire una strana e paradossale esigenza, quasi una nuova gabbia di acciaio di weberiana memoria: Luhmann avrebbe scritto «ciò che non è utilizzato è stabile e, per contrasto, ciò che è utilizzato non è stabile». Solo così si rende possibile al sistema sociale d’adattarsi temporaneamente a situazioni temporanee. Ne deriva la possibilità che la dimensione temporale del senso sopravanzi in rilevanza quella materiale (le metafisiche e le immagini della realtà) e quella sociale (il famigerato relativismo e il multiculturalismo). Le auto-sovversioni del diritto, la sua intrinseca paradossalità, una giurisprudenza “motorizzata” dagli scontri e dalle collisioni intra-giuridiche, insieme alla dialettica senza fine tra diritto e giustizia, sono una prima e provvisoria rappresentazione di questa necessaria messa in ordine del sempre più necessario disordine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.