Quale contributo può dare chi opera nel settore dell’educazione (educatrici, insegnanti, formatrici, ecc.) per comprendere ancora meglio il fenomeno della violenza di genere, tenendo presenti sia l’Educazione di genere e la Pedagogia di genere sia il più ampio quadro epistemologico del Paradigma della Complessità? Il capitolo approfondisce tre direzioni : a) Spostare l’attenzione dalle spiegazioni “facili” della violenza (tipo: il raptus) all’analisi dei modelli educativi delle relazioni di genere incentivate a partire dall’infanzia. b) Interessarsi all’impatto sulle giovani generazioni dei modelli identitari e relazionali di genere condivisi nei media, nella cultura, nella società. c) Promuovere empatia e ascolto come fattori protettivi contro la violenza e contro l’analfabetismo emozionale. Questi tre punti hanno il pregio di fare distogliere lo sguardo dal “qui” e “ora” dello scenario della violenza (il tinello dove un uomo sta picchiando una donna, la fermata dell’autobus dove una ragazza viene molestata, lo schermo digitale che trasmette il nuovo bullismo di genere, ecc.) e “aprire” i confini di un episodio di violenza, inserendolo in una storicità, in un processo e in un insieme di contesti da dipanare con pazienza.
S. Leonelli (2010). "Per un’educazione al cambiamento contro la violenza di genere". BOLOGNA : Odoya.
"Per un’educazione al cambiamento contro la violenza di genere"
LEONELLI, SILVIA
2010
Abstract
Quale contributo può dare chi opera nel settore dell’educazione (educatrici, insegnanti, formatrici, ecc.) per comprendere ancora meglio il fenomeno della violenza di genere, tenendo presenti sia l’Educazione di genere e la Pedagogia di genere sia il più ampio quadro epistemologico del Paradigma della Complessità? Il capitolo approfondisce tre direzioni : a) Spostare l’attenzione dalle spiegazioni “facili” della violenza (tipo: il raptus) all’analisi dei modelli educativi delle relazioni di genere incentivate a partire dall’infanzia. b) Interessarsi all’impatto sulle giovani generazioni dei modelli identitari e relazionali di genere condivisi nei media, nella cultura, nella società. c) Promuovere empatia e ascolto come fattori protettivi contro la violenza e contro l’analfabetismo emozionale. Questi tre punti hanno il pregio di fare distogliere lo sguardo dal “qui” e “ora” dello scenario della violenza (il tinello dove un uomo sta picchiando una donna, la fermata dell’autobus dove una ragazza viene molestata, lo schermo digitale che trasmette il nuovo bullismo di genere, ecc.) e “aprire” i confini di un episodio di violenza, inserendolo in una storicità, in un processo e in un insieme di contesti da dipanare con pazienza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.