In queste ultime decadi è avvenuta un'integrazione tra psicoanalisi infantile, interventi clinicosperimentali derivati dalle teorie dell'attaccamento e neuroscienze, che ha prodotto una scoperta fondamentale: la maturazione neuropsichica, nel suo aspetto di sviluppo mentale e di strutturazione cerebrale, dipende dal tipo di relazione madre/feto/neonato/bambino e madre-padre/bambino. La relazione comporta una comunicazione continuativa, costituita da messaggi non verbali, emessi e recepiti, codificati e decodificati in un dialogo che si svolge al di sotto della consapevolezza. In questo modo, il neonato-bambino impara e struttura la sua funzionalità cerebrale: ciò può avvenire sia in senso positivo, sia patogenetico, a seconda del tipo di relazione. Da tale scoperta discende l'importanza di tutte le procedure psicologiche che possano diagnosticare le relazioni a rischio e proporre interventi atti a prevenire future anomalie psichiche e comunque a migliorare la maturazione neuropsichica dei bambini. Come è noto, Freud riteneva che il bambino si legasse alla madre spinto dalla necessità di gratificare i propri bisogni di natura sessuale, particolarmente quelli orali. La teoria dell’attaccamento, superando la visione pulsionale della psicoanalisi classica, segue una prospettiva etologica ed evoluzionistica e considera i legami tra genitori e figli come espressione di schemi di origine genetica finalizzati alla sopravvivenza dell’individuo e della sua prole. Attraverso le esperienze individuali, particolarmente quelle della prima infanzia, questa predisposizione biologica assume caratteristiche precise e distinte in ciascun individuo, permettendo di soddisfare al meglio le esigenze personali e quelle della specie adattandole alle singole condizioni ambientali. In questa prospettiva le relazioni familiari, le esperienze amorose, la vita di coppia e le funzioni genitoriali assumono nuovi significati. Alcuni oggi considerano la prospettiva dell’attaccamento al di fuori della psicoanalisi, altri invece ritengono che non vi sia una reale conflittualità tra le due prospettive. In effetti entrambe si occupano di tematiche comuni come l’angoscia, l’aggressività, le difese inconsce, la relazione madre-bambino, gli effetti della deprivazione materna, i processi di separazione e di perdita e lo sviluppo dell’autonomia psicologica. Inoltre alcuni concetti chiave dell’attaccamento, come quello di modelli operativi interni e di stile d’attaccamento, ricordano quelli psicoanalitici di mondo interno, di transfert e di coazione a ripetere descritti tenendo conto del cognitivismo.

Cena L., Imbasciati A., Baldoni F. (2010). La relazione genitore-bambino. Dalla psicoanalisi infantile alle nuove prospettive evoluzionistiche dell’attaccamento.. MILANO : Springer Verlag.

La relazione genitore-bambino. Dalla psicoanalisi infantile alle nuove prospettive evoluzionistiche dell’attaccamento.

BALDONI, FRANCO
2010

Abstract

In queste ultime decadi è avvenuta un'integrazione tra psicoanalisi infantile, interventi clinicosperimentali derivati dalle teorie dell'attaccamento e neuroscienze, che ha prodotto una scoperta fondamentale: la maturazione neuropsichica, nel suo aspetto di sviluppo mentale e di strutturazione cerebrale, dipende dal tipo di relazione madre/feto/neonato/bambino e madre-padre/bambino. La relazione comporta una comunicazione continuativa, costituita da messaggi non verbali, emessi e recepiti, codificati e decodificati in un dialogo che si svolge al di sotto della consapevolezza. In questo modo, il neonato-bambino impara e struttura la sua funzionalità cerebrale: ciò può avvenire sia in senso positivo, sia patogenetico, a seconda del tipo di relazione. Da tale scoperta discende l'importanza di tutte le procedure psicologiche che possano diagnosticare le relazioni a rischio e proporre interventi atti a prevenire future anomalie psichiche e comunque a migliorare la maturazione neuropsichica dei bambini. Come è noto, Freud riteneva che il bambino si legasse alla madre spinto dalla necessità di gratificare i propri bisogni di natura sessuale, particolarmente quelli orali. La teoria dell’attaccamento, superando la visione pulsionale della psicoanalisi classica, segue una prospettiva etologica ed evoluzionistica e considera i legami tra genitori e figli come espressione di schemi di origine genetica finalizzati alla sopravvivenza dell’individuo e della sua prole. Attraverso le esperienze individuali, particolarmente quelle della prima infanzia, questa predisposizione biologica assume caratteristiche precise e distinte in ciascun individuo, permettendo di soddisfare al meglio le esigenze personali e quelle della specie adattandole alle singole condizioni ambientali. In questa prospettiva le relazioni familiari, le esperienze amorose, la vita di coppia e le funzioni genitoriali assumono nuovi significati. Alcuni oggi considerano la prospettiva dell’attaccamento al di fuori della psicoanalisi, altri invece ritengono che non vi sia una reale conflittualità tra le due prospettive. In effetti entrambe si occupano di tematiche comuni come l’angoscia, l’aggressività, le difese inconsce, la relazione madre-bambino, gli effetti della deprivazione materna, i processi di separazione e di perdita e lo sviluppo dell’autonomia psicologica. Inoltre alcuni concetti chiave dell’attaccamento, come quello di modelli operativi interni e di stile d’attaccamento, ricordano quelli psicoanalitici di mondo interno, di transfert e di coazione a ripetere descritti tenendo conto del cognitivismo.
2010
225
9788847017191
9788847017207
Cena L., Imbasciati A., Baldoni F. (2010). La relazione genitore-bambino. Dalla psicoanalisi infantile alle nuove prospettive evoluzionistiche dell’attaccamento.. MILANO : Springer Verlag.
Cena L.; Imbasciati A.; Baldoni F.
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