Il ciclo di Jespersen è uno dei modelli più noti per descrivere l’evoluzione della negazione di frase e, in particolare, il passaggio da un sistema con negazione preverbale a uno con negazione postverbale. In questo lavoro ci concentriamo sugli esiti di questo processo nel dialetto torinese, una varietà romanza con un basso grado di standardizzazione, ma di cui è possibile reperire testimonianze scritte almeno a partire dal XII secolo. L’analisi si concentra su una selezione di testi risalenti ai secoli XV, XVII e XVIII e mostra come globalmente la negazione segua le tappe previste dal ciclo di Jespersen. Tuttavia, questo studio di caso è anche caratterizzato da una serie di anomalie: sono presenti infatti in piemontese due forme distinte di negazione postverbale, nen e pa, che risultano essere altamente polisemiche e la cui distribuzione nei testi non è immediatamente spiegabile. Lo studio dei dati torinesi contribuisce dunque a migliorare la nostra conoscenza del ciclo di Jespersen ponendo una serie di interrogativi utili a discutere il quadro complessivo.
Qual è il contributo dei dialetti per lo studio diacronico della negazione? Il caso del torinese / S. Ballarè; E. Goria. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 109-118. [10.6092/unibo/amsacta/6298]
Qual è il contributo dei dialetti per lo studio diacronico della negazione? Il caso del torinese
S. Ballarè
;
2019
Abstract
Il ciclo di Jespersen è uno dei modelli più noti per descrivere l’evoluzione della negazione di frase e, in particolare, il passaggio da un sistema con negazione preverbale a uno con negazione postverbale. In questo lavoro ci concentriamo sugli esiti di questo processo nel dialetto torinese, una varietà romanza con un basso grado di standardizzazione, ma di cui è possibile reperire testimonianze scritte almeno a partire dal XII secolo. L’analisi si concentra su una selezione di testi risalenti ai secoli XV, XVII e XVIII e mostra come globalmente la negazione segua le tappe previste dal ciclo di Jespersen. Tuttavia, questo studio di caso è anche caratterizzato da una serie di anomalie: sono presenti infatti in piemontese due forme distinte di negazione postverbale, nen e pa, che risultano essere altamente polisemiche e la cui distribuzione nei testi non è immediatamente spiegabile. Lo studio dei dati torinesi contribuisce dunque a migliorare la nostra conoscenza del ciclo di Jespersen ponendo una serie di interrogativi utili a discutere il quadro complessivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.