Se osservato a partire dalle relazioni che lo collegano al sistema dei media e a quello della produzione/distribuzione, lo sport “mediato” è un fenomeno sociale di assai maggiore rilevanza, rispetto a quanto si potrebbe supporre in base alla sua collocazione nella sfera del tempo libero: è assai più che un passatempo! Di fronte allo sport in tv –sia esso fruito in modalità analogica, o satellitare, o digitale terrestre– si radunano pubblici immensi, che nell’occasione offerta dalle Cerimonie olimpiche, dalle finali di Coppe di calcio, e di altri grandi eventi sportivi internazionali possono raggiungere le centinaia di milioni o, addirittura, i miliardi di telespettatori. In altre parole lo sport “mediato” è un argomento sociologicamente assai più rilevante di quanto la sua collocazione nel campo del tempo libero, quale semplice “passatempo”, possa far pensare [Wenner, ed., 1989, 1996; Whannel 1992]. Al di là delle specificità e diversità, ciascuno dei grandi eventi sportivi “mediati” dalla tv infatti eccede l’ambito dell’entertainment e diviene un «fenomeno sociale totale» –per riprendere un’espressione coniata nell’Essai sur le don (1925) da Marcel Mauss [2002]–, ovvero consente di osservare, come in filigrana, l’intreccio dei processi in atto nella società contemporanea, dall’economia alla politica, dalla cultura e comunicazione, agli stili di vita e di consumo. In breve i rapporti di dipendenza e interdipendenza che si generano intorno allo sport “mediato” sono un potente “motore” sociale, culturale ed economico della società contemporanea [Gratton, Arne Solberg, 2007]. L'articolo presenta alcuni risultati del complesso di ricerche svolte dallo SportComLab dell’“Alma Mater” sul pubblico italiano che ha seguito in tv i grandi eventi sportivi, svoltisi nei primi anni del nuovo millennio. Procedendo con dati e tecniche differenti rispetto a quelle adottate dai primi studiosi in materia [Guttman 1997; Whannel 1998], si è analizzato ampiezza e composizione delle audience di circa 1.350 gare svoltesi tra il 2000 e il 2008, utilizzando a tal fine i dati Auditel, appositamente rielaborati secondo le variabili audio-metriche (n. 10) e socio-anagrafiche (n. 14) e in tal modo ottenendo 3,9 milioni di dati. Tra i numerosi risultati ottenuti, le analisi hanno mostrato che: i) le audience più ampie si radunano davanti alla tv per vedere i Campionati europei di calcio, organizzati ogni quattro anni dalla Uefa. In media una partita dell’Eurocoppa 2008 ha avuto il 12,9% di rating, pari a 7,3 milioni di spettatori a partita, e 36,2% di share. Invece le gare delle Olimpiadi e, in particolar modo, quelle delle Paralimpiadi, hanno raccolto pubblici mediamente assai inferiori (rispettivamente 3% e 0,5% di rating); ii) le partite giocate dalla nazionale italiana di calcio radunano un pubblico assai superiore a quello che assiste alle gare disputate tra altre squadre nazionali. Ad esempio la partita Italia-Francia, trasmessa il 17 giugno 2008 e decisiva per superare il girone eliminatorio, fu vista in prima serata tv da oltre 22 milioni di italiani (41,5% di rating), divenuti oltre 25 milioni verso la fine della gara (44,1% al 40’ del 2° tempo), quando il risultato, favorevole agli azzurri, era ormai acquisito (2-0); iii) anche all’interno delle Olimpiadi si nota una netta differenza in ampiezza tra il pubblico che assiste alle cerimonie –siano esse quella di apertura ovvero quella di chiusura– e l’audience che segue le gare delle numerose discipline sportive ammesse ai Giochi: il primo supera di molto il secondo, come mostra la fig. 1, che presenta le audience medie registrate per 15 discipline sportive a Pechino 2008, distribuite in base al genere. Oltre che per la maggior ampiezza (8% di rating), il pubblico delle cerimonie olimpiche si distingue da quello che segue in tv le competizioni sportive pure per la maggiore frequenza di telespettatrici, mentre per tutte le discipline olimpiche si riconferma che in Italia lo sport è una “...

Lo sport “mediato”, / Martelli S. - STAMPA. - (2010), pp. 215-221.

Lo sport “mediato”,

MARTELLI, STEFANO
2010

Abstract

Se osservato a partire dalle relazioni che lo collegano al sistema dei media e a quello della produzione/distribuzione, lo sport “mediato” è un fenomeno sociale di assai maggiore rilevanza, rispetto a quanto si potrebbe supporre in base alla sua collocazione nella sfera del tempo libero: è assai più che un passatempo! Di fronte allo sport in tv –sia esso fruito in modalità analogica, o satellitare, o digitale terrestre– si radunano pubblici immensi, che nell’occasione offerta dalle Cerimonie olimpiche, dalle finali di Coppe di calcio, e di altri grandi eventi sportivi internazionali possono raggiungere le centinaia di milioni o, addirittura, i miliardi di telespettatori. In altre parole lo sport “mediato” è un argomento sociologicamente assai più rilevante di quanto la sua collocazione nel campo del tempo libero, quale semplice “passatempo”, possa far pensare [Wenner, ed., 1989, 1996; Whannel 1992]. Al di là delle specificità e diversità, ciascuno dei grandi eventi sportivi “mediati” dalla tv infatti eccede l’ambito dell’entertainment e diviene un «fenomeno sociale totale» –per riprendere un’espressione coniata nell’Essai sur le don (1925) da Marcel Mauss [2002]–, ovvero consente di osservare, come in filigrana, l’intreccio dei processi in atto nella società contemporanea, dall’economia alla politica, dalla cultura e comunicazione, agli stili di vita e di consumo. In breve i rapporti di dipendenza e interdipendenza che si generano intorno allo sport “mediato” sono un potente “motore” sociale, culturale ed economico della società contemporanea [Gratton, Arne Solberg, 2007]. L'articolo presenta alcuni risultati del complesso di ricerche svolte dallo SportComLab dell’“Alma Mater” sul pubblico italiano che ha seguito in tv i grandi eventi sportivi, svoltisi nei primi anni del nuovo millennio. Procedendo con dati e tecniche differenti rispetto a quelle adottate dai primi studiosi in materia [Guttman 1997; Whannel 1998], si è analizzato ampiezza e composizione delle audience di circa 1.350 gare svoltesi tra il 2000 e il 2008, utilizzando a tal fine i dati Auditel, appositamente rielaborati secondo le variabili audio-metriche (n. 10) e socio-anagrafiche (n. 14) e in tal modo ottenendo 3,9 milioni di dati. Tra i numerosi risultati ottenuti, le analisi hanno mostrato che: i) le audience più ampie si radunano davanti alla tv per vedere i Campionati europei di calcio, organizzati ogni quattro anni dalla Uefa. In media una partita dell’Eurocoppa 2008 ha avuto il 12,9% di rating, pari a 7,3 milioni di spettatori a partita, e 36,2% di share. Invece le gare delle Olimpiadi e, in particolar modo, quelle delle Paralimpiadi, hanno raccolto pubblici mediamente assai inferiori (rispettivamente 3% e 0,5% di rating); ii) le partite giocate dalla nazionale italiana di calcio radunano un pubblico assai superiore a quello che assiste alle gare disputate tra altre squadre nazionali. Ad esempio la partita Italia-Francia, trasmessa il 17 giugno 2008 e decisiva per superare il girone eliminatorio, fu vista in prima serata tv da oltre 22 milioni di italiani (41,5% di rating), divenuti oltre 25 milioni verso la fine della gara (44,1% al 40’ del 2° tempo), quando il risultato, favorevole agli azzurri, era ormai acquisito (2-0); iii) anche all’interno delle Olimpiadi si nota una netta differenza in ampiezza tra il pubblico che assiste alle cerimonie –siano esse quella di apertura ovvero quella di chiusura– e l’audience che segue le gare delle numerose discipline sportive ammesse ai Giochi: il primo supera di molto il secondo, come mostra la fig. 1, che presenta le audience medie registrate per 15 discipline sportive a Pechino 2008, distribuite in base al genere. Oltre che per la maggior ampiezza (8% di rating), il pubblico delle cerimonie olimpiche si distingue da quello che segue in tv le competizioni sportive pure per la maggiore frequenza di telespettatrici, mentre per tutte le discipline olimpiche si riconferma che in Italia lo sport è una “...
2010
Mosaico Italia. Lo stato del Paese agli inizi del XXI secolo, AIS-Associazione italiana di Sociologia,
215
221
Lo sport “mediato”, / Martelli S. - STAMPA. - (2010), pp. 215-221.
Martelli S
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